Mai come in questi ultimi anni si è parlato di salute, di sanità, di accesso alle cure. Sembra proprio che anche questo settore sia all’inizio di un profondo percorso di cambiamento dovuto anche a una considerazione anagrafica: la popolazione sta invecchiando. Protagonista del cambiamento sarà la Smart Health.
Le necessità sanitarie di una popolazione più vecchia e più numerosa, sono complesse e articolate ma, sembra, prevedibili.
Grazie alle nuove tecnologie sarà possibile curare la popolazione senza pesare troppo sulla sanità pubblica, diminuendo eventi inaspettati e difficili da gestire. Come? Con lo Smarth Health.
Cosa significa Smart Health
Smart Health può essere tradotto letteralmente con “sanità intelligente“. Al pari della nuova definizione di smart city, ad esempio, vuole indicare una commistione tra la tecnologia e le competenze umane in grado di ampliare e rafforzare le possibilità di trovare soluzioni efficaci ai problemi.
Non si tratta però di utilizzare l’Internet of Things per programmare, gestire, riorganizzare la sanità: si tratta di molto, molto di più.
L’applicazione di sensori in grado di dialogare tra loro e all’essere umano sarà in grado di prevenire e diagnosticare una patologia molto prima dell’intervento del medico.
Grazie all’intelligenza artificiale, all’analisi dei big data e agli algoritmi preventivi, la salute di ciascuno sarà sotto controllo dalla gravidanza fino all’età più avanzata.
Con Smart Health non si intende nulla che riguardi la telemedicina. Già oggi medico e paziente spesso comunicano tramite internet, utilizzando e-mail o messaggistica istantanea, anzi in anni di pandemia queste modalità sono diventate addirittura preponderanti.
In un prossimo futuro, nell’era della Smart Health, un paziente con una malattia cronica indosserà un dispositivo a sensori in grado di monitorare costantemente la sua salute e dialogare con il medico senza nemmeno il coinvolgimento del paziente stesso.
La sanità del futuro: tenere tutto sotto controllo
L’analisi della salute inizierà prima ancora della nascita. Una raccolta ragionata di dati, filtrati da sistemi in grado di interpretarli e archiviarli, permetterò di avere una accurata base con la quale rapportare tutti i dati raccolti negli anni successivi.
Ad esempio, anomalie genetiche, predisposizioni a alcune malattie, variazioni importanti rispetto allo standard saranno note fin dalla nascita, da un lato dando la possibilità di iniziare determinate cure con molto anticipo, dall’altro evidenziando negli anni a seguire a quali aspetti prestare più attenzione.
Durante la crescita i dati saranno continuamente raccolti, analizzati e monitorati per una nuova sanità predittiva, più che curativa.
E se ci dovessimo ammalare improvvisamente? Il medico avrebbe accesso a una mole di dati, informazioni specifiche e, soprattutto oggettive, in grado di aiutarlo nella diagnosi e successivamente nella cura.
Oggi, in attesa di analisi strumentali, spesso le diagnosi si basano su quanto il paziente racconta della sua salute, a volte dimenticando aspetti salienti, altri enfatizzando piccole problematiche irrilevanti.
Senza colpa, si intende, ma spesso rendendo difficile una oggettiva analisi da parte del sanitario.
Tutto questo non sarà più possibile quando si parlerà di Smart Health: dati oggettivi, misurabili, confrontabili, saranno a disposizione dei medici per accurate diagnosi e cure precoci.
La sfida, tuttavia, non riguarda solo la raccolta dei dati. Parallelamente si sviluppano problematiche di tipo etico, da affrontare anche a livello legislativo, e necessità crescenti in ambito di sicurezza e protezione di dati sensibili.
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