Una tecnologia smart per un’attività antica: stampare

Il bancomat su prenotazione, l’app che ti evita il token. Su Futura abbiamo già anticipato alcune delle soluzioni che stanno cambiando la banca come la conosciamo. Al pari di tutti noi, anche gli istituti di credito sono nel pieno di una trasformazione digitale che cambia processi, competenze e prodotti.
E investimenti: secondo la società di consulenza e ricerche IDC Italia, la spesa a livello globale delle banche nell’Information Technology crescerà dal 2015 al 2019 a una media annua del 4,6%. Ed entro il 2017 sarà il culmine degli investimenti in tecnologie e servizi cloud, con un raddoppio delle energie sul settore.
A un livello generale, poi, possiamo dire che le aree strategiche per lo sviluppo digitale delle banche sono tre: e-payments, customer experience, ruolo della filiale.

 

Lo sportello tra innovazione e tradizione

Stampare sì, ma in modo intelligente

Lasciamo da parte i primi due punti e concentriamoci sul terzo punto, per il quale la tendenza è ormai definitiva: le filiali saranno sempre meno: Javelin Group stima che entro il 2020 l’81% dei clienti statunitensi accederà alla propria banca in mobilità. Questo significa, in sostanza, due cose: da un lato, le banche dovranno riorganizzare le proprie reti verso attività di vendita e consulenza ad alto valore aggiunto tenendone sotto stretto controllo i costi; da un altro lato, la filiale dovrà essere ripensata fin dalle fondamenta.

In quest’opera di revisione, qualcosa rimarrà. Per esempio, la stampa di documenti. L’attività è spesso imprescindibile, ma – com’è noto – chiede di essere svolta con criterio, e nel rispetto di regole a tutela dell’ambiente. Per questo sono necessari strumenti evoluti, in grado di stampare più velocemente e con minor dispendio di energia. Per fare un esempio, strumenti come le stampanti LaserJet di HP dotate di toner con tecnologia JetIntelligence, dove un più basso punto di fusione delle particelle nel toner stesso fa sì che il fusore che imprime l’inchiostro sulla pagina abbia bisogno di meno energia per operare.

Keyword: consumabili

Ne abbiamo appena parlato: si tratta del termine con cui vengono normalmente indicate le cartucce e il toner delle stampanti. E cioè, le parti soggette a consumo, da sostituire quando sono esaurite.
Avere meno consumabili da gestire è un obiettivo vantaggioso per tutti:per l’ambiente, perché si tratta di scarti da trattare con smaltimenti specifici; per l’azienda, che ha meno costi.
È il caso delle stampanti HP con tecnologia PageWide e JetIntelligence, capaci di stampare migliaia di pagine senza interventi, con consumi energetici estremamente ridotti. 
Quanto allo smaltimento, i consumabili esausti possono essere smaltiti seguendo il programma Planet Partners, predisposto da HP e dedicato ai clienti che utilizzano ingenti volumi di cartucce e toner, con punti di raccolta organizzati e trasportatori autorizzati e certificati che prelevano direttamente i pezzi esausti.

Carta, carta, carta

Javelin Group, come abbiamo detto, ha rilevato come nelle nostre smart cities le filiali diminuiranno. Ciò non significa che spariranno del tutto; ciò implica anche che periodicamente le loro forniture andranno aggiornate. È il caso di BPER Banca, la capo gruppo del Gruppo BPER, che si è affidato proprio a HP per scrivere quella che è poi diventata una case history nell’unione tra tecnologia e riorganizzazione di un ambiente aziendale.

BPER Banca ha dovuto organizzare negli ultimi anni sempre più filiali (ora ne conta 800 in 15 regioni italiane), e si è trovata a fare i conti con la carta: 18 milioni di pagine stampate ogni mese, tra documenti di ogni tipo. Un oceano. Per mettere ordine e razionalizzare quantità e costi ha coinvolto, sullo schema del capitolato d’appalto, più società e ha poi scelto HP e un suo storico partner, Centro Computer (una società di consulenza specializzata in soluzioni cloud, networking, print management, unified communications e digital signage).

I numeri dell’operazione
Un software specifico gestisce e abbatte i costi

Due mesi di lavoro: sono bastati ad HP e a Centro Computer per installare nelle filiali 1900 stampanti multifunzione A4 in bianco e nero dotate di un sistema automatico di monitoraggio che solleva la banca qualsiasi incombenza di gestione. Un software proprietario si occupa di instradare le chiamate per la manutenzione, di monitorare le parti cosiddette consumabili e di tenere traccia delle spedizioni di toner. Questa tecnologia (unita a una particolare formula contrattuale che lega BPER Banca ad HP per 5 anni) consente all’istituto di credito di abbattere del 12% i costi di gestione, in particolare per consumabili e manutenzione. L’automazione della gestione dei riordini, infine, ha liberato risorse sul comparto IT, che sono state dedicate allo sviluppo di altri progetti.

«Il nostro software di gestione PFM», dice Giuseppe Costa, presidente di Centro Computer, «elabora statistiche accurate sull’utilizzo di ogni macchina, permettendoci di tarare le soglie di allarme per ogni stampante e consumabile. Il nostro servizio di assistenza, inoltre, reagisce al massimo entro un giorno lavorativo, mentre l’approvvigionamento dipende solo dai tempi di trasporto dei corrieri, anch’essi monitorati con il tracking automatico». Se stampare è ancora necessario, la gestione del processo non può che essere affidata a una tecnologia degna di una smart bank.
E quindi di una smart city.

Se è vero che la stampa non morirà mai, allora che sia smart!

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