Smart working cos’è e perché Apple è la risposta. La guida di Tech Data. Un viaggio nel cuore della trasformazione, possibile, del nostro modo di lavorare, comunicare, adattarci alla “nuova normalità” grazie al digitale.

Ma, come sempre, andiamo con rodine e partiamo dalle definizioni dato che stiamo maneggiando una delle leve più potenti a cui le aziende, le imprese, le persone si sono affidate, soprattutto in questi mesi, per dare continuità a vita, relazioni, business. Non a caso, in Italia, tra febbraio e maggio in cima alle classifiche delle parole più cercate sui motori di ricerca figura stabilmente proprio “smart working”. Segno di grande interesse ma anche della estrema necessitò di chiarezza e definizioni.

Secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali il lavoro agile (o smart working) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività.

La definizione di smart working, contenuta nella Legge n. 81/2017, pone l’accento sulla flessibilità organizzativa, sulla volontarietà delle parti che sottoscrivono l’accordo individuale e sull’utilizzo di strumentazioni che consentano di lavorare da remoto (come ad esempio: pc portatili, tablet e smartphone).

«In Italia – spiegano gli Osservatori del Politecnico di Milano – lo Smart Working ha dal 2017 un quadro normativo tra i più avanzati a livello internazionale è ed è una pratica sempre più diffusa soprattutto nelle grandi organizzazioni: nel 2019 il 58% ha già introdotto un progetto strutturato e il 5% dichiara che lo introdurrà entro i prossimi 12 mesi.
Nelle PMI la diffusione delle iniziative di Smart Working è in crescita ed è pari al 12%; tra queste organizzazioni si continua a prediligere l’approccio informale, seguito nel 18% del campione.
Anche nelle PA inizia a crescere l’interesse verso lo Smart Working: i progetti strutturati sono raddoppiati rispetto allo scorso anno, passando dall’8% al 16%.
Cresce anche il numero degli smart worker: le analisi effettuate su un panel statisticamente rappresentativo di lavoratori, ci portano oggi a stimare circa 570 mila persone, il 20% in più rispetto allo scorso anno»

Lo smart working è dunque un nuovo modello di lavoro che utilizza le nuove tecnologie e lo sviluppo delle tecnologie esistenti per migliorare sia le prestazioni che la soddisfazione ottenute dal lavoro. Non deve essere confuso con il termine collaborazione, che si riferisce a un’area di lavoro condivisa, di solito da professionisti autonomi.

Sebbene sia un concetto molto ampio, ha due pilastri chiave: un modo più proficuo di lavorare – in molti modi, non solo economico – e l’uso della tecnologia per realizzarlo.

Il significato del lavoro intelligente è esattamente come appare… al giorno d’oggi tutto è “intelligente”: telefoni, orologi, veicoli … ed è strettamente correlato al concetto di telelavoro. Si potrebbe persino affermare che il lavoro intelligente è una naturale evoluzione di quest’ultimo, che ha aggiunto maggiore mobilità e versatilità alle caratteristiche del lavoro a distanza “tradizionale” come la flessibilità oraria o il comfort. Se il telelavoro viene utilizzato per spostare il lavoro dall’ufficio a casa, cosa che tutti, nessuno escluso, abbiamo fatto reattivamente nel momento del lockdown, lo smart working lo porta in quasi qualsiasi altro posto, da un parco o una caffetteria alla sala d’attesa di un aeroporto. Il punto sono gli obiettivi, i risultati da raggiungere e non più le ore di lavoro e tantomeno il luogo dunque.

Smart working e “nuova normalità” una fuga, in remoto, necessaria

Un concetto chiave soprattutto in questa fase di delicata ripartenza e adattamento alla nuova normalità fatta di sedi tradizionali sempre meno “popolate” e di sedi remore sempre più necessarie ma soprattutto da mettere al sicuro e rendere produttive.

Tanto per citare qualche numero infatti sono 2-2,5 milioni nella amministrazione pubblica e altrettanto si stima nel privato (al primo maggio le comunicazioni al ministero del Lavoro risultavano 1.827.792 contro 221.175 della fase pre-Covid ma dopo sono state sospese) i lavoratori che sono stati catapultati nel remote working a seguito dell’emergenza. Uno studio di Cgil e Fondazione Di Vittorio parla di oltre 8 milioni, contro i 500 mila che lavoravano da remoto prima del coronavirus. Una rivoluzione avvenuta senza preparazione, con i tempi stretti dettati dall’emergenza sanitaria. Oggi che molte aziende ne stanno imparando ad apprezzare i vantaggi, sono oltre l’80 per cento i manager che, secondo un recente sondaggio del Corriere della Sera sarebbero intenzionati a prorogare il lavoro da remoto anche dopo il 2020, è dunque tempo di fare un salto di qualità deciso verso la maturazione di questa modalità, tutta digitale, di lavoro. Un salto di qualità che permetta di salutare il puro “telelavoro” in favore del vero lavoro intelligente

Smart working… vantaggi e svantaggi

Intanto a livello di vantaggi e svantaggi dello smart working gli esperti concordano su alcuni punti base.

Vantaggi:

Aumenta la libertà e l’autonomia del lavoratore. Ha una maggiore capacità di organizzare il tuo tempo.
Consente di risparmiare denaro su aree di lavoro, trasporti o forniture (elettricità, riscaldamento, ecc.)
Puoi risparmiare molto tempo nei viaggi, specialmente nelle grandi città.
Migliora la conciliazione della vita lavorativa con la vita personale e familiare, che è spesso molto apprezzata.
Se il lavoro è ben strutturato (di solito basato su obiettivi), la produttività può essere aumentata.
Si nota un miglioramento della qualità della vita del lavoratore, il lavoratore apprezza il lavoro e l’azienda. Questo può attrarre talenti soprattutto tra le nuove generazioni.
Permette l’integrazione di persone con mobilità ridotta.

Svantaggi

Soprattutto in questa fase di emergenza alcuni dipendenti hanno visto, percepito la vita personale come invasa dal lavoro.
Potrebbe portare all’isolamento del lavoratore a causa del mancato contatto con i colleghi. Ciò può anche causare la sensazione di non essere identificato con l’azienda.
Se il lavoro a distanza non è ben pianificato o eseguito, la produttività potrebbe diminuire. Potrebbe esserci un minore controllo sulla quantità o qualità del lavoro.
Parte dei risparmi generati per l’azienda può comportare spese per il lavoratore (nell’area di lavoro, costo delle forniture, ecc.).

 

Smart working, Tech Data e la scelta di Apple

In un simile contesto Tech Data ha da tempo scelto la strada di confermare il suo ruolo chiave di hub di competenze, strumenti, servizi e guide pratiche a disposizione di tutto l’ecosistema che deve assolutamente, e sempre più, portare la migliore delle innovazioni digitali possibili nel cuore delle imprese italiane. Un ruolo chiave che oggi chiama a raccolta competenze molto puntuali. Un errore, un blocco dei sistemi IT determinato da una “fuga” in avanti verso il digitale oggi lo si paga infatti, inevitabilmente, ad un prezzo molto più salato rispetto al passato. Ultimo esempio in ordine di tempo le numerose aziende italiane che nelle scorse settimane proprio a seguire di un attacco phishing andato a buon fine a causa di accessi poco attenti a piattaforme enterprise da strumenti personali… hanno vito la propria produzione bloccata per alcuni giorni. Un danno quasi letale a seguito del blocco, di circa due mesi, legato al lockdown.

Nel cuore di un simile scenario Tech Data ha deciso di sviluppare una guida pratica allo smart wokring attraverso gli strumenti di casa Apple. Una scelta, precisa, che si inserisce nell’onda che da tempo sta portando milioni di utenti ad utilizzare strumenti personali come smartphone e notebook per lavorare. Un’onda, quella del Bring Your Own Device che ha inevitabilmente come centro di gravità permanente proprio un brand come Apple che, a livello mondiale, è ormai una delle scelte principali di manager, c-level… a livello personale. Una scelta che, oggi, è chiamata sempre più al salto di qualità della sicurezza e soprattutto dell’integrazione nelle piattaforme aziendali nell’ottica, come detto, della nuova normalità del lavoro agile diffuso.  Ecco alcune innovazioni che la multinazionale ha sviluppato proprio per accelerare questo salto di qualità

Smart Woking Apple, la guida

iPhone, iPad e Mac sono ottimi strumenti per le aziende, spiegano da Tech Data perchè aiutano i dipendenti a risolvere i problemi in modo creativo, a essere produttivi ovunque si trovino e a collaborare in modo più efficace. Le versatili piattaforme di sviluppo permettono la creazione di App personalizzate per la propria azienda da affiancare a centinaia di migliaia di App per le aziende presenti su App Store.. Ed è poi possibile trovare centinaia di migliaia di app per le aziende sull’App Store.

Il software Apple è infatti potente e intuitivo e i prodotti sono sicuri, affidabili, compatibili con qualsiasi ambiente d’ufficio e facili da implementare.

Un’interfaccia intuitiva e familiare.

I prodotti Apple sono intuitivi e facili da usare, il che significa che sono anche facili da supportare per la propria azienda. L’interfaccia consente ai dipendenti di utilizzare azioni familiari per collaborare, rimanere organizzati e adattarsi a nuovi programmi e procedure più rapidamente. E ogni iPhone, iPad e Mac è dotato di potenti funzioni di assistenza per la visione, l’udito e le capacità motorie, quindi sono accessibili a tutti.

Hardware potente. Risultati potenti. Continuità garantita

I sensori integrati in iPhone e iPad consentono alle app iOS e iPadOS di utilizzare dati come posizione e prossimità per offrire un’esperienza intuitiva e personalizzata che nessun’altra piattaforma può eguagliare. E i potenti processori progettati da Apple in ogni iPad e iPhone stanno spingendo i limiti di tecnologie come la realtà aumentata e l’apprendimento automatico.
Semplici dunque, intuitivi e capaci, ma progettati per essere sicuri. Un tema cardine del lavoro agile così come cardine è il tema della continuità su cui Apple è focalizzata da tempo con soluzioni cloud di backup e ripistino. Oggi un blocco, soprattutto da remoto, si paga ad un prezzo molto più altro che in passato. iOS, iPadOS e macOS sono costruiti su una base UNIX, rendendoli stabili e robusti. Apple crittografa costantemente le informazioni a livello di sistema, a riposo e in transito, per proteggere i dati aziendali. Aggiornamenti software regolari proteggono iOS, iPadOS e macOS dalle minacce alla sicurezza emergenti. Face ID e Touch ID utilizzano il viso o l’impronta digitale per sbloccare il dispositivo e autenticare le app. Apple ha messo inoltre in atto misure di sicurezza per garantire che le app di terze parti e interne possano accedere ai dati solo in modi autorizzati.

Compatibile con i sistemi esistenti

iOS, iPadOS e macOS sono progettati per supportare i più comuni sistemi di produttività e collaborazione nelle aziende di oggi, tra cui Microsoft Office e Google G Suite. I prodotti Apple funzionano perfettamente con i principali servizi di infrastruttura come Microsoft Exchange per e-mail e calendari, nonché con reti wireless e soluzioni VPN di provider come Cisco. E quando i dipendenti passano da un altro dispositivo ad Apple, la migrazione integrata da Windows o Android semplifica lo spostamento dei dati.

 

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