Il valore dell’intelligenza artificiale per le imprese lo si può misurare anche nella sua capacità di gestire le incertezze. Meno un’organizzazione sa, maggiore è la sua incertezza e minore è il grado di gestire le risorse in modo efficace. Gestire l’incertezza, quindi, richiede apprendimento. Le aziende devono imparare di più, e più rapidamente, per gestire l’incertezza.

Un esempio chiarisce meglio il concetto. Una famosa azienda di cosmetici ha l’esigenza strategica di anticipare le tendenze dei consumatori prima dei suoi concorrenti. In passato le preferenze dei consumatori potevano cambiare stagionalmente. Ora, oltre che avere meno certezze, i cambiamenti avvengono più rapidamente a causa dei social media e degli influencer. Così ha adottato l’intelligenza artificiale per rilevare e rispondere rapidamente alle tendenze dei consumatori. Usa l’AI per rilevare cambiamenti improvvisi e avere una risposta di mercato pronta in modo da poter ridistribuire i processi di inventario e supply chain per soddisfare la domanda in modo efficiente. Quest’impresa, anche grazie a questo tipo di approccio, ha visto crescere costantemente il proprio fatturato, passando da oltre 7 miliardi di dollari nel 2010 a più di 15 miliardi nel 2024.

Le imprese non possono controllare i cambiamenti, ma possono usare l’intelligenza artificiale per gestire le loro risposte. È questo che emerge da “Artificial Intelligence and Business Strategy 2024”, secondo report di MIT Sloan Management Review e Boston Consulting Group, che esamina come le organizzazioni che combinano apprendimento organizzativo e apprendimento AI siano meglio preparate a gestire l’incertezza.

Intelligenza artificiale nelle imprese: l’importanza di essere Augmented Learners

L’azienda citata a esempio fa parte del 15% delle organizzazioni che integra l’AI nelle proprie capacità di apprendimento. Queste realtà imprenditoriali, che nel report vengono chiamate Augmented Learners, hanno 1,6 volte più probabilità di quelle con limitate capacità di apprendimento di gestire varie incertezze ambientali e aziendali, tra cui cambiamenti tecnologici, normativi e della forza lavoro inaspettati. Esse, inoltre, hanno il doppio delle probabilità di essere preparate a gestire interruzioni legate ai talenti rispetto alle organizzazioni con limitate capacità di assimilazione. Inoltre, contano sul 60%-80% in più di probabilità di essere efficaci nella gestione delle incertezze nei loro ambienti esterni rispetto ai Limited Learners, aziende con limitate capacità di apprendere. «Così facendo, raccolgono vantaggi con l’IA ben oltre i benefici finanziari diretti», scrivono gli autori del report.

Detto che l’apprendimento con AI è quello che si ottiene grazie all’adozione di tecniche d’intelligenza artificiale, l’apprendimento organizzativo si riferisce al processo attivo di condivisione della conoscenza tra i membri di un’organizzazione, che permette loro di acquisire nuove conoscenze e competenze. Ciò promuove la crescita individuale, aumenta l’impegno organizzativo e consente all’impresa di sviluppare strategie innovative per la competizione e l’adattamento. Inoltre, l’apprendimento organizzativo è la capacità di modificare la propria conoscenza attraverso l’esperienza.

L’AI per gestire l’incertezza

Perché è importante affrontare l’incertezza? Perché, come spiegano gli autori del report, essa

«costituisce una sfida urgente per la leadership, soprattutto oggi, quando tensioni geopolitiche, preferenze dei consumatori in rapida evoluzione, sconvolgimenti di talenti, normative mutevoli e tecnologie in rapida evoluzione complicano l’ambiente aziendale. Le aziende hanno bisogno di strumenti e prospettive migliori».

Questi strumenti e prospettive possono essere garantiti anche dall’intelligenza artificiale; le aziende che sanno abbinare l’impiego dell’AI aggiungono un vantaggio competitivo decisamente elevato. È un fattore che sempre più aziende stanno imparando a comprendere.

Il report è frutto dei risultati di un sondaggio globale, con 3467 intervistati in rappresentanza di oltre 21 settori e 136 paesi. Quanto emerge dalla ricerca mette in evidenza una stretta relazione tra apprendimento organizzativo e con AI e capacità di gestire ambienti aziendali in rapida evoluzione. L’apprendimento organizzativo stesso è stato a lungo associato a prestazioni migliorate.

«L’integrazione dell’AI con le capacità di apprendimento di un’organizzazione migliora significativamente le risposte aziendali alle incertezze derivanti dalla mobilità dei talenti, dalle nuove tecnologie e dalle normative correlate.»

Capacità di apprendimento limitate per 6 aziende su 10

Date le incertezze che molte aziende devono affrontare, ci si aspetterebbe che siano molte le aziende che mettono in atto opportune strategie anche in termini di learning. Non è così.

O meglio, dal 2023, la percentuale di organizzazioni che sperimentano o implementano soluzioni di intelligenza artificiale è aumentata del 20%.

Come rileva il report, la maggior parte delle organizzazioni ha capacità di acquisizione limitate: il 59% di tutte le aziende rappresentate nel campione segnala bassi livelli sia di apprendimento organizzativo sia di AI learning. Solo il 29% degli intervistati concorda sul fatto che la propria azienda abbia capacità di apprendimento organizzativo. Mentre il 27% delle organizzazioni segnala di apprendere con l’AI. Da qui emerge che solo il 15% combina l’apprendimento specifico dell’intelligenza artificiale con capacità di organizational learning. Quest’ultima categoria evidenzia vantaggi considerevoli. Infatti, il 99% degli Augmented Learners segnala vantaggi in termini di fatturato annualizzato dall’AI. Le organizzazioni che la utilizzano per migliorare l’apprendimento organizzativo hanno 1,4 volte più probabilità di riconoscere alcuni vantaggi in termini di fatturato dall’IA rispetto alle organizzazioni con capacità di apprendimento limitate.

Anche nel caso di perdita di talenti, che si verifica non solo per scelte lavorative quanto soprattutto per i tassi crescenti di pensionamento, avere capacità di augmented learning è una risorsa preziosa per affrontare le interruzioni dovute alla mobilità dei talenti. Solo il 39% delle organizzazioni con apprendimento limitato si dice pronta a gestire l’interruzione della conoscenza dovuta ai dipendenti in partenza, ma questa prontezza aumenta al 64% se le aziende hanno capacità di apprendimento organizzativo.

L’uso dell’intelligenza artificiale può contribuire ulteriormente a questa prontezza: l’83% degli augmented learners è pronto ad affrontare l’incertezza dell’interruzione della conoscenza dovuta alla mobilità dei talenti, il doppio rispetto agli limited learners.

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