Corporate Social Responsibility. O, se preferite, Responsabilità Sociale d’Impresa. La sostanza non cambia: quando se ne parla, si affrontano le implicazioni etiche delle strategie d’impresa. A sua volta, la parola “etica” apre margini di discussione decisamente ampi, in cui può rientrare di tutto: impatto ambientale, miglioramento delle condizioni di lavoro, maggior soddisfazione dei clienti, considerazioni sulla redditività aziendale.
Oltre ad essere esteso, il tema è anche impegnativo. Nonostante ciò, sono numerose le aziende che in tutto il mondo sviluppano programmi e promuovono iniziative a sfondo sociale.. Tra queste si distingue il programma 2020 Legacy of Good, ideato da Dell per sostenere il proprio impegno in tema di Corporate Social Responsibility e realizzare un futuro più sostenibile e prospero. Recentemente è stato diffuso l’annuale aggiornamento del programma, che riassume le attività messe in campo dall’azienda americana nel corso dell’anno 2018.
Gli obiettivi di Dell sono ambiziosi: guidare il progresso umano attraverso la tecnologia, investendo in una innovazione capace di ridurre l’impatto ambientale, supportare una supply-chain trasparente, assicurare una futura forza-lavoro basata sull’inclusione e migliorare le condizioni di coloro che sono meno fortunati.
Gli obiettivi conseguiti nel 2018
Sul fronte dell’innovazione e del design sostenibile, Dell ha introdotto il riciclo a circuito chiuso all’interno del proprio portfolio enterprise in Europa. Il risultato non si è fatto attendere, dal momento che dai rifiuti elettronici sono state riciclate oltre 35 mila libbre di plastica all’interno di nuovi prodotti. Indirettamente, invece, partecipando – con Dell Reconnect – a programmi di riciclo globali, la portata del riciclo di plastica e oro per costruire nuovi componenti per computer è stata di oltre 9 milioni di chilogrammi. In totale, l’azienda ha usato 73 milioni di libbre di materiali riciclati in nuovi prodotti dal 2013, in linea con l’obiettivo fissato per il 2020 pari a 100 milioni di libbre.
Un esempio concreto di questa attività riguarda i laptop Dell XPS 13 2-in-1, che vengono spediti all’interno di un package composto da plastica recuperata negli oceani.
Un lavoro più forte
Rispetto al miglioramento delle condizioni di lavoro, Dell si è concentrata anzitutto sull’educazione e sulla formazione, stanziando un finanziamento di 650 mila dollari a sostegno di oltre 400 mila giovani e 3 mila educatori in 422 località dell’Etiopia. L’intero progetto – nato in partnership con Il Ministero dell’Istruzione etiope e con Camara Education – prevede la consegna di oltre 30 mila PC a più di 1.000 scuole e coinvolge 1.2 milioni di studenti tra il 2016 e il 2019.
Dal 2014 Dell ha dedicato globalmente una cifra pari a 50 milioni di dollari per iniziative legate alla formazione STEM – scienza, tecnologia, engineering e matematica – per giovani che vivono in condizioni svantaggiate.
Lavorare sulla supply-chain e sulla tecnologia
Nel corso degli ultimi sei anni, l’investimento annuale nel potenziamento delle quote rosa e nelle partecipazioni di minoranza nelle piccole imprese è stato di 3 miliardi di dollari.
Per Dell la collaborazione è la chiave per affrontare le sfide attuali. Questo ha portato l’azienda – in collaborazione con il Governo indiano e Tata Trust – a lanciare Digital LifeCare, una soluzione in cloud che permette di migliorare le visite mediche di 37 milioni di persone sopra i 30 anni e in 150 distretti indiani.
La Corporate Social Responsibility comincia in casa
La filosofia di Dell nella Corporate Social Responsibility non può prescindere dal fissare degli obiettivi anche internamente.
«Dell incentiva l’impegno dei singoli, che poi vengono organizzati in team sulla base dell’area di interesse, nel portare avanti progetti di CSR – sostiene Margaret Franco, Senior Vice President Dell EMC -. Notiamo che l’avvallo dell’azienda a questo tipo di iniziative è molto apprezzato dai dipendenti, che assumono così un ruolo attivo e genuino nelle iniziative di cui fanno parte. A questo proposito, la rivista Forbes afferma che l’83% dei dipendenti prenderebbe seriamente in considerazione la possibilità di dimettersi se il proprio datore di lavoro fosse impegnato in pratiche non etiche. Se il contributo di ognuno è fondamentale nella definizione dei programmi di CSR interni, il ruolo dell’azienda è quello di garantire la loro esecuzione. Non dobbiamo dimenticare che anche i dipendenti sono clienti e il loro entusiasmo è spesso contagioso».
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