L’utilità dell’IoT per la supply chain la si comprende dagli esempi applicativi. Uno dei più recenti vede protagonista Coles Group, uno dei principali retailer australiani, con più di 800 supermercati. La società ha fatto sapere di aver implementato un sistema di tracciabilità IoT per ridurre le perdite di attrezzature nella sua catena di approvvigionamento del pollame. Per questo si è basato su una soluzione Internet of Things di tracciamento e monitoraggio realizzata dalla società di pallet pooling Loscam e dall’operatore locale Sigfox Thinxtra. Essi hanno collegato dei sensori a 4.500 “contenitori” di pollame che si muovono tra gli allevamenti e gli impianti di lavorazione dei fornitori e il proprio centro di distribuzione. Coles ha dichiarato una riduzione dei costi dei contenitori del 25% ottimizzando i tassi di utilizzo e di recupero.
La combinazione di mobile computing, analisi e servizi cloud, tutti alimentati dall’Internet delle cose (IoT), sta cambiando il modo in cui le aziende di consegna e adempimento svolgono le loro attività.
Pensiamo alla logistica conto terzi (anche nota come 3PL), uno dei metodi più diffusi per l’evasione delle consegne oggi. Essa coinvolge qualsiasi azienda che fornisce servizi in outsourcing per movimentare prodotti e risorse da un’area all’altra. Gli spedizionieri continuano a nutrire grandi aspettative nei confronti dei loro 3PL, ma le prestazioni non sono giudicate all’altezza. Lo mette in luce il Third-Party Logistics Study 2023, che ha rilevato un calo del 7% della soddisfazione degli spedizionieri nei confronti dei 3PL. I primi vogliono essere sicuri che i loro partner sono in grado di monitorare facilmente le spedizioni, di comunicare frequentemente con gli intermediari e i vettori e di garantire il rispetto della conformità. Tutto ciò è sempre più difficile da gestire per i 3PL, considerando che il 90% di essi ha aumentato la propria base di clienti nell’ultimo anno, secondo Inbound Logistics.
Ma l’IoT sta già cambiando il funzionamento di questo processo, migliorandolo. Un’indagine condotta da GT Nexus e Capgemini ha rilevato che il 70% delle aziende del settore retail e manifatturiero ha già avviato un progetto di trasformazione digitale delle proprie operazioni di supply chain.
L’importanza dell’IoT per la supply chain
Le operazioni riguardanti la supply chain coinvolgono numerose attività interconnesse tra loro, a partire dall’approvvigionamento fino alla pianificazione, produzione e logistica. Esse devono essere svolte in modo quanto più sincronizzato per garantire la massima efficienza. Per garantire che una catena di fornitura funzioni in modo efficiente, è importante monitorare e controllare innumerevoli variabili. La sola gestione delle merci è complessa: implica sapere dove si trovano, come vengono mantenute e quando sono attese a una determinata destinazione. È qui che l’uso dell’IoT nella supply chain fa la differenza: migliora la comunicazione tra le parti, facilita la tracciabilità e il monitoraggio delle merci e rende più precisa la pianificazione.
In termini di visibilità e trasparenza, l’IoT consente ai responsabili della supply chain di accedere a un flusso costante di dati in tempo reale sulla posizione dei prodotti, sull’ambiente che li circonda e sulle condizioni del veicolo che li trasporta. Conoscere esattamente “dove, come, quando” le merci si spostano riduce – anzi, azzera – rischi legati allo smarrimento o al furto di beni.
Anche in termini di controllo e monitoraggio della temperatura, ci sono settori, come quello alimentare, ma anche quello farmaceutico, dove il trasporto e la logistica delle merci a temperatura controllata è fondamentale per determinare la qualità dei prodotti. Grazie a sensori IoT e a un sistema dedicato, è possibile monitorare parametri essenziali come l’umidità, l’esposizione all’aria, l’intensità della luce, oltre che la temperatura e altri fattori ambientali, gestendo tutto in un unico sistema.
L’avvento dell’IoT e della robotica
La pandemia Covid-19 ha evidenziato la necessità di poter contare su catene di fornitura quanto più sicure e indipendenti quanto più possibile dal rischio di interruzione. Ecco allora che la robotica diventa un elemento fondamentale in molte fasi della supply chain.
L’Association for Advancing Automation ha presentato alcuni dati che evidenziano questa tendenza: nel 2021 le vendite di robot sono aumentate del 28% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 2 miliardi di dollari. Questo risultato è stato provocato dalla carenza di lavoratori durante la pandemia e ha superato del 14% il record di vendite del 2017.
La crescita trova conferme anche nei dati della International Federation of Robotics: le vendite di robot per servizi professionali sono aumentate del 37% nel 2021. È un incremento definito “impressionante”. Sono stati venduti circa 121.000 robot di servizio professionali: più di uno su tre sono stati costruiti per il trasporto di merci o carichi.
Secondo Gartner, per il 66% delle organizzazioni della supply chain, i vincoli di disponibilità di manodopera sono il principale fattore che spinge a investire nella robotica. Questi robot stanno assumendo mansioni per le quali i lavoratori più giovani, in particolare, non sono attratti – lavori fisicamente faticosi, ripetitivi e talvolta pericolosi – e aiutano le aziende a sopravvivere e a prosperare di fronte alla contrazione della manodopera e alla crescita della domanda.
Ma come si integrano robot e IoT nella supply chain? In molteplici modi. Prendiamo a esempio i robot mobili autonomi (AMR), ovvero soluzioni robotiche che possono muoversi in un determinato ambiente in cui è posto senza richiedere la necessità di essere supervisionato.
Un esempio lo offre la cinese ForwardX, che ha sviluppato tre tipi di Autonomous Mobile Robots da utilizzare in vari comparti della supply chain. Tutti e tre gli AMR sono dotati di scanner LiDAR, telecamere di profondità e telecamere 2D e 3D. Non solo: i robot sono dotati anche di unità di misura inerziale che misurano l’accelerazione, il movimento angolare e altre forze che influenzano i robot. Gli encoder delle ruote dei robot monitorano il numero di volte che le ruote ruotano. Si tratta in tutti i casi di tipiche funzioni IoT implementate in questi robot per evitare gli ostacoli e per garantire la sicurezza, due aspetti importanti nei magazzini.
Questa tendenza di adottare robot nella catena di fornitura è in piena espansione, e vede l’ingresso di diverse startup. Una delle più importanti è Locus Robotics che ha recentemente chiuso un round di finanziamento con oltre 117 milioni di dollari, portando la sua valutazione totale a poco meno di 2 miliardi di dollari. Stiamo parlando di un unicorno che basa la sua crescente fortuna sugli AMR, progettati per l’uso nei centri di distribuzione e di evasione ordini. I recenti stanziamenti ricevuti – come ha fatto sapere l’azienda innovativa – saranno investiti proprio nella digitalizzazione delle catene di approvvigionamento, proprio perché consapevoli della importanza crescente.
L’IoT nella supply chain di oggi e domani
Le tendenze della innnovazione tecnologica favorirà ancor più la diffusione dell’IoT nella supply chain. Pensiamo ai progressi nell’archiviazione dei dati nel cloud, nel campo afferente alle tecniche di intelligenza artificiale e nelle reti cellulari. Uno studio di P&S Intelligence ha rilevato che, a partire dal 2020, l’IoT nella logistica rappresenterà un settore da 35 milioni di dollari con un tasso di crescita del 13,2% previsto per i prossimi dieci anni. L’aumento della connettività cellulare e il lancio del 5G costituiranno probabilmente una parte importante di questa crescita.
I principali operatori del settore si stanno muovendo da tempo in questa direzione. DHL Express ha posto nella digitalizzazione un elemento essenziale per trasformare le sue operazioni logistiche. Nell’ambito dell’obiettivo della sua Strategia 2025 di fornire un servizio eccellente ottimizzando le operazioni della supply chain, ha investito oltre 2 miliardi di euro in progetti di trasformazione digitale.
A livello di logistica navale, il colosso Maersk da tempo fa uso delle tecnologie più avanzate per la movimentazione efficiente delle merci. Per quella che è indicata come la più grande compagnia di navigazione mercantile al mondo per ricavi, l’installazione di sensori e dispositivi IoT sta rivoluzionando anche le operazioni del terminal. In passato, il carico nei container doveva essere ispezionato e registrato su carta. In futuro, tutto il processo sarà automatizzato e i dati saranno digitalizzati rapidamente. L’edge computing con sensori IoT che incorporano computer vision e AI permetterà di migliorare sensibilmente la gestione delle merci. Ma non solo: come parte dell’infrastruttura edge di Maersk, il contenuto dei container può essere esaminato da una miriade di sensori IoT subito dopo l’arrivo ai terminal. I container RFID possono anche essere controllati prontamente e inseriti nel manifesto di carico prima di essere spostati mediante robot nelle loro sedi temporanee.
Comments are closed.