Il software libero è un’opportunità ormai consolidata e con diversi anni di storia alle sue spalle. In Italia questi programmi si sono affermati non solo per i vantaggi economici, ma anche per le maggiori possibilità di scalabilità verso le nuove tecnologie digitali.
L’Open Source anche in Italia si è diffuso per sfruttare una grande opportunità di risparmio sui costi delle licenze software. Poi, negli anni è diventato una realtà nel panorama informatico nazionale, diventando uno dei settori più dinamici del mondo dell’Information Technology.
I primi utilizzi del software libero riguardavano più i sistemi di Content Management come ad esempio la realizzazione di portali per l’e-commerce, invece, negli ultimi anni la domanda si sta evolvendo verso software destinati allo sviluppo dell’infrastruttura applicativa come CRM ed ERP per la gestione dei dati relativi ai clienti e dei processi organizzativi all’interno dell’azienda. Inoltre, questi tool sono sempre più avanzati, tanto da essere impiegati anche nell’integrazione di progetti di Intelligenza Artificiale e di Machine Learning.
Il sondaggio di Nextvalue
Nextvalue, società specializzata in ricerche di mercato, recentemente ha condotto un’analisi sull’utilizzo dell’Open Source in Italia, intervistando aziende e pubbliche amministrazioni di piccole, medie e grandi dimensioni.
Il sondaggio ha evidenziato una situazione italiana più che consolidata: ben il 73% delle organizzazioni intervistate utilizza le soluzioni Open Source. L’approccio Open è ben radicato soprattutto nella Pubblica Amministrazione italiana, dove la percentuale dei conoscitori del software raggiunge il 100% e di utilizzatori l’85 per cento. Seguono, per ordine di maggiore utilizzo, il settore Assicurazioni, Utility, Banche e Finanza, il comparto Commercio, Distribuzione e Servizi, e Trasporti e Logistica.
Non male la situazione per il comparto industria che però si posiziona più in basso in merito alla percentuale di aziende utilizzatrici dell’Open Source (60% delle imprese). La principale motivazione è il ritardo nell’adozione dei sistemi open rispetto agli altri settori, per fortuna, c’è una buona percentuale di questa categoria che nonostante non li utilizzi, ne conosce le potenzialità.
È interessante notare come ben il 42% delle imprese dichiari di utilizzare questi software per attività di primaria importanza, a dimostrazione del fatto che l’Open Source è considerato come una soluzione non solo tecnologica ma anche sicura per le attività strategiche di una società.
Quali sono i vantaggi dell’Open Source rispetto alle soluzioni proprietarie?
La gratuità del software è il beneficio principale che emerge nelle interviste alle imprese, in quanto permette di eliminare il costo di acquisto delle licenze.
Questo però non è l’unico vantaggio. L’Open Source, infatti, facilita l’accesso all’innovazione grazie alla possibilità di implementazione senza vincoli di licenze, la velocità di accesso al codice e la possibilità di maggiore personalizzazione senza spendere cifre troppo alte.
Tuttavia, c’è da rilevare una interessante situazione: uno dei motivi principali per cui ancora molte aziende non adoperano software liberi è la mancanza di figure specializzate che offrano consulenza e formazione per l’utilizzo delle piattaforme Open Source, oltre che alla loro fornitura. Infatti, tra gli ostacoli all’utilizzo dell’Open Source rilevati dalle imprese rispondenti, risulta proprio la mancanza di servizi di supporto e di training da parte dei provider, requisito necessario affinché il software diventi accessibile anche per tutte le PMI.
Insomma, la situazione è alquanto confortante al punto che il software in Italia è diventato un’opportunità anche per le startup innovative, in quanto consente di sviluppare in maniera collaborativa progetti che, se basati su tecnologie proprietarie, avrebbero costi non sempre accessibili per le imprese giovani.
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