Mentre ancora si discute sulla fisionomia delle città del futuro, tra tentativi vincenti e progetti pilota, già ci si appresta a cambiare radicalmente visione sull’impostazione delle stesse. Se nell’intenzione iniziale delle Smart Cities IoT e Intelligenza Artificiale operavano per un supporto guidato dalla tecnologia (technology driven) da qui in avanti nelle megalopoli del futuro a giocare un ruolo centrale saranno le persone. Ne consegue un cambio di paradigma epocale, che dovrà porre al centro del progetto i cittadini stessi e le loro esigenze di salute. Con un solo obiettivo: creare delle città people driven.
Perché questo cambio di prospettiva?
Sostanzialmente le motivazioni che hanno portato a cambiare energicamente la prospettiva delle Smart Cities sono due.
La prima si rifà inevitabilmente agli effetti devastanti della pandemia globale. L’emergenza sanitaria ha riportato l’attenzione su un concetto primario di ogni evoluzione tecnologica: il benessere dei cittadini. Salvaguardare la salute della popolazione che vivrà nelle città del futuro dovrà essere l’elemento fondante di ogni innovazione basata su IoT e Intelligenza Artificiale. Il secondo motivo è una presa di coscienza sulla costante crescita della popolazione urbana. Secondo le stime degli esperti la densità abitativa delle città cresce di 1 milione e 500 mila unità a settimana. Non solo le previsioni per il 2025 parlano addirittura di un aumento del 40% nei centri urbani. Numeri impressionanti, a cui si deve affiancare la certezza che nel futuro buona parte dei cittadini sarà anagraficamente over 60.
Combinando questi due fattori è chiaro che le esigenze delle Smart Cities del futuro dovranno concentrarsi sul mantenimento del benessere della popolazione. La gestione dei soggetti più fragili diventerà di centrale importanza nelle scelte tecnologiche come, ad esempio, soluzioni in grado di monitorare da remoto (tramite dispositivi IoT collegati a servizi di assistenza) le azioni che una coppia di anziani mette in atto durante la giornata, rilevando eventuali e preoccupanti scostamenti rispetto alle attività quotidiane.
Soluzioni outdoor: sempre mirate al benessere dei cittadini
All’interno di questo approccio people driven nel prossimo futuro saranno rimodulate anche le implementazioni di IoT e Intelligenza Artificiale negli ambienti outdoor. Al momento i progetti di Smart Cities si stanno concentrando principalmente su soluzioni come parcheggi intelligenti, edifici green, fonti rinnovabili per garantire il fabbisogno energetico, comunicazioni digitali e sistemi per ridurre gli sprechi. Potremmo definire questa visione futuristica e ambientalista come un tentativo di garantire il maggior comfort possibile ai cittadini. Strategia ovviamente ben accolta.
Ma il futuro degli ambienti outdoor sembra anch’esso destinato a virare con decisione verso il benessere dei cittadini. In tale contesto si stanno già valutando soluzioni in grado di aiutare la popolazione a presidiare le aree delle città meno inquinate. Tramite alcuni arredi urbani intelligenti dotati di dispositivi IoT, ad esempio i classici pali della luce, si potranno monitorare dati come la quantità di traffico, l’inquinamento dell’aria, la presenza di pollini. In questo modo un cittadino che desidera fare jogging può interfacciarsi con le infrastrutture e scegliere quali zone preferire o quali evitare per il proprio benessere.
Città del futuro sempre più people driven
La tecnologia fino ad oggi ha permesso alle Smart Cities di fare passi da gigante migliorando, come accennato, comfort e servizi ai cittadini. Dopo la pandemia però la visione è cambiata. La comodità passa in secondo piano rispetto alla salute degli abitanti. E di questa variazione di paradigma anche gli ingegneri IoT e di Intelligenza Artificiale dovranno farne tesoro: gran parte delle innovazioni del futuro dovranno essere organizzate sul benessere dei cittadini, sia indoor che outdoor, seguendo fino in fondo la nuova filosofia people driven.
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