L’esperienza sul campo di Epson:
risparmio e tutela ambientale a Padova

Pensa, prima di stampare

«Think before you print»: è solo da pochi anni che in coda alle mail capita di leggere appelli che invitano a pensare all’ambiente prima di procedere con la stampa. Che, comunque, in molti casi è necessaria. Non è solo un problema legato alla carta, ma riguarda la qualità della vita d’ufficio. Che fare allora per diminuire inquinamento e sprechi?

La risposta: i Criteri Ambientali Minimi

Forse non tutti sanno che dal 2013, all’interno del Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione, un decreto legge ha fissato degli standard: i cosiddetti Criteri Ambientali Minimi per l’acquisto di attrezzature elettriche ed elettroniche destinate all’ufficio. L’ottica è di ottimizzazione organizzativa, gestionale e finanziaria derivante anche dall’utilizzo delle tecnologie Inkjet.

Le apparecchiature, attenendosi al testo di legge, all’atto della fornitura devono essere conformi ai requisiti di efficienza energetica previsti nelle linee guida Energy Star.
Un recente report ha rivelato come sia possibile adottare un approccio realmente responsabile e sostenibile a partire dalla scelta dei prodotti giusti, che consentono risparmi prossimi al 90% in diverse voci. Non ci credete? C’è chi lo ha provato sul campo.

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Gli strumenti di Epson

 

Dati alla mano, le nuove stampanti WorkForce Pro RIPS, testate sul campo per oltre due mesi dallo staff di uno studio di consulenza, hanno offerto risultati sorprendenti:

drastica riduzione dei consumi energetici,
della produzione dei rifiuti da consumabili e imballaggi,
dei costi di gestione.

Più efficienza energetica e minor volume di toner esausti
significano riduzione di emissioni di gas «climalteranti».

La storia: il Comune di Padova

È lì che è stata svolta un’importante prova comparativa. Nel dettaglio, i dati raccolti valgono come e più di una certificazione: -88% di consumi energetici rispetto alle omologhe stampanti laser tradizionali con un TEC (Typical Energy Consumption) inferiore all’87% rispetto ai requisiti di accesso al marchio ambientale Energy Star 2.0. E ancora: -85% di produzione di rifiuti e -95% di produzione di gas serra; 89% di risparmio sui costi di gestione complessivi legati all’utilizzo delle stampanti.

  • Riduzione dei consumi energetici rispetto a stampanti tradizionali 88% 88%
  • Riduzione di gas serra 95% 95%
  • Riduzione di rifiuti 85% 85%
  • Risparmio sui costi di gestione 89% 89%

Costi che, se replicati in una trentina di Comuni delle medesime dimensioni, equivarrebbero a 450mila euro da destinare altrove (con tanti ringraziamenti da parte spesa pubblica).

Insomma, una storia che, presa ad esempio da altri uffici, potrebbe sortire effetti benefici davvero incalcolabili.

Smart printing, e il pianeta ringrazia

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Smart Living

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Per i cittadini

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