Interventi rapidi ed efficaci, senza perdite di tempo. La visita medica diventa Smart.
Immaginate la classica visita dal medico di base e penserete ad attese sfiancanti, riviste ingiallite, chiacchiere di circostanza con altri pazienti. In altre parole, a una buona fetta di tempo buttato via. Una situazione ben lontana dall’efficienza naturale delle Smart City.
Ora immaginate una visita «in remoto», che abbatta le perdite di minuti preziosi; e, non meno importante, che consenta al medico di essere in luoghi difficili da raggiungere. Quello a cui penserete si chiama RHS, ed è l’acronimo di Remote Healthcare System.
L’inglese non vi confonda: è una soluzione tutta italiana, sviluppata a Latina da Farmaforniture. Si tratta di una stazione di telediagnosi, cioè di una postazione equipaggiata con tutti gli strumenti necessari per un check-up completo e preciso, assistiti da un professionista nell’utilizzo dei macchinari e guidati da un medico collegato da remoto.
Ma per capirne di più e conoscere meglio i potenziali sviluppi della soluzione abbiamo parlato con Roberto Coronati, che di RHS è Responsabile delle Relazioni Esterne e Consulente Normativo.
La tecnologia avvicina il medico al paziente, e questi al farmacista.
Quando è stato avviato il progetto RHS?
Il concept nasce nel 2013 su impulso di Luigi Pellegrini, fondatore di Società Farmaforniture Srl, a Latina. Esponente della terza generazione di una famiglia di farmacisti, Pellegrini ha formato il proprio background in una posizione strategica: quella di ultimo stadio della filiera. In altre parole, il punto di contatto con il cliente. Luigi ne coglie gli umori e le esperienze, e in particolare tutti i rilievi sulle mancanze di un sistema sanitario che, pure se preso a modello in tutto il mondo per la capacità di assistenza, presenta carenze lungo il percorso, dalla nascita del bisogno di cura allo svolgimento della stessa. In questa posizione di frontiera nasce un’idea: avvicinare con la tecnologia il medico al paziente, e quest’ultimo al farmacista.
Quali sono le conseguenze di questo avvicinamento?
Tempi e spostamenti più rapidi; un servizio di assistenza sanitaria più professionale; la riaffermazione e il miglioramento del ruolo del medico quale responsabile della diagnosi; la restituzione al farmacista del ruolo riferimento nell’erogazione della terapia farmacologica e di consulenza al paziente. E poi c’è un’altra, piacevolissima conseguenza: l’assegnazione a Pellegrini del Premio Gusi Peace Prize 2014, per il carico etico dell’idea. Si tratta dell’equivalente asiatico del Nobel, viene assegnato nelle Filippine e premia soggetti impegnati nella diffusione della pace e del benessere nel mondo. Proprio nelle Filippine abbiamo avviato un processo di diffusione del sistema.
Oltre alle Filippine, c’è qualche altro mercato su cui state lavorando?
Abbiamo diversi canali aperti su vari fronti, a cominciare dall’interesse di una grande multinazionale di servizi software che vuole entrare in co-marketing nella distribuzione del sistema, in primis sul mercato USA. Sul piano etico ci pregiamo di avere un’importante Onlus italiana decisa ad utilizzare il sistema in una una zona remota in Africa. Infine c’è l’interesse del Ministero della Salute, per un un progetto pilota da avviare nel Lazio ed esteso, con ogni probabilità, a due isole molto mal servite.
Dal malessere al farmaco: nella vostra esperienza quanto tempo passa, in media, con la procedura ordinaria? E quanto invece utilizzando RHS?
La tempistica ordinaria è nota a tutti: visita presso il medico di base con la prescrizione di analisi cliniche, svolgimento delle stesse, refertazione, ritiro, nuova visita dallo stesso medico. Tempo del percorso: 7-10 giorni. La diagnosi può generare ulteriori accertamenti clinici, o l’avvio di un terapia farmacologica, o l’ospedalizzazione. A ciò si aggiunge il tempo impiegato durante l’orario di lavoro, con spese per spostamenti vari. Usando il nostro sistema la visita, che in media può durare mezz’ora, include già le analisi cliniche e, in tele-consulto, la visita con uno specialista: oltre al risparmio di tempo e denaro, può fare la differenza su un’ospedalizzazione tempestiva.
Apparati, unità, hardware, software: è tutto progettato e realizzato in casa?
Sì, ed è un nostro punto di orgoglio.
La varietà e le capacità dei professionisti nella nostra squadra ci hanno consentito di progettare e realizzare tutto il sistema internamente, controllando tutti gli elementi che lo compongono dal concepimento fino allo sviluppo; essendo poi un sistema nuovo e in continua evoluzione, è indispensabile la collaborazione e la condivisione del lavoro dei singoli con il gruppo.
Gli elettromedicali sono gli elementi che acquistiamo dalle migliori case produttrici per dare la garanzia di massima affidabilità nelle analisi; a breve contiamo di produrli espressamente dedicati e brandizzati per le esigenze dei nostri clienti.
La storia clinica del paziente: un bagaglio prezioso acquisito in tutta sicurezza.
In che modo viene acquisita la storia clinica del paziente?
Il paziente si accredita presso la stazione tramite la propria tessera sanitaria e accede alla sua cartella clinica caricata in cloud sul sistema. Ogni visita, costituita da comunicazioni audio-video, test e rilevazioni cliniche, genera record che implementano la storia clinica; tutti i dati presenti possono essere utilizzati anche successivamente e con differenti medici.
Gli elettromedicali, in comunicazione con il computer della stazione, trasferiscono al sistema in modo digitale e automatizzato i dati rilevati e li rendono disponibili in tempo reale; altri dati possono essere inseriti manualmente o acquisiti tramite fotocamera, se provenienti da fonti esterne.
Vengono ovviamente registrati anche i dati contigui dell’evento: chi era il medico in remoto, chi l’operatore presso la stazione, il giorno, l’ora, la durata. I dati, in forma aggregata, possono poi concorrere a formare statistiche utili per strategie sanitarie, report di diffusione di malattie, ricorsività di casistiche.
Come rassicurare il paziente che tema per il trattamento e la sicurezza dei propri dati clinici?
II paziente, prima di avviare l’evento, firma un modello di consenso informato con cui approva l’effettuazione di una visita con un medico in remoto, ed acconsente al trattamento dei suoi dati, sensibili perché attinenti alla propria salute.
Il protocollo utilizzato per il flusso di dati all’interno del sistema è di assoluta sicurezza; per intenderci, è quello in uso per le operazioni bancarie, criptato e perciò non attaccabile da hacker.
Quanto alla sicurezza della rete, come funziona RHS in caso di interruzione del flusso dei dati?
Il flusso di dati è progettato per funzionare in condizioni estreme di povertà di banda, quindi molto efficiente già su linee poco performanti; nel caso di caduta assoluta di dati, il sistema registra e inoltra i dati appena ripristinato il collegamento.
Quante unità sono in funzione al momento, e dove?
A oggi è in funzione la prima stazione RHS presso lo Studio Medico Antium di Anzio, in provincia di Roma. Si tratta del nostro test campione sul territorio e ci sta dando grande soddisfazione: si tratta di un’esperienza al momento unica per effettuare visite complete di analisi cliniche con rapidità e basso costo, per cui le richieste stanno già saturando la capacità della singola postazione.
Sei pronto per una visita medica Smart?
CATEGORIA SMART
TECNOLOGIA
Software, hardware, cloud
DOVE ACQUISTARE LA SOLUZIONE
È una soluzione sviluppata da RHS
PER CHI
Per i cittadini
PER QUALI RIVENDITORI
Per rivenditori del settore sanitario e farmaceutico
DOVE NELLA CITTA’
In tutta la città