“PUNTARE SUI DATI PER VINCERE SUL MERCATO, OGGI E IN FUTURO”
LA PAROLA A STEFANO REBATTONI
«Entro il 2019 l’IoT sarà la più grande fonte singola di dati sul pianeta, ed entro il 2025 genererà un valore economico mondiale di oltre 11 trilioni di dollari».
«I dati sono dunque fondamentali per essere vincenti sul mercato, oggi e nei prossimi anni».
«Per IBM l’IoT è tra le aree strategiche, con importanti investimenti volti a creare soluzioni per i diversi settori di industria. Uno dei settori prioritari è quello manifatturiero, dove l’IoT è uno dei fattori che abilita l’Industria 4.0».
«L’ecosistema svolge un ruolo chiave nel mercato Italiano»
Stefano Rebattoni, GM Global Technology Services di IBM Italia, traccia scenario e azioni della compagnia sull’IoT.
Come vede lo sviluppo dell’Internet of Things nei prossimi 24 mesi in Italia?
L’Internet of Things sta già trasformando diversi aspetti della società, dai contesti di business al nostro modo di essere come individui e nelle «relazioni» con la tecnologia. Nei prossimi anni la crescita di questo fenomeno ci regalerà scenari che oggi è persino difficile immaginare. Basti pensare che entro due anni, [inlinetweet prefix=”” tweeter=”” suffix=””]l’Internet delle Cose sarà la più grande fonte singola di dati sul pianeta[/inlinetweet], generati da miliardi di sensori e dispositivi interconnessi e che, secondo stime degli analisti di settore, l’IoT genererà entro il 2025 un valore economico mondiale di oltre 11 trilioni di dollari.
Come avverrà questa evoluzione?
Gli oggetti, sempre più interconnessi e intelligenti, sono progettati per «imparare» dalle abitudini e preferenze di chi li utilizza, in modo da adattare gli stessi oggetti, le loro caratteristiche e funzionalità, ai nostri bisogni e in funzione dei momenti in cui ne abbiamo bisogno. Si pensi, ad esempio, alle tende che, prima ancora di alzarci, si aprono in base a come siamo abituati ad aprirle, all’irrigazione del giardino e al riscaldamento, che partono in base alle previsioni meteo o alla notifica della manutenzione preventiva della caldaia, che viene inviata in automatico passati un certo periodo e un certo utilizzo.
Il modo con cui IBM intende l’evoluzione dell’Internet delle Cose è proprio questo: una combinazione di IoT e di soluzioni cognitive per creare sistemi di interconnessione di oggetti che siano in grado di apprendere, ragionare, comprendere per migliorare la user experience quotidiana dei consumatori/utenti/cittadini.
Grazie alle soluzioni cognitive e alle competenze dei propri esperti nei progetti di integrazione di servizi, IBM aiuta le aziende a estrarre valore dai dati raccolti e a tradurli in vantaggio competitivo.
Fondamentali per essere vincenti sul mercato, oggi e nei prossimi anni, sono dunque i dati. Così come sono fondamentali il controllo esercitato dal cliente sui propri dati e relativi insight. E, inoltre, servono piattaforme cloud, pubbliche e ibride, al passo con le esigenze di affidabilità delle imprese. Contano infine la competenza e l’esperienza nel settore, unite alla sicurezza. Tutto questo distingue le soluzioni Watson IoT, un insieme di servizi che permettono di costruire modelli di analytics basati sui dati ricevuti dal «campo», creare dashboard di visualizzazione e sviluppare specifiche applicazioni come, ad esempio, quelle che indirizzano le esigenze di manutenzione predittiva.
Quali sono i vostri progetti IoT per il 2017?
Per IBM l’IoT è una delle aree strategiche e importanti sono gli investimenti volti a creare soluzioni per i diversi settori di industria. Uno dei settori prioritari è quello manifatturiero, dove l’IoT è uno dei fattori abilitanti l’Industria 4.0
In questo contesto si colloca un investimento globale, annunciato lo scorso ottobre, di 3 miliardi di dollari per integrare il cognitive computing nel Watson IoT. Di questi, 200 milioni sono stati destinati all’apertura del quartiere generale Watson IoT di Monaco. Si tratta di uno dei più grandi investimenti mai effettuati da IBM in Europa, come risposta alla crescente domanda delle aziende che vogliono trasformare il proprio business attraverso la combinazione di tecnologie IoT con tecnologie cognitive.
Si tratta di un’importante iniziativa volta a creare un ecosistema di innovazione collaborativa con decine di clienti e partner, che possono collocare i propri team di sviluppo presso il centro IBM. Alcuni di questi progetti sono già diventati referenze, come quelli con BMW, BNP Paribas, Capgemini; altri ancora sono in fase di avvio o di svolgimento, anche con aziende italiane.
Come si sta muovendo IBM verso queste imprese?
Rispetto ad esse, IBM sta operando per garantire competenze locali a supporto di specifici settori di industria, come quelli siderurgico, chimico, aerospace, automotive, retail e dell’impiantistica.
Qual è la prima decisione strategica da prendere, per le aziende?
Indipendentemente da specificità geografiche o dimensionali, la prima decisione strategica che le aziende devono affrontare rispetto a progetti IoT è la scelta del partner, perché per affrontare un progetto di trasformazione di questo tipo serve il supporto di chi sa accompagnare la trasformazione digitale con le necessarie competenze di industria, di processo e tecnologiche.
L’ecosistema svolge un ruolo chiave nel mercato Italiano, dove i Business Partner possono garantire capillarità e presenza territoriale soprattutto al mercato della piccola e media impresa. In tal senso IBM Italia si è impegnata a sostenere, con le competenze dei propri consulenti ed esperti, i Digital Innovation Hub regionali previsti dal Piano Calenda, che sono il motore dell’innovazione per le imprese e il territorio.
Attualmente, sono più di 6.000 i clienti che utilizzano i servizi e le soluzioni IBM IoT, con un tasso di crescita del 50% negli ultimi 8 mesi. In Italia stiamo lavorando affinché la crescita avvenga con questo stesso ritmo e con il senso di urgenza dettato da un momento irripetibile per il nostro Paese. È per questo che «Il Momento è ora»!