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Intel® traccia la strada 
al futuro dell’archiviazione

Più di 60 anni fa il computer IBM 305 RAMAC introdusse una novità che avrebbe fatto la storia della tecnologia: il primo sistema di archiviazione su disco.

A guardarlo con gli occhi di oggi, quello che allora fu salutato come un grande passo sul cammino dell’informatica ci sembra il balzo di una pulce: la capacità di storage era di 5 megabyte distribuiti su 50 dischi, ciascuno del diametro di 24 pollici di diametro.

 

Eppure, non c’è da guardare a quel momento con eccessiva sufficienza.

Per quanto gigantesca, quella macchina anticipava la concezione e la struttura degli hard disk meccanici tuttora presenti su molti computer.

L’evoluzione la conosciamo: sono arrivati i floppy disk e i CD-ROM, ma prima ancora è arrivato il personal computer. E sempre grazie a IBM e al suo 5150 (dotato di processore Intel 8088).

È lui che ha dato il via alla diffusione di massa del personal computer, entrando sia negli uffici delle piccole e medie imprese sia nelle case delle persone.

STORAGE: UNA SFIDA CONTINUA

La diffusione sempre più capillare del computer ha lanciato la sfida agli ingegneri, invitandoli a un doppio sforzo: far stare sempre più dati in sempre meno spazio.

Sfida raccolta, e vinta. Tutti noi ricordiamo lo stupore nel vedere immesse sul mercato macchine sempre più capaci nell’archiviazione, dai 10 Gb degli anni ’90 ai 750 Gb dei primi anni duemila.

Per arrivare a oggi, dove un hard disk può ospitare 10 terabyte, cioè 10000 Gb di dati.

DAL «COLLO DI BOTTIGLIA» AL SSD

Sfida vinta, abbiamo detto. Tranne che su due aspetti: la velocità di accesso e il trasferimento dei dati.

In altre parole, l’evoluzione del computer ha riguardato l’intero hardware a eccezione degli hard disk. Presente fino a poco tempo fa come unico componente meccanico dei pc, ancora oggi sconta il ruolo negativo di collo di bottiglia: realizzare un trasferimento di dati dell’ordine di 1 TB, infatti, può richiedere anche alcune ore.

Per superare questi limiti, si è puntato sull’elettronica: la memorizzazione è migrata da un supporto meccanico a una memoria flash.

Un’intuizione che ha dato vita agli SSD (Solid State Drive).

I VANTAGGI DEGLI SSD

Sono molteplici. Eccone alcuni:

maggior resistenza a vibrazioni e cadute;
assenza di rumore;
minor consumo energetico;
velocità di lettura e scrittura radicalmente superiori a quella degli hard disk.

Considerati uno standard per i computer odierni, gli SSD si confrontano ora con soluzioni che puntano a superare i limiti tradizionali dell’archiviazione.

UN PASSO IN AVANTI: INTEL® OPTANE™

Come si superano quei limiti? Con soluzioni che vanno verso hardware dotati di elevata velocità di trasferimento dati, bassa latenza, alta qualità di servizio ed elevata resistenza.

È il caso di Intel® Optane™

NEI SISTEMI CONSUMER

In questo ambito, Intel® Optane™ è utilizzata come memoria cache a fianco degli hard disk tradizionali. Ciò consente di ridurre il gap tra il processore e i sistemi di archiviazione classici (hard disk e SSD), che utilizzano l’interfaccia SATA.

Inserendo un modulo di memoria Intel® Optane™ all’interno del proprio computer si ottiene un netto miglioramento nei tempi di caricamento delle applicazioni, videogiochi e file di grosse dimensioni.

MA CHE COMPUTER BISOGNA AVERE?

Per fruire dei vantaggi di Intel® Optane™ è necessario un computer con scheda madre compatibile, dotata di chipset Intel 200 e di connettore M.2 di tipo 2280-S1-B-M, oltre ad un processore Intel® Core™ di settima generazione.

NEI SERVER

In questo settore si è avuta prova di performance estremamente interessanti. Il merito è di Intel® Optane™ SSD DC P4800X, una memoria PCIe da 375 Gb basata su tecnologia 3D XPoint.

È proprio questa tecnologia il segreto di tanta potenza, riesce a dimostrarsi più conveniente di una memoria DRAM e più veloce di un classico SSD, e a garantire maggior resistenza.

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Il futuro delle memorie di archiviazione è certamente difficile da indovinare.

Di sicuro, passa dalla ricerca di materiali sempre più efficienti, attraverso processi di modifica delle relative proprietà a livello atomico. E passa anche da una «terza via», tracciata tra tra gli SSD e la memoria DRAM.

I prossimi PC e dispositivi mobili avranno quindi memorie sempre più veloci e resistenti, ed esprimeranno potenzialità rivelatrici di nuove frontiere dell’archiviazione dati.

E tu, quante cose vuoi «mandare a memoria»?

Per maggiori informazioni, siamo a tua disposizione: contattaci

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