Si parla molto spesso di applicazioni di Intelligenza Artificiale. Il termine è diventato di uso comune e spesso sinonimo di panacea di tutti i mali. La tecnologia risolve tutti i problemi. Di più, l’Intelligenza Artificiale risolverà tutti i problemi. D’altronde la poetica del termine si presta benissimo a rappresentazioni oniriche, libere da qualsiasi interpretazione: c’è l’AI? Bene, non mi serve altro per sognare un mondo perfetto.
“Il valore di mercato dei software che sfruttano l’AI è passato dai 10 miliardi del 2018 ai 126 miliardi previsti nel 2025”. Dati Tractica
In verità, oggi come non mai se è sempre più evidente che la tecnologia è un abilitatore per la crescita del business aziendale e per l’evoluzione della società, deve essere altrettanto chiaro che lo strato tecnologico non è assolutamente trasparente.
La tecnologia è complessa, molto, e se il front end risulterà intuitivo, il suo back end è frutto di progetti articolati che il fornitore della tecnologia stessa è demandato a comprendere per poi occultare in un’interfaccia fruibile. Perché all’azienda e all’utente finale importa poco il come raggiungere un obiettivo. Quello è un problema del partner tecnologico.
La tecnologia è complessa, le applicazioni di Intelligenza Artificiale la semplificano
Le applicazioni di Intelligenza Artificiale nuotano felicemente nella complessità della tecnologia. Ogni singola declinazione del grande paradigma dell’Intelligenza Artificiale, a partire dal Machine Learning, è frutto di anni di sperimentazioni ed elaborazioni nascoste ai più e da sempre è stato finalizzato a una sola missione: interpretare fenomeni complessi. Esattamente ciò che fa il nostro cervello ogni giorno.
Gli algoritmi alla base di queste applicazioni sono ideati per interpretare enormi quantità di dati frutto di elaborazioni di apparati di ogni taglia e potenza, dai sensori millimetrici ai rack. È il dato, in fondo, la benzina che avvia il motore delle applicazioni di Intelligenza Artificiale. Ma il dato non sa spiegarsi da solo, non è lineare, è aggregato, non è circoscritto ma infinito in quantità ed eterogeneo.
Il dato è la rappresentazione numerica della realtà, la nostra realtà estremamente complessa e condizionata da infinite variabili. Non basta raccoglierli i dati, bisogna selezionarli, buttare via quelli ridondanti e inutili, e poi si devono interpretare. Con le applicazioni che sfruttano l’Intelligenza Artificiale.
La natura dei problemi che la tecnologia è demandata ad affrontare
Il Digital Transformation Institute ha rilasciato in questi giorni un documento, un manifesto come lo chiama il suo presidente Stefano Epifani, in cui si evidenziano alcuni assiomi che, in qualche modo, definiscono la realtà che la tecnologia è impegnata ad affrontare. Sono le caratteristiche di un qualsiasi problema moderno, più o meno grave, che, guarda un po’, combaciano con il “dominio di elezione” dei sistemi di Intelligenza Artificiale.
Quali sono questi assiomi? Presto detto:
- Complessità
- Multidimensionalità
- Inferenzialità
- Adattabilità
- Rete
La società è un sistema complesso, e imprevedibile potremmo facilmente aggiungere. Le scelte devono essere fatte sulla base di parametri che dipendono da dimensioni diverse ma intercorrelate (multidimensionalità). Ma risalire alle intercorrelazioni non basta, perché c’è anche l’inferenza tra le variabili in gioco. Ovvero, può esserci un rapporto diretto tra i dati, ma ci sono certamente dei fili nascosti che correlano segretamente i dati. Se non li individui, avrai una visione elementare e fallace della realtà degli eventi.
L’adattabilità dell’individuo – come ci piace chiamarla resilienza! – è un elemento nato proprio dall’incremento di complessità. Scardinarla in un evento o in un problema significa adattarsi, farsene consapevoli. Infine, la rete. Questo mondo non è formato da due punti per cui passa una sola retta, ma è un reticolo più o meno vasto di connessioni.
Come afferma Stefano Epifani, ci sono forti similitudini tra questa rappresentazione della realtà e i pilastri della filosofia alla base dell’Intelligenza Artificiale. Si può dire che le applicazioni di Intelligenza Artificiale sono il terreno perfetto in cui affrontare questa realtà. Le regole del gioco sono le stesse, la logica dell’Intelligenza Artificiale combacia perfettamente con la logica che regola le nostre azioni. D’altronde è stata ideata negli anni Cinquanta per emulare il nostro approccio ai problemi, con l’obiettivo di fornirci un quid in più grazie alla superiore capacità di elaborazione.
Ma scordiamoci che l’Intelligenza Artificiale possa camminare con le proprie gambe. La regia di questo film rimane in mano nostra e i risultati dipendono dalle competenze singole e da quanto istituzioni, aziende e la società tutta ne agevolano il ciak.
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