Tecnologia emergente sino a una decina di anni fa, oggi i cobot rappresentano il presente (ma soprattutto il futuro) della robotica industriale. Un segmento in crescita esponenziale. In tutto il mondo, offre promettenti sviluppi, con ricavi globali che nel 2020 hanno superato i 3 miliardi di dollari.
Un po’ di storia: da “apparato” a cobot
Definito “un apparato e metodo per l’integrazione diretta tra una persona e un manipolatore generico controllato da un computer“, il primo cobot debuttava nel 1999, risultato degli studi di General Motors per implementare la robotica nel settore automotive. Il “nonno” dei moderni cobot aiutava gli operai “in carne ed ossa” nell’assemblaggio dei veicoli, pur non disponendo ancora di una fonte di alimentazione propria.
È nel 2004 che in Germania fa la sua comparsa LBR3, innovativo prototipo brevettato da Kuke, azienda pioniera della robotica. Frutto della collaborazione tra l’azienda e l‘Istituto Centrale Aerospaziale Tedesco, LBR3 è il primo cobot leggero ad alimentazione propria, successivamente perfezionato in due modelli successivi (nel 2008 e nel 2013).
Nel 2008, sbarca dalla Danimarca UR5, il primo cobot in grado di lavorare in sinergia con l’uomo, in sicurezza e senza gabbie o barriere. Progettato e realizzato da Universal Robot, UR5 inaugura ufficialmente l’era dei robot collaborativi flessibili, convenienti e di semplice utilizzo, in grado di determinare un deciso ammodernamento delle linee di produzione. Oggi leader nel settore della robotica industriale, Universal Robot traina un mercato che registra una percentuale di crescita annua pari al 50%.
Robotica collaborativa tra presente e futuro
Ad oggi la robotica collaborativa sta raggiungendo eccellenti standard di qualità ed efficienza. Tuttavia, sono tantissimi gli impianti produttivi che vedono ancora lontana l’integrazione dei cobot, soprattutto in termini di abilità manuali, controllo del movimento e capacità di evitare gli ostacoli con agilità. Per far fronte a queste problematiche, sono ingenti gli sforzi profusi nello sviluppo di cobot dotati di processori veloci e sistemi di visione integrata. E i più moderni robot collaborativi sono oggi in grado di aggirare eventuali ostacoli e calcolare il percorso migliore senza interrompere le attività, il tutto grazie ad sofisticati sistemi di visione integrata.
Le nuove tendenze della robotica collaborativa
Attualmente, le previsioni nel settore della robotica industriale parlano di maggiore sicurezza e massima produttività grazie all’introduzione massiva dei cobot. I nuovi robot collaborativi saranno, infatti, in grado di lavorare insieme a uomini e altri cobot, in modo indipendente ed eseguendo attività differenti senza mai entrare in collisione. Sarà quindi possibile coniugare efficacemente sicurezza e velocità, supportando la forza lavoro umana nello svolgimento di mansioni particolarmente faticose o pericolose.
Non solo industry
In un mondo sempre più digitale, i robot non sono più fantascienza e vivono accanto a noi, lavorano con noi, ci supportano a casa e in ufficio come fedeli compagni di viaggio. E, in questo scenario, l’introduzione dei cobot non si limita al mondo dell’industria: per vincere la solitudine del lockdown, dal Giappone è arrivato Moflin, un morbido criceto hi-tech in grado di interagire con l’amico umano presentato in occasione di CES 2021.
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