[box] Tech Data in collaborazione con i più importanti brand del mercato Storage e Security, ha organizzato un evento esclusivo per scoprire le ultime novità e gli sviluppi relativi alle nuove normative che riguardano la gestione dei dati personali, le tecnologie e gli strumenti per il loro trattamento in ambito Storage e Security.[/box]
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Nei giorni scorsi gli italiani hanno imparato un nuovo termine dell’Information Tecnhology: «ransomware». Le cronache, infatti, non hanno parlato genericamente di virus ma hanno indicato con precisione la natura di WannaCry o WannaCryptor, come è stato battezzato quel «simpatico» elemento che si è introdotto in più di 200mila computer sparsi in 150 Paesi del mondo.
Come è noto, WannaCry bloccava il computer colpito prendendone in ostaggio le cartelle: l’utente non riusciva più a compiere alcuna operazione. Un rapimento vero e proprio, con tanto di riscatto: 300 dollari (275 euro) per ottenere una chiave di sblocco dei file criptati.
L’attacco è partito il 12 maggio e ha colpito a pioggia: utenti singoli, giganti dell’economia pubblica e privata (Renault, FedEx, Telefonica, Deutsche Bahn), il sistema bancario di un Paese non proprio secondario come la Russia, università in Grecia e in Italia. L’attacco ha dimostrato che per un hacker nessuno è intoccabile.
Una minaccia sempre più intensa
Anche alcune Piccole e Medie Imprese (PMI), ovviamente, non sono state risparmiate dall’attacco che, secondo fonti attendibili, sarebbe stato manovrato dalla Corea del Nord. Non è un dettaglio secondario: il Paese è al centro delle turbolenze di politica internazionale, e con questa azione dimostra di avere altre armi per minacciare il mondo oltre a quelle nucleari. Armi diverse e infinitamente più facili da usare.
L’episodio allarga quindi lo spettro delle minacce informatiche. Che sono sempre di più: secondo il 2015 Cost of Data Breach Study (ricerca condotta da Ibm e Ponemon Institute Global Analysis), tra il 2013 e appunto il 2015 il costo degli attacchi informatici è cresciuto del 23%, toccando i 3,79 milioni di dollari.
Come difendere la tua Piccola e Media Impresa?
La risposta è semplice: affidandosi a chi disegna prodotti pensati per mercati specifici. In questo caso, parliamo di Windows Server 2016, che l’azienda di Redmond ha disegnato proprio per il mercato PMI basandosi su dati di partenza piuttosto chiari. E cioè:
- La mancanza di servizi centralizzati rende più complicata la gestione della sicurezza, del backup e della condivisione di dati: sulla piazza americana, il 52% delle piccole aziende non ha una infrastruttura IT.
- Si chiede di produrre di più con meno risorse, e quindi di avere un IT più performante ed economico: e infatti, nell’ultimo anno è cresciuta la spesa per la virtualizzazione (+15,7%).
- Si chiede un IT più flessibile e pronto a cambiare in un mondo che cambia velocemente: la proiezione delle PMI americane che utilizzerà i servizi cloud è del 78% nel prossimo quadriennio.
I plus di Windows Server 2016
La soluzione disegnata da Windows si basa su tre pilastri: proteggere l’azienda, migliorare l’efficienza e la produttività dell’IT, favorire il passaggio al cloud.
Sul primo fronte, le tecnologie Antivirus e Antimalware sono integrate grazie a Windows Defender, e vengono ridotte le intrusioni informatiche grazie a specifiche funzionalità di Amministrazione. Secure Boot è un’ulteriore funzionalità che mette in sicurezza i server fisici e le macchine virtuali; quanto alla protezione di dati e file da accessi non autorizzati, lo schermo sono le «Shielded Virtual Machines»
Sul piano della produttività, l’efficienza dei server viene migliorata utilizzando macchine virtuali evolute, e Windows Containers. La disponibilità dei server viene aumentata nel tempo con funzionalità di disaster recovery «built in» dotate di replica, mentre la funzionalità di Remote Desktop è incrementata con una performance ottimizzata e con supporto anche dal punto di vista grafico. Infine, sono estese le capacità di memorizzazione dei dati (con costi ridotti).
Quanto al passaggio al cloud, un dato riportato da Gartner afferma che la maggioranza delle aziende desidera implementare un modello ibrido, con una componente stimata del 64% (privato) e 36% (pubblico). Windows Server 2016, su questo piano, migliora l’agilità dell’infrastruttura con una mobilità che sfrutta machine virtuali e container; costruisce soluzioni di storage flessibili grazie all’utilizzo di Azure Storage Services; riduce la complessità della gestione degli utenti tra diversi dispositivi sia per soluzioni on-premise sia in cloud, con Azure AD e Microsoft Intune; semplifica la gestione dell’intera infrastruttura grazie a Azure remote server management.
Noi che i dati…
Adeguamento al nuovo GDPR e gli strumenti per farlo: l’appuntamento con Tech Data, Microsoft e altri protagonisti delle nuove frontiere dell’IT è a Villafranca di Verona il 6 giugno 2017.
Stay tuned!
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