Straberry, un Ape Car per portare a Milano fragole e mirtilli 2.0
Capitale del car e del bike sharing, città rilanciata da Expo e dalle sue tecnologie, luogo dove un’isola digitale garantisce energia e connessioni per informarsi o lavorare. Raccontata così, Milano è senza dubbio Smart City, e in pochi le assocerebbero caratteristiche agricole. Eppure, uno dei lati smart della città sta anche in quel che la circonda, e cioè una delle cinture agricole più ampie di tutta Europa. Terreno fertile, sia per dar frutti commestibili sia per far nascere idee che, usando un’espressione matura del gergo della rete, potremmo definire di «Agricoltura 2.0».
Certo, a guardare gli elementi essenziali di questa idea – frutti di bosco distribuiti da un Ape Car e venduti al pubblico – è difficile immaginare qualsiasi declinazione tecnologica. A spiegarla a Futura è Guglielmo Stagno d’Alcontres, 26 anni, fondatore di Straberry e padre dell’idea di cui parliamo.
Dalla Bocconi ai campi
Fragole a un tiro di schioppo da Milano
«L’idea di Straberry è nata nel 2010, quando studiavo economia in Bocconi – spiega Stagno D’Alcontres -. La mia famiglia è proprietaria di alcuni terreni, e per noi andare in campagna è sempre stata una cosa naturale. Durante un corso di economia ambientale, in università, ho avuto l’idea di applicare all’agricoltura l’utilizzo delle energie rinnovabili. Abbiamo cominciato tra giugno e luglio del 2011, e nel settembre 2012 è arrivata la prima produzione di fragole. Il marchio Straberry è stato lanciato nel maggio 2013, quindi tra poco festeggeremo ufficialmente i 3 anni di attività».
Alle porte di Milano – in particolare a Cassina de’ Pecchi, dove ha sede l’azienda, si può passeggiare tra campi di piccoli frutti (fragole, mirtilli, lamponi, more) e ortaggi, dove file di serre fotovoltaiche disegnano un paesaggio che unisce la tecnologia a qualcosa dal sapore un po’ vintage. E cioè gli Ape Car e le biciclette a triciclo: una piccola flotta (20 i primi, 10 le seconde) che portano i prodotti in ogni angolo di Milano per la vendita diretta al pubblico, nel rispetto della filosofia del chilometro zero.
Ettari ed ettari di salute e tecnologia
«Con Expo siamo cresciuti molto»
«Expo è stata un’occasione di crescita formidabile – racconta il fondatore -. Durante la manifestazione siamo riusciti a estenderci di altri 25 ettari, raggiungendo l’attuale dimensione: 53 ettari di area produttiva, tra campi, serre e altre zone. Quanto alle coltivazioni, 25 ettari sono di orticola, 20 di mais e prati stabili».
Il cuore tecnologico di tanta natura è nelle serre fotovoltaiche, progettate per assicurare la massima resa e difendersi dalle variabili di un clima che sembra far di tutto per essere sempre meno prevedibile. «Su lati specifici delle serre sono collocate finestre che si aprono automaticamente ai cambi di temperatura, rilevati da sensori governati da un software. Ciò garantisce la corretta ventilazione e la protezione in caso di piogge. Le colture sono in vaso e vanno irrigate l’acqua giusta: la nostra è di pozzo, con una composizione analizzata in tempo reale da strumenti che ne misurano il giusto tasso di acidità, e che dettano tempi e quantità opportune con cui irrigare».
Un futuro ancora più ampio
«I nostri prossimi step: un’app e una cascina»
La distribuzione non rinuncerà agli Ape Car, simbolo de facto di Straberry; ad essi, però, si aggiungerà un sistema di e-commerce. E, soprattutto, un’app dedicata alla gestione di orti online. «Contiamo di lanciarla nel 2017 – dice Stagno D’Alcontres -. Secondo il progetto sarà una specie di Farmville, dove l’utente potrà coltivare il proprio orto con gli input dati sull’applicazione. A tradurre in realtà le sue indicazioni pensiamo noi, e poi gli mandiamo a casa i prodotti».
L’altra novità riguarda la ristrutturazione di un sistema di cascine nel Parco Agricolo Sud Milano. «L’obiettivo è il 2020: alcuni punti sono da ristrutturare, altri da costruire. La nostra idea prevede la nascita di un agriturismo, di una spa agricola, di un museo. E di una stalla, per avere il latte con cui fare i nostri gelati e il nostro yogurt», conclude il fondatore.
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