Il 21 ottobre la Commissione Europea ha approvato la nuova strategia 2022-2023 per l’open source. Vediamo quali sono i principi su cui si basa la strategia, i nuovi obiettivi previsti, la situazione attuale in Europa e quanto è importante l’open source per l’Unione Europea
Open source e Unione Europea, la situazione attuale
L’open source nell’Unione Europea ha la possibilità di promuovere l’innovazione e l’indipendenza tecnologica, riducendo anche i costi di gestione. Sempre più aziende lo stanno adottando e stanno facendo investimenti su queste tecnologie.
Secondo lo studio Dg Connect dell’UE sull’impatto del software e dell’hardware open source sull’indipendenza tecnologica, la competitività e l’innovazione nell’economia dell’UE, negli ultimi anni le aziende europee hanno investito un miliardo di euro circa nelle tecnologie open source. Non solo: lo studio ha evidenziato che se gli investimenti aumentassero anche solo del 10% potrebbero nascere oltre 600 nuove start-up europee, con un aumento del PIL di 100 miliardi di euro.
Dallo studio si evince anche che l’Unione Europea non ha ancora le capacità necessarie per attuare cambiamenti importanti nel settore dell’open source, ma gli ultimi giorni hanno visto un importante segnale nell’adozione dell’open source in Unione Europea.
La nuova strategia della Commissione Europea
Il 21 ottobre scorso infatti la Commissione Europea ha approvato la nuova strategia per il software open source per il programma Europa digitale, impegnandosi a utilizzare l’open source non solo nel settore informatico ma anche in altri ambiti in cui l’open source può essere strategico come ad esempio istruzione e transizione ecologica. Questo per ridurre i costi e fornire servizi migliori ai cittadini, oltre che garantire l’indipendenza tecnologica della comunità.
La strategia ha come tema il “Think Open” e definisce sei principi per sfruttare i vantaggi dell’open source a livello comunitario, ovvero pensare aperto, trasformare, condividere, contribuire, proteggere e mantenere il controllo.
Gli obiettivi chiave della nuova strategia sono consentire alla Commissione di:
- Fare passi avanti nel rendere l’Europa digitalmente autonoma,
- Incoraggiare la condivisione di dati, informazioni, software e applicazioni
- Contribuire alla società della conoscenza condividendo il codice sorgente della Commissione
- Costruire un servizio pubblico di livello mondiale
Questi obiettivi andranno perseguiti attraverso azioni concrete quali:
- L’istituzione di un ufficio specifico per il Programma Open Source
- Il miglioramento dell’archivio software e delle pratiche di distribuzione del software
- La creazione di innovazione con i laboratori open source per sviluppare nuove competenze
- L’integrazione dell’open source nel reparto IT interno
Open source e Unione Europea, la situazione italiana con Developers Italia
In Italia l’open source porta numerosi vantaggi alle piccole medie imprese e nella pubblica amministrazione.
L’open source rientra nel processo di trasformazione digitale del Paese, regolamentato dal Codice dell’Amministrazione digitale che in due articoli, il 68 e il 69, prevede la scelta dell’open source come prioritaria per i software della PA e la pubblicazione del codice per renderlo utilizzabile.
In questo contesto di trasformazione digitale è nata nel 2017 la piattaforma Developers Italia, punto di riferimento per la PA per lo sviluppo dei servizi pubblici (come nel caso di Spid e Inps open source).
Developers Italia si inserisce nel piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione 2020-2022 per favorire lo sviluppo di una società sempre più digitale, aperta, etica, sostenibile e inclusiva e contribuire alla diffusione delle nuove tecnologie in tutto il Paese. Per queste sue caratteristiche sarà fondamentale nel dialogo con l’Unione Europea per l’open source, soprattutto per recepire le direttive della Commissione della nuova strategia e in particolare in tema di investimenti sulle tecnologie open source.
Comments are closed.