La digitalizzazione nel mondo industriale ha registrato, causa pandemia, un’accelerazione improvvisa. Se la prima volta che abbiamo sentito parlare di Industry 4.0 è stato nel 2011 è solo oggi, nel 2021, che possiamo finalmente toccare con mano gli effetti delle nuove tecnologie nel processo produttivo. Nonostante questo secondo i dati Istat di fine 2020 l’82% delle aziende con più di 10 dipendenti non utilizza almeno 6 tra le 12 tecnologie più importanti della quarta rivoluzione industriale. Segno che il mercato della digitalizzazione è ancora in divenire e che culturalmente serve un’ulteriore passo avanti.
La pandemia ha accelerato la digitalizzazione
Come ogni cambiamento culturale anche quello legato alla digitalizzazione ha in un primo momento spaventato le imprese. Solo con l’avvento della pandemia molte realtà operative hanno aumentato i propri investimenti in materia di tecnologia digitale, con l’intento dichiarato di mantenere elevati i livelli di efficienza produttiva. Un input quasi forzato che è riuscito ad aprire gli occhi dei manager industriali sull’importanza di dotarsi di soluzioni tecnologiche legate all’Industria 4.0. Dal Cloud all’IoT, passando per l’automatizzazione del magazzino: l’alta tecnologia è entrata stabilmente nelle aziende e presumibilmente sarà impossibile sostituirla in futuro. Ma quali sono gli strumenti digitali più importanti in cui le aziende dovrebbero investire oggi?
Cloud: imprescindibile per le aziende
Tra i principali effetti delle norme sanitarie vi è stata l’esplosione dello smart working, declinato nella sua versione “lavoro da casa”. Le aziende che avevano già implementato delle infrastrutture Cloud hanno sicuramente fortificato il proprio vantaggio competitivo. Il Cloud infatti consente di lavorare a distanza mantenendo intatta la sicurezza di tutto l’ecosistema aziendale. Lo smart working, come risaputo, aumenta sensibilmente il rischio di attacchi informatici. Nel futuro è ipotizzabile che, anche a pandemia terminata, si verifichi una forte spinta verso il remote working e il Cloud è senza dubbio la soluzione migliore per la protezione e il monitoraggio costante dei dati.
Magazzino automatizzato
L’efficienza del magazzino è un altro caposaldo della digitalizzazione. Anche in questo caso una spinta decisiva è arrivata dall’emergenza sanitaria. Molte aziende si sono dovute confrontare con un’accelerazione improvvisa della domanda oppure con un’interruzione senza avviso delle forniture. Avere un sistema di magazzino automatizzato e fondato su tecnologie IoT consente alle imprese di avere sempre una visione in tempo reale delle scorte, in modo da poter meglio governare gli imprevisti del mercato.
Non solo, in un’ottica futura possono diventare cruciali anche i sistemi di prelievo automatizzato, soluzioni che manderanno definitivamente in soffitta il prelievo manuale, molto più oneroso in termini economici e più rischioso sotto il profilo della sicurezza. A guidare questo cambiamento epocale un’altra innovazione tecnologica legata alla digitalizzazione: i veicoli a guida autonoma. Questi strumenti potranno connettersi facilmente alle infrastrutture di rete e eseguire gli ordini di magazzino, provvedendo in totale autonomia a operazioni come selezione, stoccaggio e trasporto.
Intelligenza artificiale
Infine non poteva mancare l’accenno all’Intelligenza Artificiale, vero traino della digitalizzazione. Soprattutto per i software informatici del terzo settore questo ambito si rivelerà cruciale (anche se in parte lo è già). Grazie all’affiancamento dell’apprendimento automatico (machine learning) le aziende potranno lavorare e riclassificare un’enorme quantità di numeri e dati in tempo reale, monitorando con estrema precisione ogni singola informazione, sia singolarmente che in un contesto più ampio. Perché anche nella digitalizzazione vale sempre il detto no number no business.
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