Dai tempi del suo ingresso in società, quasi alla chetichella ormai 10 anni fa, “che cosa è Watson” è una litania che più o meno tutti gli addetti ai lavori hanno ripetuto ciclicamente.
Erano i tempi delle sfide a Jeopardy! – noto quiz televisivo di cultura generale – e poi arrivò il 2013, quando fu rilasciata la prima applicazione commerciale.
Dieci anni dopo quel 2010, IBM Watson ne ha fatta di strada. E, grazie anche a una maggiore consapevolezza dei tool tecnologici da parte dell’uomo della strada, la domanda “che cosa è Watson” è un po’ meno frequente.
Il post di IBM Italia , in cui si fornisce una spiegazione alla portata di tutti, è un buon punto di partenza.
IBM Watson è un ambiente applicativo che sfrutta al massimo l’intelligenza artificiale. Qualcuno lo definisce un sistema di cognitive computing ma, forse, preferiamo chiamarlo “ambiente”, appunto, visto che è hardware independent.
Ovvero, se è certo che debba avere a disposizione una grande potenza di calcolo, è altresì vero che non viene distribuito con formula all inclusive con elaboratore a corredo.
IBM Watson è in grado di stabilire un dialogo con gli uomini utilizzando il linguaggio naturale, e non solo. Grazie agli algoritmi di machine learning è capace di riconoscere e classificare immagini e suoni, di eseguire calcoli previsionali, di automatizzare molte routine e prendere delle decisioni.
IBM Watson è un ambiente applicativo che cresce con il contributo di tutti
Lo abbiamo definito “ambiente” perché affermare che è un software può essere riduttivo. IBM Watson è un ambiente applicativo disponibile su cloud pensato per le aziende che potrebbe anche solo essere semplicemente utilizzato.
Ma su IBM Watson ci si può anche sviluppare del codice per aggiungere funzionalità o per farlo dialogare con gli applicativi aziendali.
Può essere un set di funzioni e tool applicativi o può essere il kernel di un software specifico. L’azienda che intende utilizzare le funzionalità di IBM Watson può sperimentarne alcune gratuitamente oppure aderire a un servizio secondo la formula as-a-service.
L’ambiente di IBM, poi, in quanto open è in continua evoluzione. Fin da subito IBM ha fornito gratuitamente le Api e la quasi totalità dei tool di sviluppo presenti è open source. Ciò significa che IBM Watson cresce e si evolve con il contributo di una comunità di sviluppo.
Ci sono le Watson Api, come detto, ma c’è anche Watson Studio, Watson Machine Learning, Watson OpenScale e, soprattutto, Watson Assistant.
Probabilmente la componente più evidente, Watson Assistant permette di costruire e sviluppare velocemente chatbot e assistenti virtuali per il dialogo con la clientela ma anche per automatizzare il back office.
IBM ci ricorda che Watson Assistant in Italia è utilizzato, tra gli altri, da Wind Tre, dal Gruppo 24 Ore, dall’Università Ca’ Foscari e anche dalla scuola di scrittura Holden di Torino.
E i casi applicativi illustrati sul sito di IBM Italia fanno intendere che, più che in un rapporto B2C, IBM Watson dà il meglio di sé nei progetti B2B.
Non esiste un Industry in cui IBM Watson non possa essere utile
Ci sono Industry in cui IBM Watson sta dimostrando da tempo le sue potenzialità e altre che lo stanno scoprendo ora.
Certamente l’health è un comparto che fin da subito ha goduto delle caratteristiche di un sistema (questa volta hardware + software) perfetto per le sue esigenze.
Perché? Perché IBM Watson si esprime al massimo in presenza di enormi quantità di dati. L’ambiente li accoglie e li elabora con lo scopo di proporre delle previsioni per gli eventi futuri in un certo ambito.
Dopo l’Health, anche il Finance, il Retail, l’Entertainment, il mondo assicurativo e il manufacturing hanno iniziato a comprendere le potenzialità dell’intelligenza artificiale di IBM. Fino a convincere un po’ tutti: in effetti non esiste un Industry che non possa trarre giovamento da un ambiente così.
Come detto, i tool all’interno dell’ambiente IBM Watson sono in continuo fermento. Il criterio è sempre lo stesso: analizzare i dati e fornire delle interpretazioni.
Analizzare i dati, interni ed esterni al perimetro aziendale, per tutelare la salute dei dipendenti.
Ma anche comunicare rapidamente con le risorse aziendali grazie all’assistente vocale, massimizzare l’efficacia del tracciamento e, infine, supportare il Building Management. Insomma, nella nuova normalità sarà ancora più chiaro che cosa è realmente IBM Watson.
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