Spesso, pensando all’impatto ambientale delle realtà di un territorio, si elencano industrie tradizionali, aziende petrolchimiche, acciaierie, per passare poi ai danni causati dalla mobilità e dalle vetuste modalità di riscaldamento.
Si dimentica tutto il mondo legato alle costruzioni, forse perché è costituito per lo più da realtà molto piccole e da cantieri di dimensione spesso ridotta.
I numeri aggregati però evidenziano una realtà importante con un forte impatto ambientale. Si parla del 9% del Pil Europeo (dati del 2018) con 3 milioni di aziende e 15 milioni di lavoratori. Il consumo di materie prime e di energia è evidente.
Anche relativamente alla produzione dei rifiuti i numeri sono impressionanti: si stima che costruzioni e demolizioni rappresentino il 25/30% del volume dei rifiuti totali generato nella UE.
La consapevolezza ambientale nelle attività di costruzioni
Il primo passo verso la sostenibilità di questo settore deve portare a una nuova consapevolezza sul tema da parte degli operatori.
Protagonisti in questo senso sono le associazioni di categoria, capillari e conosciute, in grado di parlare con le singole piccole realtà.
Programmi nazionali e europei non mancano: è necessario creare sinergie tra imprenditori e istituzioni per porre le basi delle nuove realtà.
La strada verso la sostenibilità dell’intero settore delle costruzioni passa dall’informazione e da una maggior consapevolezza, ma anche da norme che rendano più competitive le realtà che scelgono di rinnovarsi in maniera green.
Sisma bonus, eco bonus, super bonus: dall’Italia all’Europa
Gli interventi legislativi italiani destinati alla riqualificazione del patrimonio edilizio, ora al vaglio anche di altri Paesi Europei, hanno sicuramente avuto il vantaggio di muovere il comparto verso una nuova consapevolezza ecologica e promuovere l’uso di fonti energetiche rinnovabili.
Non solo i nuovi edifici, o le ristrutturazioni, dovrebbero rispettare criteri di sostenibilità. Anche tutto quello che riguarda le costruzioni dovrebbe esserlo.
Basti pensare a tutti i veicoli e macchinari utilizzati per le costruzioni. Spesso i motori, necessariamente molto potenti, sono al contempo estremamente inquinanti.
Ad oggi solo nei paesi scandinavi, più sensibili alla tematica ecologica, una legge obbliga l’utilizzo di mezzi con età inferiore ai 9 anni (come in Svezia) e dotati di sistemi in grado di ridurre le emissioni.
In tema rifiuti è necessario rivedere l’intero processo di gestione che ora raramente porta a una vera differenziazione degli scarti verso un possibile riciclo.
In Italia è ridotto, se non inesistente, l’applicazione tecnologica in questo ambito. Ben utilizzata invece saprebbe dare risultati molto positivi che, con le giuste normative, potrebbero tradursi in vantaggi competitivi.
La digitalizzazione delle attività aziendali
I processi aziendali e organizzativi, in questo settore, sono spesso gestiti con metodi tradizionali. La transizione verso il digitale proietterebbe anche il comparto delle costruzioni verso un risparmio in termini di tempo e energie e benessere sul lavoro.
Gestione amministrativa, contabile e dei progetti possono essere riorganizzate in ogni impresa del mondo delle costruzioni grazie al digital.
Con una particolare attenzione anche in questo ambito a ciò che accade nei paesi scandinavi, che si dimostrano all’avanguardia.
Realizzare la transizione digitale ha un impatto positivo su tempi e risorse, ma richiede uno sforzo iniziale importante soprattutto in termini di formazione del personale.
Servono risorse, impegno, scambi continui di informazioni tra ricerca e aziende sul territorio, oltre che una diffusa nuova consapevolezza volta alla sostenibilità.
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