Sulla connettività in Europa, l’UE punta forte. L’obiettivo che si è posta è di divenire il continente più connesso entro il 2030. Per riuscirci sta lavorando su vari fronti: potenziamento delle reti in fibra e 5G, cavi e satelliti, oltre ad accessi Wi-Fi sempre più diffusi.
Oltre che sulle infrastrutture, ha definito e sta definendo diverse misure finalizzate a promuovere e sostenere lo sforzo. Si va dal programma politico Europe Digital’s Decade all’iniziativa WiFiEU. Quest’ultima promuove l’accesso Wi-Fi gratuito per i cittadini in spazi pubblici. Finora ha permesso di arrivare a contare più di 90mila punti di accesso disponibili in tutta Europa.
Piani e strategie per sviluppare la connettività in Europa
Espandere la connettività in Europa è una missione che l’UE si è data perché convinta dei benefici di poter contare su un’infrastruttura di rete digitale all’avanguardia.
L’UE sta attualmente portando avanti altre iniziative di connettività come l’implementazione di reti in fibra e 5G.
La Commissione Europea, nel white paper “How to master Europe’s digital infrastructure needs?”, evidenzia che la futura competitività di tutti i settori dell’economia europea dipende da queste infrastrutture e servizi di rete digitale avanzati. Essi costituiscono la base per una crescita del PIL globale tra mille e duemila miliardi di euro, e per la transizione digitale e verde della nostra società ed economia.
Le lacune da colmare
Tuttavia, c’è molto da fare, come si legge nel documento della Commissione UE. A proposito dell’infrastruttura di connettività dell’Unione Europea, non è ancora pronta ad affrontare le sfide attuali e future. Dal lato dell’offerta, la relazione del 2023 sullo stato del decennio digitale sottolinea in particolare la limitata copertura in fibra. Essa comprende il 56% di tutte le famiglie e il 41% delle famiglie nelle aree rurali. Si scontano ritardi nell’implementazione delle reti 5G autonome nell’Unione Europea.
Per quanto riguarda la copertura in fibra, i progressi oltre l’80% entro il 2028 paiono improbabili. Se non si accelera il processo di sviluppo, diventa arduo l’obiettivo del 100% al 2030. Rispetto alla copertura in fibra del 56% nell’UE nel 2022, gli Stati Uniti, che tradizionalmente si sono affidati al cavo, avevano il 48,8%. Giappone e Corea del Sud hanno raggiunto entrambi il 99,7%, grazie a chiare strategie a favore della fibra.
Nel complesso, e senza tenere conto della densità di popolazione e della qualità della connettività, l’UE ha una copertura fissa e mobile simile a quella degli Stati Uniti, ma è notevolmente indietro rispetto ad altre parti del mondo, in particolare per quanto riguarda la copertura in fibra e il 5G stand-alone.
Digital decade: il programma UE per la trasformazione digitale dell’Europa al 2030
Per cercare di colmare il gap e riuscire a centrare la leadership mondiale quale continente più connesso, l’UE lavora sia sulle infrastrutture sia su politiche definite. A questo secondo campo appartiene il Digital Decade. Il programma strategico per il decennio digitale fissa traguardi e obiettivi concreti per il 2030, guidando la trasformazione digitale dell’Europa su più fronti. Intanto si punta sulle competenze. L’obiettivo al 2030 è arrivare a contare su 20 milioni di specialisti ICT e su competenze digitali di base che coinvolgano almeno l’80% della popolazione. Inoltre si punta sulla digital transformation delle aziende. La finalità è di arrivare al 75% di imprese che utilizzano soluzioni e strumenti cloud, intelligenza artificiale e Big Data. L’ambizione è di arrivare a oltre il 90% delle PMI che sia in grado di raggiungere almeno un livello di base di intensità digitale.
Per riuscire in questo, tra gli obiettivi fissati nel Digital Decade c’è anche quello di arrivare a contare su 10mila nodi nodi periferici altamente sicuri a impatto climatico zero per veicolare i dati, in modalità edge e cloud.
Tra l’altro, si intende arrivare alla digitalizzazione completa dei servizi pubblici, in maniera ubiqua, dai servizi pubblici fondamentali (100% online entro il 2030), all’accesso alla propria cartella clinica online.
Dalle norme agli investimenti: due misure per sostenere la connettività in Europa
Lo scorso maggio è entrato in vigore il Gigabit Infrastructure Act (GIA). La nuova legge va ad aggiornare le regole per garantire un procedimento più rapido, più economico e più semplice dell’installazione di reti Gigabit, affrontando i principali ostacoli come procedure costose e complesse per l’implementazione della rete. Essa è anche determinante per raggiungere l’obiettivo del Digital Decade 2030 sulla connettività: garantire l’accesso trans-UE alla connettività Gigabit veloce e ai dati mobili veloci entro il 2030.
Pienamente applicabile nel novembre 2025, GIA vuole semplificare le procedure amministrative per l’implementazione della rete in tutta l’UE e dotare gli edifici di infrastrutture ad alta velocità. Inoltre, intende ridurre l’impatto ambientale delle reti di comunicazioni elettroniche. Essa, per questo, promuove l’implementazione di tecnologie più efficienti dal punto di vista ambientale, come la fibra e il 5G.
In termini di finanziamenti utili per sviluppare la connettività in Europa, va ricordato il Connecting Europe Facility (CEF Digital). Il meccanismo nasce per sostenere e catalizzare gli investimenti pubblici e privati nelle infrastrutture di connettività digitale tra il 2021 e il 2027. In particolare, contribuirà a sostenere investimenti dedicati a infrastrutture ad alte prestazioni sicure, protette e sostenibili, in particolare, reti Gigabit e 5G in tutta l’UE.
A questo proposito si valuteranno e sovvenzioneranno proposte e i relativi progetti. Quest’anno sono stati assegnati oltre 250 milioni di euro per 37 progetti per l’implementazione dell’infrastruttura 5G per le comunità locali e lungo i principali corridoi di trasporto europei, nonché per l’implementazione di cavi sottomarini. Ciò migliorerà la sicurezza e la resilienza delle reti dorsali all’interno e verso l’UE.
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