Memorie di EXPO 2015: il supermercato del futuro
Che dai rifiuti rinascano le cose, è noto: una bottiglia di plastica può diventare un maglione di pile. Ma che con i rifiuti si possa raggranellare qualche euro, è meno noto. Eppure, si può. Nei Paesi Scandinavi, infatti, quando si acquistano di beni imballati viene applicato sul prodotto un piccolo sovrapprezzo. È come una cauzione: se si ricicla correttamente l’imballaggio, si ottengono soldi o si ricevono buoni sconto per la spesa.
Non sono cifre eclatanti. In Italia siamo intorno ai 10 centesimi; in Germania saliamo a 20-30 centesimi. È un incentivo forte, se si lavora sulle quantità: dopo una festa, per esempio, le bottiglie non sono certo poche. Con un po’ di costanza e di volontà, ci si può mettere in tasca somme utili.
Contenitori per bevande utilizzati ogni anno nel mondo (in miliardi)
I cassonetti intelligenti
Sono chiamati tecnicamente Reverse Vending Machine: di tratta di cassonetti che raccolgono prodotti finiti e li riciclano automaticamente.
E sono essenziali per far funzionare il sistema come lo abbiamo raccontato poc’anzi.
Il business delle Reverse Vending Machine è tra i più promettenti per il futuro, con aziende già fortemente consolidate su questo settore.
Un esempio è in Norvegia, dove Tomra è già tra i maggior i produttori al mondo di cassonetti intelligenti: oltre 75 mila installazioni in 40 Paesi, e una stima nell’abbattimento dei gas serra pari a quello emessi da 2 milioni di automobili in marcia, ciascuna per 10 mila km.
Una tecnologia con il cuore Intel
Le Reverse Vending Machine di Tomra son autentici concentrati di innovazione con un cuore Intel
Mentre la vending machine tradizionale (per capirci: un distributore di bevande) si limita a a ricevere un comando dallo schermo e a fornire il prodotto richiesto, una Reverse Vending Machine è chiamata a fare più cose. Anzitutto, deve riconoscere l’oggetto inserito al suo interno. Il suo cuore con tecnologia di processore Intel gli permette di leggere l’etichetta. Non sempre, però, ci sono o risultano leggibili; alcuni modelli, quindi, sono in grado di riconoscere il materiale di cui è fatto il contenitore inserito, per poi poterlo smistare correttamente.
Inoltre, riescono a riconoscere un contenitore vuoto da quello pieno (che viene rigettato), di pulire e compattare i rifiuti, di capire se un contenitore sia riutilizzabile o meno (destinandoli a diersi tipi di smaltimento). La complessa tecnologia che governa le capacità delle Reverse Vending Machine può garantire un tasso altissimo di riutilizzo dei materiali raccolti.
Riciclare è un gioco
Le Reverse Vending Machines sono un fulgido esempio di Internet of Things. L’utente può infatti creare un proprio profilo sul display integrato. In questo modo, può tenere traccia della propria attività di riciclo personale, dei crediti guadagnati e dei propri progressi. E può confrontarsi con gli altri, ingaggiando battaglie sicuramente proficue.
Ciò accade in alcune delle aziende che hanno installato Reverse Vending Machines nei propri uffici, lanciando la sfida ai propri dipendenti: in collaborazione con i colleghi della propria area, sono state create squadre per ottenere la palma squadra o ufficio più green.
A dare ulteriore stimolo alla virtù dei singoli hanno pensato un sito web dedicato e la condivisione dei risultati sui social network.
E tu, non vorresti una Reverse Vending Machine nel tuo ufficio?
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