Da ormai qualche anno i container sono una delle novità più interessanti nell’ambito informatico. La loro implementazione sta coinvolgendo le grandi aziende, che si avvicinano a questa tecnologia con l’obiettivo di gestire applicazioni sempre più complesse con il minor spreco di risorse di elaborazione e la maggior efficienza nella coordinazione delle applicazioni stesse. Il loro sviluppo è avvenuto inizialmente sul mercato americano, ma l’interesse è cresciuto rapidamente anche in Europa ed oggi abbraccia tutti i settori legati al mondo IT e non solo. Ma cosa sono i container? E perché sono destinati a rivoluzionari il mondo dell’informatica? 

Cosa sono i container 

Per spiegare cosa sono i container è necessario partire dal concetto di virtualizzazione. In informatica con questo termine identifica la possibilità di separare le componenti fisiche degli elaboratori, ovvero gli hardware, rendendoli di conseguenza disponibili sottoforma di risorsa virtuale. La virtualizzazione tipica che tutti conosciamo permette di condividere le risorse hardware ma non le applicazioni e il sistema operativo, che restano centralizzate sul server. Grazie ai container la situazione si stravolge: i container permettono di prendere un’applicazione e farla funzionare in autonomia, anche all’esterno dell’ambiente in cui viene normalmente eseguita. Come quei veri e propri containers che si utilizzano nel trasporto merci: è possibile prenderli e spostarli in totale libertà, a seconda delle esigenze. 

Quali sono le principali caratteristiche? 

Analizzare le principali caratteristiche dei container è basilare per comprenderne la loro crescente importanza nel mondo industriale e informatico. Ecco nel dettaglio i tre principali connotati che rendono questa tecnologia sempre più apprezzata: 

  • Perfettamente isolabili: infatti i container contengono l’applicazione e tutto quello che le serve per funzionare. Ciò significa che è possibile estrapolarla dal suo contesto abituale e riconfigurarla ed installarla facilmente in altri diversi ambienti. 
  • Leggerezza: i container hanno delle dimensioni ridotte a differenza delle tradizionali virtual machine che richiedono molte risorse a livello di Gigabyte. Spesso i container “pesano” addiritura pochi Kilobyte, il che significa che sono estremamente leggeri e avviabili in brevissimo tempo. 
  • Granularità: la tecnologia container permette di containerizzare non solo un’applicazione, ma anche ogni suo singolo componente. Questo vuol dire che si possono suddividere tutte le risorse in micro-risorse, senza dubbio più controllabili e più efficienti a livello di performance. 

Container: dove si possono applicare? 

La tecnologia fondata sui container ha la forza di non essere settoriale: potenzialmente la sua applicazione è possibile ovunque. Nonostante questo è giusto segnalare come ambiti prediletti per lo sfruttamento di applicazioni containerizzate l’Edge Computing e il cloud distribuito. Come mai? La risposta è abbastanza scontata: i volumi di dati generati quotidianamente sono ormai in crescita esponenziale, sia per la crescita dei dispositivi connessi sia per l’aumento della loro potenza di calcolo. È impensabile che i data center possano supportare a pieno questa mole di dati, anzi, secondo le stime degli esperti una moltitudine di essi nel futuro verrà elaborata in ambienti esterni. In un contesto simile è chiaro che l’Edge Computing e il cloud distribuito guardino con estrema fiducia al mondo dei container, visto che per natura distribuiscono le risorse in modo granulare, distribuita e decentralizzata. 

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