Il futuro di Internet of Things si delinea all’insegna del metaverso. Proprio così: al CES 2023 se n’è trattato come di una prospettiva possibile. Il Metaverse of IoT (che spiegheremo più avanti) è una naturale evoluzione dell’IoT, che da quando è nato ha conosciuto una crescita esponenziale. L’incremento continuerà: si prevede, infatti, che il numero di dispositivi IoT in tutto il mondo quasi triplicherà, passando da 9,7 miliardi nel 2020 a più di 29 miliardi di dispositivi IoT nel 2030.
Come progredirà l’IoT? All’insegna di nuove dimensioni, ma anche di nuove possibilità che rendono il concetto sempre più pervasivo e capace di unire fisico e virtuale. Il Metaverse of Things è solo l’ultima delle novità, ma negli anni si sono adottati termini o sono nati ambiti ben precisi che hanno visto l’Internet delle Cose protagonista: si pensi all’Industrial IoT, per esempio. C’è poi l’Internet of Everythings.
Andiamo, allora, a scoprire meglio queste dimensioni.
Industrial Internet of Things
Prima di parlare del futuro di Internet of Things è bene parlare del presente, di cui è protagonista l’Industrial Internet of Things. Esso fa parte dell’IoT, rappresentandone l’applicazione in campo industriale. Nel tempo si è creato una propria dimensione e un mercato il cui valore è in costante crescita. Secondo le previsioni di Statista, il mercato mondiale dell’IIoT, che ha superato i 263 miliardi di dollari nel 2021, raggiungerà circa 1110 miliardi di dollari entro il 2028.
IIoT è definito come l’insieme di macchine, computer e persone che consentono operazioni industriali intelligenti utilizzando l’analisi avanzata dei dati per risultati aziendali trasformativi.
Comprende applicazioni industriali, tra cui robotica, dispositivi medici e processi di produzione definiti da software. Ha a che fare con sensori, strumenti e altri dispositivi interconnessi collegati in rete insieme alle applicazioni industriali dei computer, riguardanti anche la produzione energetica. Questa connettività consentono la raccolta, lo scambio e l’analisi dei dati, facilitando miglioramenti della produttività e dell’efficienza, nonché altri vantaggi economici.
Internet of Everythings
Il futuro di Internet of Things passa anche dal “fattore E”, rappresentato dall’Internet of Everythings.
IoT e IoE presentano analogie: ciascuno si riferisce alla connessione di dispositivi fisici e applicazioni, ma IoE implica l’utilizzo di questi dispositivi connessi come parte di un sistema più ampio e intelligente.
Cisco ha coniato il termine IoE nel 2013 definendolo come “la connessione in rete di persone, processi, dati e cose”. Il vantaggio di IoE deriva dall’impatto combinato della connessione di persone, processi, dati e cose e dal valore che questa maggiore connessione crea quando “tutto” diventa online. Già dieci anni fa questa dimensione stava creando opportunità per organizzazioni, individui, comunità e Paesi per realizzare un valore notevolmente maggiore dalle connessioni in rete tra persone, processi, dati e cose. In confronto, Internet of Things si riferisce semplicemente alla connessione in rete di oggetti fisici. L’IoT è una singola transizione tecnologica, mentre l’IoE comprende molte transizioni tecnologiche (compreso l’IoT).
Cisco prospettava un mercato in forte crescita. La previsione sembra essersi avverata: secondo Allied Market Research si passerà da da una valutazione superiore ai 928 miliardi di dollari nel 2020, a oltre 4205 miliardi di dollari entro il 2030.
Perché l’IoE è destinato a crescere? Perché è un concetto che non si limita solo a oggetti, ma anche al modo in cui si autenticano e comunicano. L’Internet of Everything è l’interconnessione senza soluzione di continuità e il coordinamento autonomo di un numero enorme di elementi informatici e sensori, entità inanimate e viventi, persone, processi e dati attraverso l’infrastruttura Internet.
Metaverse of Things
Il termine Metaverse of Things è emerso al CES 2023. A parlarne è stato Steve Koenig, VP Research della Consumer Technology Association, associazione di categoria che rappresenta l’industria della tecnologia di consumo USA da 505 miliardi di dollari e da 18 milioni di posti di lavoro negli Stati Uniti.
Nel suo discorso annuale sulle tendenze tecnologiche ha prospettato sei tendenze chiave. Una di queste ha riguardato proprio il Metaverso. Esso “è più vicino di quanto pensi”. Andando avanti, si dovrà parlare di
“Metaverse of Things (MoT) mentre le esperienze online di nuova generazione distribuiscono un elevato senso di immersione che arriverà in gradi di immersione dalla virtualizzazione alla full immersion”. Steve Koenig
Ma cosa si intende con questo neologismo? Il Metaverso delle cose si riferisce a una rete decentralizzata di dispositivi e oggetti connessi, che possono comunicare tra loro e con gli utenti nel metaverso, utilizzando la tecnologia blockchain. Ciò creerebbe un nuovo ecosistema per l’Internet of Things (IoT) in cui i dispositivi possono interagire tra loro, eseguire attività complesse e condividere dati in modo sicuro, senza la necessità di server centralizzati o intermediari. Il “Metaverso delle cose” consentirà la creazione di organizzazioni autonome decentralizzate e smart city, nonché nuove forme di identità digitale, comunicazione e commercio.
Qual è la relazione tra l’IoT e il metaverso? L’IoT lavora sulla raccolta di dati dagli utenti. E l’intera infrastruttura dell’IoT ruota attorno a dispositivi come sensori, laptop, computer, fotocamere ecc., che raccolgono e analizzano i dati dell’utente per crearne qualcosa di significativo. Metaverso, d’altra parte, è la realtà virtuale che lavora sulla visualizzazione dei dati raccolti dal mondo reale.
Metaverso e IoT hanno entrambi opportunità pressoché illimitate? Forse. Intanto però – come prevede questo articolo su Medium – il Metaverso delle cose sarà alimentato da mondi virtuali, gemelli digitali, realtà aumentata (AR), realtà virtuale (VR), realtà mista (XR) e noi, come avatar.
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