Fine agosto: per i genitori, e bambini, quando arriva questo periodo dell’anno significa che si sta avvicinando il momento di tornare sui banchi di scuola. Quanti ricordi, i bigliettini passati alla ragazza o al ragazzo più carino della classe, le serate a studiare fino a tardi con gli amici e i pomeriggi al parco giocando a “ce l’hai” (acchiapparello) nel parco.
Ma adesso che tocca ai nostri figli è tutto diverso da quando andavamo a scuola noi. Snapchat, Facebook e i messaggi di testo hanno sostituito i bigliettini ripiegati a mano. App educative hanno sostituito le schede illustrate. Sono tanti i bambini che possiedono un proprio smartphone e coloro che non ce l’hanno lo vorrebbero avere.
I nostri bambini stanno crescendo come nativi digitali, in un mondo in cui la tecnologia a è fortemente presente in quasi ogni aspetto della loro vita. In uno studio condotto all’inizio di quest’anno, McAfee harilevato che il 54% degli adolescenti e preadolescenti trascorrono on-line più di 10 ore a settimana per oltre il 60% del tempo su Snapchat, YouTube o Instagram ogni giorno.
Se i nostri bambini possono essere digitalmente avveduti, McAfee ha rilevato che, mentre il 76% dei ragazzi e adolescenti italiani è sicuro che i propri genitori si fidino che quello che loro fanno quando sono online sia corretto, quasi la metà (40%) avrebbe cambiato il proprio comportamento online se avesse saputo che i genitori li stavano osservando. Per questo motivo, è fondamentale che i genitori siano consapevoli del comportamento online dei loro figli.
Più tecnologia disponibile, infatti, significa anche nuove responsabilità per i genitori. E’ assolutamente importante prendersi il tempo per insegnare ai figli come navigare in modo sicuro e come approfittare di quanto di positivo può offrire il mondo digitale. Ecco alcuni modi per proteggere i propri figli online:
- Attivare le impostazioni di privacy. Questo è qualcosa che tutti noi dovremmo fare e lo studio McAfee ha rilevato che oltreun terzo dei giovani non le ha mai utilizzate ì sui propri profili di social network.
- Affrontare il tema del cyberbullismo. Nello studio di McAfee, il 23% dei bambini italiani ha assistito a fenomeni di cyberbullismo e un preoccupante 24% ha affermato che non saprebbe cosa fare se fosse vittima di un cyberbullo.
- Insegnare ciò che è opportuno condividere. Il 32% dei ragazzi e adolescenti intervistati non pensa che sia pericoloso condividere il proprio indirizzo di posta elettronica, mentre il 9% invia il numero di telefono e il 6% posterebbe addirittura il proprio indirizzo di casa.
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