Stampi in 3D, e buon appetito

Avete voglia di stupire gli ospiti con dolcetti incredibili?
Il modo più semplice è uno solo: stamparli

Immaginare la Smart City del futuro popolata da edifici nati dalle stampanti in 3D è un esercizio di fantasia (anche piuttosto fervida). Pensare a cibo realizzato con quella tecnologia, invece, non lo è. Certo, si tratta di alimenti piuttosto specifici: per un piatto di pasta, un branzino al sale o una zuppa di legumi bisogna ancora affidarsi ai cari e vecchi fornelli. Ma per i dolci, il 3D ci dà una mano. E che mano.

Di cosa si tratta

Il «pasticcere» in questione si chiama ChefJet, ed è tecnicamente una 3d Food Printer, prodotta da 3dsystems. Ce ne sono di due tipi: ChefJet 3D e ChefJet Pro. La prima stampa in una sola tonalità, la seconda è invece settata per dar vita a dolcetti multicolore. Per quanto riguarda la forma, l’unico limite è la fantasia. Si può davvero dare aspetto di dolce a qualsiasi cosa, anche a una Ford Mustang.

Come funziona

Per disegnare l’oggetto da stampare ChefJet è dotata di un software specifico. Una volta definite le forme, una classica testina inkjet provvede a stampare un primo rilievo ad acqua su una lastra di ingrediente: zucchero, caramello, cioccolato o glassa. Stampato il primo strato, l’augello vi sovrappone un secondo, e poi un terzo e così via, fino a quando l’oggetto è completato.

L’ultimo passo consiste nel liberarlo da residui di materiale dolce utilizzando una pompetta che produce getti d’aria.

Le dimensioni del dolce

Il volume medio dei dolcetti stampati con questa tecnologia – in particolare, con la ChefJet Pro – è di 3,2 centimetri cubici. La velocità di stampa è di 0,8 centimetri all’ora in verticale.

A chi serve

A tutti coloro che amano far dolci, siano essi chef provetti o semplici appassionati desiderosi di creare qualcosa di profondamente innovativo.