Smart City è un termine ormai conosciuto da tutti i manager e le aziende innovative 

Anche le amministrazioni locali ne parlano spesso con riferimento all’ideale collettivo della città del futuro. Ma vediamo qual è il vero significato di “smart city” o città intelligente, perché dietro questa parola c’è molta innovazione e tecnologie che potrebbero radicalmente la nostra vita quotidiana. 

Una smart city è una città in cui, grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali e più in generale dell’innovazione tecnologica, è possibile ottimizzare e migliorare le infrastrutture e i servizi ai cittadini rendendoli più efficienti. 

La definizione di smart city è quindi figlia della digital transformation e dall’utilizzo di tecnologie abilitanti come l’IoT – Internet of Things, nelle diverse sfere della Pubblica Amministrazione: trasporti pubblici e mobilità; gestione e distribuzione dell’energia; illuminazione pubblica; sicurezza urbana; gestione e monitoraggio ambientale; gestione dei rifiuti; manutenzione e ottimizzazione degli edifici pubblici come scuole, ospedali, musei ecc.; sistemi di comunicazione e informazione e altri servizi di pubblica utilità. 

In riferimento a un luogo in cui vivere, il significato di smart diventa molto ampio. Smart city fa riferimento sì a una città intelligente, ma specialmente a una città sostenibile, efficiente e innovativa, con un’amministrazione in grado di garantire un’elevata qualità di vita ai suoi cittadini grazie all’utilizzo di soluzioni e sistemi tecnologici connessi e integrati tra loro. 

ICity Rank 2020: la città più digitale è Firenze 

Prima del lockdown, Milano deteneva saldamente la prima posizione di smart city d’Italia. Poi, nel 2020, la discesa di due posizioni. Secondo ICity Rank 2020 (gruppo Digital360)– nell’anno della pandemia la città più digitale d’Italia è risultata essere Firenze, seguita da Bologna, mentre Milano è slittata al terzo posto, perdendo il primato che aveva conquistato per 6 anni di fila. 

Nel 2020 – prosegue il rapporto di FPA – l’emergenza legata al Covid19 ha accelerato la trasformazione digitale delle città italiane, anche se in modo non uniforme: si evidenzia una profonda differenza tra Nord e Sud, con alcune brillanti eccezioni del Mezzogiorno, si rafforza il ruolo guida dei capoluoghi metropolitani ed emerge una significativa reazione delle città più colpite dalla pandemia. 

Città più digitali: la classifica settoriale 

Guardando i singoli indicatori che compongono l’indagine, Pisa si distingue per il secondo posto nella graduatoria dei servizi online (subito dopo Roma); Trento guadagna il primato nelle app municipali (congiunto con Bologna. Firenze e Modena), Cremona è la prima città d’Italia nelle piattaforme digitali (insieme a Bologna e Milano); Palermo è al vertice per la possibilità di uso di open data (insieme a Firenze e Milano); Bergamo e Venezia sono al secondo posto per wifi pubblico; Bolzano e Mantova evidenziano i migliori risultati nell’IoT e tecnologie di rete; mentre nella graduatoria della trasparenza si collocano al vertice congiuntamente Bari, Benevento, Catanzaro, Latina, Novara, Padova e Trento, oltre che Milano e Firenze. 

Smart citizenship, per i cittadini del futuro 

Una città realmente smart dovrebbe garantire ai propri cittadini una serie di servizi e strumenti smart. Solo così si può parlare di “smartcitizenship”: un concetto innovativo ma che necessita di almeno tre condizioni. 

L’accesso: gli strumenti indispensabili sono la rete (Banda Ultra Larga, 5G, Wi-Fi), l’identità digitale, l’interoperabilità dei dati e le piattaforme di integrazione delle informazioni; 

Le informazioni e i dati: i dati prodotti dai sensori devono essere resi fruibili ai cittadini, attraverso servizi che consentano di vivere la città in real time e prendere decisioni consapevoli; 

Il sapere: i cittadini devono essere in grado di usare gli strumenti d’accesso e leggere i dati e le informazioni per correlarli ai comportamenti personali e collettivi. Il ruolo del sistema educativo locale (la scuola, l’università, le aziende, le famiglie stesse) diventa fondamentale per insegnare la nuova smartcitizenship. 

Smart City, quali sono le tecnologie emergenti 

Le applicazioni e i servizi di una smart city riguardano la mobilità, la scuola, il turismo, il government e la sanità. Per rendere sempre più smart queste aree è necessario impiegare una serie di tecnologie e di strumenti hi-tech. 

Per impostare e avviare le service delivery platform, per esempio, sono necessari i big data, gli open data, la geolocalizzazione dei dati, l’identità digitale e le piattaforme di pagamenti: tutto questo in un’ottica di interoperabilità e multicanalità. Un altro componente essenziale per la smart city è la sensoristica: pensiamo ai semafori intelligenti o alle videocamere di sorveglianza, ma anche a molti altri servizi che possono essere abilitati dai sensori. 

Senza dimenticare che alla base dei servizi per le smart city bisogna porre le infrastrutture: le  reti wireless o in fibra per il broadband, le reti di trasporto, quelle per l’energia e quelle per l’ambiente (rifiuti, rete idrica ecc. ecc.). 

  1. Tecnologia 5G: le telecomunicazioni per le smart city. Il 5G è la nuova generazione di connettività mobile che ha tra le sue caratteristiche quella di essere ultra-veloce e avere un basso tempo di latenza, sarà in grado di massimizzare l‘esperienza utente, garantire elevate prestazioni, fornire servizi avanzati e supportare i diversi modelli di business. È insomma il veicolo giusto per consentire a una città e ai suoi abitanti la connettività migliore, in particolare nell’ambito degli oggetti connessi, ovvero dell’Internet of Things (IoT). 
  1. Tecnologia Internet of Things per edifici e città sostenibili. Lo sviluppo delle tecnologie Internet of Things per le Smart City ha generato un mercato pari a 3,7 miliardi di euro. E molti prevedono che continuerà a crescere in modo significativo nei prossimi anni. Gli smart meter e la videosorveglianza rappresentano le maggiori opportunità di guadagno assoluto, le soluzioni verticali in più rapida crescita includono stazioni di ricarica per auto elettriche e micro-grid, sistemi di gestione intelligente dei rifiuti e sensori ambientali, parcheggi e illuminazione stradale smart. 

Lavori e competenze necessarie per il futuro delle smart city 

Si stima che circa il 40% dei 2,5 milioni di posti di lavoro previsti nei prossimi cinque anni saranno creati proprio nelle città. Di questi oltre 350.000 saranno ad elevata specializzazione, legati ai diversi comparti della Smart City. In particolare ci sarà bisogno di esperti di infrastrutture di rete, sensoristica, piattaforme dati, applicazioni mobili e web. 

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