Il mercato dell’Internet of Things in Italia cresce ancora. Nel 2023 ha sfiorato i nove miliardi di euro, registrando un +9% rispetto all’anno precedente. Se pensiamo che nel 2015 valeva due miliardi, in meno di un decennio è più che quadruplicato. Non solo: ha sempre mostrato un incremento, a parte nel 2020, anno funestato dal Covid-19.

Sono almeno tre i dati più significativi: la crescita del mercato dei servizi IoT (+14% rispetto al 2022) che arriva a pesare per il 45% del mercato IoT complessivo; un incremento del mercato digitale italiano (+2,8%), che conferma l’azione di traino dell’Internet delle Cose per questa fascia di mercato, che raggiunge i 79,2 miliardi di euro.

Terzo elemento: le connessioni IoT attive oggi in Italia sono 140 milioni, ovvero 2,4 per abitante, in aumento (+13%) nel confronto col 2022 quando se ne contavano 2,1 per abitante.

A fornire tutti i dati è il rapporto dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano – School of Management, giunto quest’anno alla 13esima edizione.

Nell’analisi è stato illustrato l’andamento dei vari comparti che costituiscono questo mercato, dalle auto connesse alla smart city. Ecco cosa è emerso.

L’analisi del mercato Internet of Things in Italia

Il mercato dell’Internet of Things in Italia, giunto a 8,9 miliardi di euro nel 2023, evidenzia una crescita del 9% rispetto all’anno precedente, in linea con la crescita media europea. Inoltre, mette in risalto il peso specifico dei servizi IoT. Costituiscono quasi la metà dell’intero mercato nazionale dell’Internet delle cose. Questo dato «testimonia che, in diversi ambiti applicativi, si sta andando oltre la mera connettività per andare a utilizzare i dati raccolti per sviluppare servizi», ha spiegato Angela Tumino, direttrice dell’Osservatorio IoT, che ha illustrato l’andamento dei vari ambiti applicativi dell’IoT.

Al primo posto, con un valore di 1,56 miliardi di euro, si conferma il comparto smart car, ovvero quelle che riguarda le auto connesse: il tasso di crescita (+11%) è leggermente superiore alla media del mercato, quindi è decisamente positivo. Le auto connesse sono sempre più pervasive in Italia: stiamo parlando di oltre 15 milioni veicoli, pari al 39% del totale. La crescita è progressiva, dato che le auto che oggi escono dal concessionario sono già predisposte. Tuttavia, continua anche l’installazione di scatola nera su veicoli già circolanti, principalmente con finalità di supportare servizi di tipo assicurativo.

Utility, smart building, smart city: aspetti da considerare

Secondo comparto per valore (1,38 miliardi di euro), è quello utility, costituito dall’ambito smart metering e dallo smart asset management. È sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno (+1%). Qui va registrata la progressione dei nuovi apparecchi: nel mondo gas siamo all’87% di contatori domestici connessi già installati, mentre i contatori gas industriali raggiungono il 100%. Prosegue spedita anche l’installazione dei contatori elettrici connessi di seconda generazione, con un parco che conta il 71% di sistemi di seconda generazione. Cresce anche il mercato dei contatori idrici di ultima generazione.

Subito dopo si posiziona il comparto smart building, anch’esso sostanzialmente stabile, in leggero calo (-1% e un valore di 1,3 miliardi), dopo anni di crescita significativa. Ha risentito della riduzione degli incentivi, in particolare il Superbonus 110%, che ha portato a una contrazione significativa delle vendite di dispositivi smart legati al risparmio energetico, anche se la maggior parte di questo mercato è ancora composto per buona parte (50%) da soluzioni per la gestione dei consumi energetici. «Ciò testimonia che, anche in assenza in assenso, con una riduzione degli incentivi, molti sono ancora interessati ad attivare questo tipo di progettualità». L’attuazione del Piano Transizione 5.0 potrà incentivare questo tipo di soluzioni.

Sempre in termini applicativi del mercato IoT in Italia, dietro agli smart building si posiziona il comparto delle smart city, con un valore di 950 milioni di euro e un incremento del 15% rispetto al 2022.

Dalla smart factory alla smart agriculture: comparti minori, ma in crescita

Cresce anche il comparto smart factory (+16%). «Nonostante alcuni elementi che ci portano a parlare di un mercato ancora non completamente maturo con un utilizzo dei dati non pienamente consapevole, ma siamo di fronte a buone opportunità legate al nuovo Piano Transizione 5.0. inoltre si ravvisa un’ampia consapevolezza nelle aziende che sia un tema realmente molto rilevante», rileva la direttrice dell’Osservatorio IoT.

A seguire troviamo il comparto smart home, che cresce, seppure più timidamente rispetto agli scorsi anni (+5%), ma evidenziando comunque un risultato positivo, specie pensando che nel resto d’Europa è un mercato che ha subito una contrazione nell’ultimo anno.

A completare il mercato dell’Internet of Things in Italia vi sono: smart logistics (+8%), smart agriculture (+6%) e smart asset management (+7%).

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