Produttività +27 Miliardi, riduzione costi -10 Miliardi

 

Grazie allo Smart Working


Se la smart city fosse una filosofia, lo smart working ne sarebbe uno dei capisaldi: la sua forza di attrazione verso idee, innovazione e ricerca è un fatto che difficilmente può essere discusso. Anche perché a sostenerlo sono i numeri: quelli di una ricerca condotta da FTI Consulting e quelli di un report dell’Osservatorio Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano.

I primi, raccolti per alcuni paesi europei in cui è presente Epson, dicono che il 91% degli interpellati ritiene l’innovazione strategica per l’efficienza nel luogo di lavoro; i secondi rilevano invece che l’adozione di modelli di lavoro smart può aumentare la produttività delle aziende per un valore di 27 miliardi di euro e ridurre i costi fissi per 10 miliardi di euro.

Ma cosa significa Smart Working?

 
Se desiderate la semplice definizione, basta aprire un vocabolario di inglese o andare su Wordeference.com, e il gioco è fatto: lavoro intelligente. Se volete andare più in profondità, significa conoscere un ventaglio di soluzioni orientate a cambiare il modo di lavorare per essere più efficienti e produttivi.

Come farlo? Molte delle idee poi tradotte nella pratica quotidiana hanno riguardato la mobilità. Si è partiti da una constatazione piuttosto facile: ogni giorno le città, e le metropoli in particolare, sono intasate di mezzi – pubblici o privati – che portano le persone sul posto di lavoro. A ciò si è aggiunto un secondo passaggio: molte delle mansioni d’ufficio si possono serenamente svolgere a casa con un computer e una connessione di rete. Conclusione: smart working uguale telelavoro, quando non house working. Così, migliaia di lavoratori si sono ritrovati, con loro gran sollievo, a non regalare più tempo prezioso al pendolarismo e, concluso il da farsi, ad avere ore per se stessi.

Altre idee di smart working si sono invece concentrate sull’efficienza aziendale e sull’innovazione produttiva, da rincorrere e catturare elaborando un metodo capace di cambiare lo stato dell’arte. Da qui è partita la storia che ha visto protagonista Epson.

Insieme verso il futuro

 

Questa, dicevamo, è anzitutto una storia di collaborazione: da una parte, appunto, Epson e la sua divisione italiana; dall’altra, Talent Garden. O, se preferite, TAG, cioè il maggior network di coworking in Europa. Le due realtà sono partner in un progetto che offre alle aziende un modello ripetibile per migliorare efficienza e innovazione sul luogo di lavoro.

«Spesso non è necessario ribaltare completamente le procedure e le modalità di lavoro – sostiene Carla Conca, business manager Visual Instruments di Epson Italia – ma è sufficiente adottare interventi e tecnologie mirati a favorire una miglior collaborazione e un maggiore scambio di informazioni tra le persone. Con i nostri videoproiettori interattivi EB-1430Wi, per esempio, è possibile partecipare alle riunioni collegandosi da luoghi diversi con smartphone o tablet, condividendo contenuti e annotazioni senza necessità di applicazioni specifiche. Un modo semplice, naturale e produttivo per essere più efficienti».

«Quando abbiamo creato TAG – aggiunge Davide Dattoli, Ceo e cofondatore di Talent Garden – lo abbiamo pensato non soltanto come uno spazio, ma come una rete di professionisti e aziende che potessero lavorare insieme in modo da formare un ecosistema aperto anche a partner aziendali e istituzionali, per costruire insieme il futuro economico e sociale del Paese. Il progetto che ci vede insieme a Epson è perfettamente in linea con la nostra visione e con gli obiettivi che ci siamo dati: sono convinto che darà vantaggi tangibili a tutte le aziende che hanno scelto di lavorare nei nostri co-working.
E non solo a loro
».

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