L’impiego dell’Internet of Things nella sanità ha già avuto un effetto considerevole. Oggi si parla di Internet of Healthcare Things. Il termine definisce l’impiego di tecnologia capace di sfruttare dispositivi e sensori IoT interconnessi per raccogliere e condividere dati capaci di migliorare l’assistenza ai pazienti, gestire le malattie croniche e ridurre le spese. Queste opportunità hanno generato un interesse notevole, anche economico. Secondo Precedence Research, il mercato globale dell’IoT nella sanità, valutato poco superiore ai 180 miliardi di dollari nel 2021, dovrebbe superare i 960 miliardi di dollari entro il 2030.
Ma già oggi il settore sanitario è il terzo più avanzato nell’implementazione IoT. Il 60% delle organizzazioni del settore che hanno già introdotto l’Internet of Things nelle loro attività di cura del paziente. Inoltre, l’87% delle organizzazioni sanitarie di tutto il mondo ha implementato servizi correlati all’IoT già nel 2019.
Tutto concorre a rendere ancora più diffuso e prezioso l’impiego dell’Internet delle cose nel settore sanitario: pensiamo solo alla rete 5G che ha permesso l’espansione IoT.
INTERNET OF THINGS NELLA SANITÀ: GLI UTILIZZI GIÀ OGGI PRESENTI E POSSIBILI
Ma dove viene impiegato l’Internet of Things nella sanità e quali sono gli aspetti più innovativi che fanno sperare in un suo impiego più pervasivo (e sicuro)?
L’Internet delle Cose si rivela potenzialmente molto utile in ospedale. Oltre al monitoraggio della salute dei pazienti, i dispositivi IoT dotati di sensori vengono utilizzati per tracciare la posizione in tempo reale di apparecchiature mediche come sedie a rotelle, defibrillatori, nebulizzatori e altre apparecchiature di monitoraggio.
La diffusione delle infezioni è una delle principali preoccupazioni per i pazienti negli ospedali. I dispositivi di monitoraggio dell’igiene abilitati all’IoT aiutano a prevenirla. Inoltre, aiutano anche nella gestione delle risorse come il controllo dell’inventario delle farmacie e il monitoraggio ambientale. Un esempio è il controllo della temperatura dei frigoriferi dove si mantengono vaccini e altri farmaci termo-sensibili, oltre a controllare tassi di umidità e della temperatura nelle stesse strutture.
Telemedicina e assistenza domiciliare: i vantaggi dell’IoT
Ci sono poi i vantaggi connessi alla possibilità di seguire un paziente direttamente da casa sua, senza che ci sia bisogno di un ricovero (nei casi in cui questo sia possibile). Poter monitorare il suo stato di salute è possibile mediante wearable device. I dispositivi indossabili possono controllare più aspetti, non solo la frequenza cardiaca. La tecnologia IoT indossabile consente, infatti, il monitoraggio remoto della salute, permettendo ai medici di monitorare con precisione i segni vitali, l’attività fisica e altri segnali importanti che possono informare le modifiche ai piani di trattamento o altri interventi.
La telemedicina è anche questa: la cura del paziente da remoto. In generale è la trasmissione sicura e rapida di informazioni riguardanti l’anamnesi medica. Così è possibile fare medicina a distanza.
C’è poi l’applicazione della robotica per i servizi di assistenza. L’impiego di robot, combinati con tecniche di intelligenza artificiale e sensori IoT, possono interagire con il paziente, monitorandone lo stato di salute e i miglioramenti.
LA RICERCA ITALIANA COLLEGA LA TECNOLOGIA ALLA CURA MEDICA
Il robot di servizio è solo una delle soluzioni su cui sono stati sviluppati 19 progetti di ricerca strategici sviluppati dal Life Science Excellence Hub, realtà co-finanziata dal Fondo europeo di sviluppo regionale nell’ambito del “Programma operativo regionale del Lazio”.
Il punto di partenza per lavorare sul connubio tra tecnologia avanzata, contemplando AI, robotica, Internet of Things nella sanità è partito da una considerazione: l’Italia è un Paese con un numero sempre più alto di popolazione anziana. Gli ultra 65enni nel nostro Paese sono 14 milioni 46 mila individui a inizio 2022, costituendo il 23,8% della popolazione totale.
Da qui occorre partire: dalle maggiori esigenze di cura e di assistenza a fronte di meno persone in grado di assicurarla. Quindi, la tecnologia può fornire un importante aiuto. Ne sono convinti i partner LSEH, che hanno avviato i progetti che considerano l’impiego di sensoristica, telemedicina, assistente vocale, domotica IoT e computer vision e a cui si aggiungono quelli finalizzati a migliorare le terapie antitumorali nella direzione di una medicina sempre più personalizzata e di precisione.
I progetti di ricerca
A proposito dei progetti in cui entra in gioco l’internet of Things nella sanità c’è SMILE. Ideato da Integris, Università “Sapienza” e Campus Bio-Medico di Roma, si pone l’obiettivo di:
“realizzare un sistema indossabile, non invasivo e innovativo per il monitoraggio continuo, in tempo reale e da remoto di parametri fisiologici, attività fisica e postura che condizionano il benessere fisico delle persone”.
C’è poi PISTIS, una piattaforma innovativa in grado di armonizzare l’ambiente domestico rendendolo un caregiver virtuale. In questo caso, cuore del progetto è l’impiego sinergico di sensoristica, telemedicina, assistenza vocale, domotica IoT e computer vision per favorire l’assistenza degli anziani, fragili o deboli all’interno del proprio spazio abitativo. Si sviluppa su finalità analoghe il progetto Fragili, il cui obiettivo è sviluppare un sistema di teleassistenza, basato su sensori IoT ambientali che permettano di generare indici sulla qualità della vita domestica, come aerazione e sanificazione dell’ambiente.
Guarda sempre all’impiego dell’Internet of Things nella sanità anche il progetto SENSOCARD, che prevede invece l’uso di sensori di rilevazione rapida di emergenze cardiovascolari.
SVILUPPI FUTURI DELL’INTERNET OF MEDICAL THINGS: IL MONDO DEGLI INTEGRATORI
Ci sono poi altri sviluppi che potranno vedere l’impiego dell’internet of things nella sanità. Un esempio è rappresentato dagli integratori. Si tratta di un mercato destinato a superare i 220 milioni nel 2027.
L’Italia è uno dei protagonisti in Europa, contando su una quota di mercato pari al 26%.
Perché siano considerati degli alleati della salute lo rileva un’elaborazione PwC Italia su dati Food Supplements Europe. In Europa, è stato stimato un potenziale risparmio pari a 1,3 miliardi di euro per il sistema sanitario nazionale correlato a minori casi di ospedalizzazione se le persone over 55 o a rischio di malattie cardiovascolari assumessero regolarmente Omega3.
Questo è il presente: in un recente convegno è stato messo in luce come in futuro le aziende del settore puntano su un maggiore impiego della tecnologia. L’integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali (43%) è la voce più importante per gli addetti ai lavori, seguita dall’impiego di strumenti digitali per la gestione dell’informazioni medico-scientifica (28%). La terza voce di interesse è proprio l’Internet of Things (20%).
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