UN’ESTATE DI FUOCO: IN FIAMME MIGLIAIA DI ETTARI

Prima che una storia, dobbiamo raccontare una cronaca nota a molti: quella di un’estate infernale. E di un autunno che non è stato da meno.

L’autunno è nelle notizie di qualche settimana fa dalla Val di Susa, dove nei primi giorni di ottobre le squadre antincendio piemontesi dei vigili del fuoco hanno dovuto affrontare oltre 300 roghi. L’estate è negli spaventosi dati riferiti alle settimane comprese tra maggio e la fine di luglio, con 72mila ettari di bosco bruciati in Italia.

Se si aggiungono ai quasi 3mila ettari andati in fumo in inverno, il totale fa 75mila

Per capire le dimensioni del problema, si pensi che nel 2016 gli ettari distrutti dal fuoco sono stati 48mila. E visto il clima di questi giorni di inizio agosto, la possibilità di nuovi roghi è prossima alla certezza.

I dati della prima ondata di incendi sono stati elaborati da Legambiente e raccolti dalla Commissione europea, nell’ambito del progetto Copernico per monitorare e mappare uno dei fenomeni più devastanti accaduti nel nostro Paese.

A bruciare non è solo l’Italia. La Costa Azzurra e il Portogallo, la California e – quando da noi è inverno – l’Australia sono quattro capitoli di una vicenda che, per cause naturali o per mano dell’uomo, è semplicemente drammatica.

Si possono fermare, i roghi?

Di sicuro, si può – si deve – provarci. E per farlo, servono «cose nuove». Come quella di cui parliamo adesso.

UN PASSO INDIETRO: IL TEST CON IL NICT

Alla fine di maggio del 2014, Epson e il NICT (National Institute of Information and Communications Technology), organizzazione indipendente giapponese, hanno effettuato dei test a Sakaide, in Giappone. L’obiettivo era esplorare la praticabilità di un sistema di risposte rapide a un disastro ambientale, basata su una combinazione di tecnologie all’avanguardia.

Il contributo di Epson al progetto sono stati i Moverio BT-200: indossabili come un paio di ordinari occhiali, offrono una visione dell’ambiente circostante attraverso il filtro della Realtà Aumentata. L’occhio visualizza gli elementi reali, lo schermo vi proietta in corrispondenza tutte le informazioni del caso.

Un adattatore consente la trasmissione di video e audio in modalità wireless. Il NICT ha fornito il sistema di collegamento a Kizuna, un satellite internet ad alta velocità, attraverso droni: il loro compito era trasmettere comunicazioni e immagini via satellite dalle aree distrutte dall’evento.

COME FUNZIONA IL SISTEMA

Il sistema si basa ora su un upgrade degli strumenti utilizzati: gli smart glass in dotazione sono ora gli Epson Moverio BT-300. Il drone filma e fotografa l’area distrutta, e manda il materiale raccolto attraverso la tecnologia wireless targata NICT a una taskforce dislocata sul territorio, anche nei pressi del disastro.

Questi stessi dati vengono poi trasmessi, grazie all’adattatore, ai Moverio BT-300 indossati dal personale che sta per intervenire.

In questo modo, Vigili del Fuoco, Guardie Forestali e tutte le forze deputate all’intervento per salvare vite, domare incendi, recuperare dispersi possono avere la panoramica completa e dettagliata di tutto ciò che li circonda, conoscendo con esattezza le informazioni su ogni situazione critica che li attenda.

CONTROLLO TOTALE DEL DRONE

Il test si è svolto anche su un nuovo metodo di controllo del drone.

Come è noto, per pilotare uno di quei velivoli e necessario spostare spesso lo sguardo dal display su cui arrivano le immagini al drone stesso, per capire dove esattamente esso sia.

Con i Moverio, il display del drone viene proiettato in una regione del campo visuale di chi li indossa.

In questo modo, si può lavorare senza perdere mai il controllo del velivolo in aria e la visione delle immagini che esso trasmette.

IL PROGETTO I-REACT

I Moverio sono parte anche di un altro recente progetto che prevede l’utilizzo della realtà aumentata nella gestione dei disastri ambientali. Si tratta di I-React, progetto triennale finalizzato a creare un sistema che, in questo caso, gioca d’anticipo attuando prevenzione e controllo dei disastri in tempo reale.

Nato nel giugno 2016 e finanziato dalla Commissione europea (6,5 milioni di euro l’importo dello stanziamento), prevede la realizzazione  entro il 2018 di una piattaforma che, basandosi sullo stato dell’arte tecnologico, raccolga e analizzi più fonti generatrici di dati.

L’obiettivo è disporre di informazioni in tempo reale su alluvioni, incendi, terremoti e altre calamità naturali, per controllarne lo sviluppo e attuare strategie di prevenzione.

Tra i venti partner europei coinvolti nel progetto figura JoinPad, società che sviluppa progetti di Realtà Aumentata e Context Computing. Per I-React si occupa della gestione della visualizzazione – in realtà aumentata, appunto – delle informazioni destinate ai first responder, tramite smart glass Epson Moverio BT-2200.

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