Il Piano Transizione 4.0 è un pacchetto di misure promosso dal MISE, il Ministero dello Sviluppo Economico. L’obiettivo di questa serie di provvedimenti è uno solo: fare in modo che il mercato dell’Industria 4.0 in Italia riesca definitivamente a decollare, seguendo le opportunità della Digital Transformation, l’unica strada per mantenere e solidificare il vantaggio competitivo acquisito dalle aziende nel tempo.
Piano Transizione 4.0: di cosa si tratta?
Nel corso della storia repubblicana il governo italiano ha sempre avuto un occhio attento all’innovazione e al sostegno delle industrie nell’investimento di nuove tecnologie. Il Piano Transizione 4.0 segue in ordine temporale il Piano Industry 4.0 e si fonda sulle risorse economiche stanziate con la Legge di Bilancio del 2021, in ottemperanza alle indicazioni del Recovery Plan. Sul piatto ci sono 24 miliardi di euro, che il governo utilizzerà principalmente per aumentare le aliquote di detrazione.
Con il Piano Transizione 4.0 l’obiettivo dichiarato è stimolare gli investimenti industriali, seguendo due direttrici: da una parte offrire alle aziende la giusta linfa vitale per ripartire dopo le difficoltà della pandemia da Covid-19, dall’altra sostenerle economicamente per spingerle ad avvicinarsi all’innovazione tecnologica senza pesare troppo sui bilanci.
Cosa prevede il Piano Transizione 4.0
Il Piano Transizione 4.0 ha inciso fortemente sui crediti d’imposta, abbracciando diverse aree come la Formazione 4.0, la Ricerca e Sviluppo e i Beni Materiali e Immateriali. La durata della misura è stata definita in 2 anni, con una retroattività possibile dagli investimenti effettuati dal 16 novembre 2020.
Analizziamo ora nel dettaglio come sono state distribuite le nuove aliquote sulla base del Piano Transizione 4.0.
Ricerca e Sviluppo: determinante per il 4.0
E’ innegabile che qualsiasi azienda che voglia implementare soluzioni 4.0 al proprio interno non può prescindere da un reparto Ricerca e Sviluppo di alto profilo. Per questo motivo tra i crediti d’imposta più interessanti offerti dalle misure del MISE toccano esattamente quest’area. Nello specifico per il settore R&S è previsto un credito d’imposta del 20%, con un tetto massimo dell’investimento di 4 milioni di euro. Per capire l’entità della nuova misura basti pensare che l’aliquota precedente era al 12% (con un tetto di 3 milioni di euro).
Innovazione tecnologica, green, digitale, design
Altre aree di capitale importanza nella transizione verso la Digital Transformation sono quelle relative all’innovazione tecnologica, al green, al digitale e al design. Per queste aree sono state potenziate le aliquote in questo modo:
- Credito di imposta del 10% per tutti gli investimenti in innovazione tecnologica, con un tetto massimo di investimento fissato a 2 milioni di euro. La misura va a sostituire la precedente aliquota del 6% (con tetto massimo di 1,5 milioni di euro);
- Credito di imposta del 15% per tutti gli investimenti in innovazione green e digitale, con un tetto massimo di investimento fissato a 2 milioni di euro. La misura va a sostituire la precedente aliquota del 10% (con tetto massimo di 1,5 milioni di euro);
- Credito di imposta del 10% per tutti gli investimenti in design e ideazione estetica, con un tetto massimo di investimento fissato a 2 milioni di euro. La misura va a sostituire la precedente aliquota del 6% (con tetto massimo di 1,5 milioni di euro).
Piano Transizione 4.0: grande attenzione per la formazione
Se la Ricerca & Sviluppo è fondamentale per le aziende, non di meno lo è l’area formativa. Senza l’adeguata formazione e professionalizzazione diventa complicato per le imprese garantire il funzionamento corretto ed efficiente degli strumenti 4.0. Ecco perché il Piano Transizione prevede un credito d’imposta per le spese relative alla formazione interna. Nello specifico la misura suddivide il credito a seconda della dimensione aziendale: le piccole imprese beneficeranno di un credito del 50% sulle spese, con limite massimo di 300.000 euro. Le medie e grandi imprese potranno usufruire invece rispettivamente di un credito del 40% e del 30% per un limite massimo di spesa fissato per entrambe a 250.000 euro.
Beni materiali e beni immateriali: cosa cambia
Gli incentivi sul credito proposti dal Piano Transizione 4.0 e volti a stimolare la digitalizzazione delle aziende tocca anche i beni materiali e i beni immateriali. Per i beni materiali 4.0 è stato ratificato questo intervento:
- Aliquota del 50% nel 2021 e del 40% nel 2022 per spese inferiori a 2,5 milioni di euro;
- Aliquota del 30% nel 2021 e del 20% nel 2022 per spese comprese tra 2,5 e 10 milioni di euro;
- Aliquota del 10% per 2021 e 2022 per spese superiori a 10 milioni di euro.
Per ciò che concerne i beni immateriali le novità del MISE modificano la precedente imposta del 15% al 20%, prevedendo anche un nuovo tetto di spesa di 1 milione di euro (precedentemente era di 700 mila euro). In quest’ambito è importante segnalare anche l’aumento del credito d’imposta per investimenti relativi all’implementazione dello smart working o lavoro agile, con l’aliquota che passa dal 6% al 15%.
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