È da due anni che il nostro modo di lavorare è totalmente cambiato, ma ancora oggi ci sono molti (forse troppi) lavoratori che passano 8 e più ore seduti su sedie impagliate, davanti a schermi di massimo 15” e senza accessori fondamentali come una tastiera e un mouse wireless.
Un rapporto realizzato da Ergotron su 600 dipendenti e 600 responsabili HR in quattro Paesi differenti ha cercato di fare luce su questa situazione e sono emersi aspetti positivi e negativi.
I dati emersi dal report di Ergotron
Il primo dato emerso dalle interviste riguarda le nuove opportunità di lavoro: quasi tre quarti dei dipendenti sceglierebbe un ambiente di lavoro ergonomico in cui la salute fisica e mentale vengono considerate delle priorità.
Il 75% dei dipendenti che svolge un lavoro ibrido (o hybrid working), inoltre, trova fondamentale essere in grado di lavorare senza difficoltà in diversi spazi dell’ufficio, e la possibilità di riposizionare lo schermo per svolgere ogni attività lavorativa in maniera comoda uno dei fattori più importanti.
Per non parlare poi del 64% dei dipendenti, che ritiene molto importante poter cambiare posizione, da seduti a in piedi, durante la giornata lavorativa.
Oltre alle desiderata, però, sono emersi anche degli aspetti che fanno capire come l’ergonomia sul lavoro da remoto (o remote working) sia ancora lontana per alcune aziende.
Solo il 22% dei datori di lavoro, infatti, fornisce ai propri dipendenti le attrezzature in grado di garantire uno spazio di lavoro ergonomico, e solo il 36% dei lavoratori ha un manager che si informa regolarmente sulla sua salute e il suo benessere.
Quindi, man mano che le organizzazioni si ritrovano ad abbracciare stili di lavoro ibridi nella post-pandemia, è importante che valutino il design delle postazioni di lavoro remoto.
Premesse: aumento di problemi muscolo-scheletrici
Prima di capire quali sono le soluzioni che le aziende possono e devono iniziare ad adottare per garantire un lavoro da casa comodo e soprattutto attento alla salute, bisogna fare un passo indietro.
Uno studio pubblicato nell’agosto 2020 ha evidenziato un aumento del rischio di problemi muscolo-scheletrici e di salute mentale per chi lavorava da casa, in quanto gli ambienti domestici erano inadeguati al lavoro.
Ovviamente l’aumento dello stress fisico e psicologico porta con sé maggiori spese sanitarie e di invalidità, perdita di tempo e di produttività e un impatto negativo sull’esperienza lavorativa: basti pensare che le stime di spesa per le cure muscoloscheletriche a carico del datore di lavoro sono aumentate del 40% nel 2021 rispetto al 2019.
Quindi quali sono le azioni e le soluzioni che possono migliorare il comfort e la produttività dei dipendenti che lavorano a distanza?
Cosa bisogna fare per un lavoro DA REMOTO più ergonomico e produttivo
Come abbiamo detto, le aziende dovrebbero innanzitutto fornire attrezzature adeguate ai propri dipendenti e metterli nelle condizioni di usufruire di una formazione sulle corrette posture di lavoro e sui vantaggi di uno stile di lavoro attivo per la salute.
Per il primo aspetto, è fondamentale selezionare con uno specialista di ergonomia o con un rivenditore di prodotti le attrezzature che rispondono alle esigenze della maggior parte dei lavoratori.
Tra queste rientrano senza dubbio una sedia, una scrivania regolabile in altezza per lavorare in piedi e seduti, un monitor aggiuntivo con braccio o supporto, una tastiera e un mouse aggiuntivi, oltre a prodotti che dispongono di più punti di regolazione.
Per quanto l’aspetto della formazione, spesso trascurato, è importante diffondere una cultura del lavoro confortevole e capace di ridurre il rischio di infortuni legati all’uso del computer.
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