IBM Think 2020 non si ferma: durante l’appuntamento annuale – questa volta virtuale – con clienti e partner, Big Blue preme l’acceleratore sulle soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale.
Durante la Think Digital Conference IBM sono state presentate diverse nuove funzionalità e soluzioni intorno alla grande madre IBM Watson, da tempo l’aggregatore delle proposte tecnologiche basate sull’Intelligenza Artificiale.
La novità principale introdotta da IBM è IBM Watson AIOps, una piattaforma applicativa ideata con l’unico obiettivo di automatizzare le operazioni IT, rendendo le strutture applicative più dinamiche e resilienti. E, soprattutto, capace di reagire ai blocchi dell’It.
Preso atto, si spera, che i dati sono l’asset fondamentale da coltivare per abilitare il business, il focus ora passa alla loro gestione. Durante il suo keynote, il Ceo IBM, Arvind Krishna, ricorda le previsioni IDC: entro il 2024, le aziende che porranno l’AI come principale volano tecnologico avranno una capacità di risposta sul mercato maggiore del 50% di chi sceglie di rimanere indietro.
Di più, Aberdeen calcola in 260mila dollari all’ora la perdita economica conseguente a un blocco o a un guasto della piattaforma applicativa. Non c’è tempo da perdere, dunque, e non basta più accettare di porre i dati generati dagli asset applicativi al centro. Troppe informazioni, troppo eterogenee e troppo complesse da interpretare.
È tempo di una gestione dinamica e resiliente dei dati
Per questo è giunto il momento di focalizzarsi sulla loro corretta gestione, grazie all’utilizzo di strumenti avanzati di integrazione e di elaborazione dei flussi basati sull’Intelligenza Artificiale. Le piattaforme applicative aziendali oggi richiedono un orchestratore dinamico e costantemente presente, in grado di fornire risposte immediate che impattino in tempo reale sulle scelte di business.
IBM Watson AIOps amplia la metodologia di sviluppo DevOps alla diretta gestione delle operations. Un cambio di paradigma necessario, che pone alla base lo sviluppo dinamico e collaborativo. L’obiettivo primario è, ancora di più, la resilienza dell’infrastruttura It, e quindi dell’azienda tutta. La capacità di rispondere in unità di millisecondi ai blocchi di sistema.
La via è l’automazione applicativa, la capacità, grazie all’Intelligenza Artificiale, di vigilare sull’evoluzione dei diversi corpus dati e prevedere il punto di rottura.
IBM Watson AIOps è in grado di analizzare e confrontare log e alert provenienti da elaborazioni distinte, uniformarle e prendere decisioni immediate. Si individua il problema, se ne localizza la radice grazie al confronto con l’analisi dei comportamenti passati (machine learning) e si agisce di conseguenza.
La nuova piattaforma IBM, inoltre, introduce il Natural Language Processing come facilitatore di interfaccia per una migliore interazione con la macchina. Frutto di un denso lavoro di collaboration e integration, IBM Watson AIOps si basa sull’ultima versione di Red Hat OpenShift e si avvale dell’integrazione di servizi e tool ampiamente riconosciuti nell’ambito DevOps come, per esempio, Slack.
Insieme alla nuova piattaforma, in occasione di IBM Think 2020 è stato rilasciato anche l’Accelerator for Application Modernization with AI, progettato per consentire alle aziende di ridurre sforzi e costi associati all’adeguamento delle applicazioni.
In tutto questo, che ruolo hanno i partner?
Come sempre, la tecnologia la fornisce IBM, ma chi serve i piatti è il partner. Chi sceglie gli abbinamenti giusti, l’ordine delle portate, le quantità fa parte del ben consolidato ecosistema IBM. Distributori come Tech Data, system integrator e sviluppatori oggi hanno un ruolo ancora più determinante nella proposizione tailor made per le aziende clienti. La copertura dell’ultimo miglio diventa ancora più determinante, nel momento in cui il business non può sottrarsi a un intervento tempestivo, adeguato e allineato alle competenze richieste da piattaforme sempre più sofisticate.
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