L’importanza dell’intelligenza artificiale per il business è evidente e lo sarà sempre più. Lo evidenzia IBM, attraverso le parole di Fabrizio Saltalippi, Director Ecosystem IBM Italia, che ha delineato il percorso della società e la visione presente e futura.

Hybrid cloud, Generative AI, quantum computing sono alcuni dei concetti con cui già da tempo il colosso IT si confronta, proponendo soluzioni e prospettive di assoluta innovazione.

Prima però di parlare dei mega trend di oggi e domani, Saltalippi ha illustrato il percorso fatto da IBM negli ultimi anni: l’azienda «si è evoluta molto: quella attuale è profondamente diversa da quella conosciuta prima della pandemia».

Il posizionamento strategico di IBM

Prima di parlare di intelligenza artificiale per il business, Saltalippi ha voluto ricordare i tre elementi caratterizzanti IBM: il suo posizionamento strategico; il ruolo dell’ecosistema per IBM; e il ruolo della distribuzione.

Per quanto riguarda il primo punto, il manager IBM ha ricordato in occasione del TD SYNNEX Channel Summit che già da anni il colosso IT punta a essere leader nell’hybrid cloud e nell’AI. «L’hybrid cloud è una necessità: i clienti non possono prescindere da sorgenti diverse; il cloud si dimostra più competitivo anche per quanto riguarda i costi. Tuttavia ci sono elementi che è meglio mantenere “in casa”. Cloud e on premise, quindi, vanno fatti coesistere».

Per questo IBM ha proceduto all’acquisizione di Red Hat nel 2018, «predisponendoci a diventare quell’hub per l’hybrid cloud che volevamo essere», ha evidenziato. Per far comunicare tutti questi mondi distribuiti e differenti tra di loro, dall’on premise al cloud privato e pubblico, serviva una infrastruttura e un layer comune: ecco, quindi, Red Hat Hybrid Cloud Platform, una scelta strategica per rispondere a queste esigenze e rafforzare l’intento della leadership in questo mondo. Ricorda anche l’uscita dai servizi, avviando Kyndril prima come spinoff e poi (nel 2021) come azienda indipendente.

Il ruolo dell’ecosistema

Si arriva così a delineare il ruolo dell’ecosistema per IBM. Tutto parte a gennaio 2022, una data storica: «per la prima volta nel primo evento tradizionale dell’anno, l’ecosistema è stato annunciato come uno dei quattro asset fondamentali, insieme a clienti, persone, competenze – ha aggiunto Saltalippi – Così, l’ecosistema è stato messo al centro del progetto strategico di cambiamento».

Cosa deve fare l’ecosistema? Deve dedicarsi a tutti i clienti che IBM non segue direttamente. «In Italia abbiamo solo 25 clienti, seguiti in maniera diretta da IBM. Su tutto il resto si lavora esclusivamente con i partner. Nel 2020 c’erano 40 persone che lavoravano sul mercato con i partner; oggi sono 120. Si comprende, quindi, come siano stati fatti importanti investimenti su questo aspetto».

La domanda è d’obbligo a questo punto: cosa vuole fare IBM, oltre a occuparsi di tutti i clienti distribuiti sul territorio? «Vuole aumentare la propria presenza sul software: è una grande sfida. I clienti ci vedono ancora come un’azienda molto forte sulla tecnologia strutturale hardware. Essi, però si stanno spostando sempre più su altre tematiche tra cui l’automazione, su cui si investirà moltissimo. Io sono convinto che il portfolio IBM sull’automazione sia tra i più completi e interessanti sul mercato. Abbiamo un ventaglio di soluzioni sulla security importante, così come un approccio ai dati che è la base della strategia sull’AI».

Il ruolo della distribuzione

La distribuzione è un ruolo chiave per IBM. «Abbiamo rinnovato il programma del canale, operativo già da aprile, e in questo nuovo programma di mercato abbiamo mantenuto l’impegno totale sulla distribuzione. Certo, il suo ruolo deve cambiare». L’intento è che i distributori svolgano un lavoro molto più orientato sull’integrazione di soluzioni e di servizi a disposizione dei partner. «Questo è il mondo che ci aspettiamo: che si realizzi un hub di integrazione per tutte le piattaforme tecnologiche, in particolare per il cloud ibrido; questo panorama complesso richiede competenze differenti». Saltalippi, a questo riguardo, riconosce il valore di TD SYNNEX in questo ambiente, definendolo «un operatore molto preparato per rispondere alle esigenze di uno scenario che IBM prevede nella distribuzione».

Intelligenza artificiale per il business: la presenza ubiqua dell’AI

Saltalippi ha speso parte del suo intervento sul ruolo dell’intelligenza artificiale per il business e nella visione di IBM. «Pensiamo di cambiare un paradigma, passando da “+ AI ad AI +”. Vogliamo inserire l’artificial intelligence in molteplici applicazioni, riuscendo a scalare l’impiego dell’AI nelle app, fino ad arrivare a una “AI aumentata”». Cosa significa quest’ultimo concetto? La risposta passa dalle tre modalità con cui la declina IBM: una piattaforma intelligente di hybrid cloud (Red Hat Open Shift), una piattaforma dedicata alla gestione dei dati, l’area più critica «su cui tutti noi dobbiamo lavorare a supporto dell’AI generativa, che consenta – attraverso gli IBM Training Foundation Models – di essere di supporto agli sviluppatori».  

Cosa sono i foundation models lo spiega la stessa IBM: la prossima ondata di intelligenza artificiale sostituirà i modelli specifici per attività con quelli addestrati su un ampio set di dati non etichettati che possono essere utilizzati per attività diverse, con una messa a punto minima. Questi sono chiamati “modelli di fondazione”, possibile base per molte applicazioni del modello AI. «Il nostro intento è aiutare chi sviluppa applicazioni a contare sulla possibilità di generare il 60% di tutto il codice senza l’intervento umano». C’è poi Watson X, AI and data platform, destinata a rivoluzionare il mercato per modalità di approccio. «Non basta più cercare di aggiungere intelligenza, sfruttando meglio i dati, ma occorre partire dal design delle applicazioni utilizzando pienamente il patrimonio informativo di dati proprietari».

Inoltre, aggiunge Saltalippi, in tutti i prodotti IBM si stanno inserendo elementi di AI soprattutto sulla componente di automation e di sicurezza e sostenibilità.

Quantum computing: frontiera IMMINENTE

Non può mancare, in questa serie di considerazioni che dalle strategie spaziano fino all’impiego dell’Intelligenza artificiale per il business, un pensiero sul quantum computing. Non è un elemento “di domani”, «ma arriverà ben prima di quanto possiamo immaginare», ha concluso Saltalippi. A questo proposito è bene ricordare l’annuncio, alla conferenza annuale “Think” a Orlando (Florida), della nuova tecnologia IBM Quantum Safe, una serie completa di strumenti e funzionalità combinati con la vasta esperienza di IBM in materia di cybersecurity e concepita come soluzione end-to-end che consente a imprese, governi e istituzioni, di intraprendere un percorso quantum-safe verso l’era post-quantistica. Nell’occasione della conferenza annuale, il CEO Arvind Krishna, ha affermato:

“I computer quantistici stanno maturando rapidamente. Con l’aiuto dei nostri utenti, dei nostri partner di IBM Quantum Network e della comunità quantistica nel suo complesso, non passerà molto tempo prima che i computer quantistici forniscano soluzioni a problemi inaccessibili al calcolo classico, soluzioni che potrebbero cambiare le nostre vite e il mondo in meglio”.

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