Cresce in Italia il mercato delle soluzioni IoT per la smart home. Nel 2022 le vendite hanno raggiunto i 770 milioni di euro, con un tasso di incremento significativo (+18%) rispetto al 2021. A evidenziare il risultato sono i dati del rapporto dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, intitolato “La Smart home guarda al futuro: energia, servizi, ecosistemi”.
Buone notizie quindi? Sì, se si considera che nel 2016 il mercato era di 185 milioni e l’andamento è stato quasi sempre positivo, con l’unico calo nel 2020 causa pandemia.
Tuttavia la carenza di semiconduttori e il conflitto in Ucraina e l’instabilità geopolitica, a seguito dell’invasione dell’Ucraina, hanno creato non pochi ostacoli alla crescita di questo comparto, che poteva essere più sostanziosa.
In ogni caso in Italia non ha ancora sfondato la smart home: a fronte di una spesa pro capite di 13 euro ad abitante, quella nazionale è più bassa di quella registrata in Francia (19,5 €/abitante), e ancor più se si confronta a Germania (44,5 €/ab.) e Regno Unito (4,1 miliardi di euro di mercato e spesa pro capite di 61,6 €/ab.) per non parlare degli Stati Uniti, dove il mercato della “casa intelligente” ha raggiunto i 19,8 miliardi di euro, pur con una spesa pro capite più bassa degli UK (59,6 €/abitante).
IoT per la smart home: un alleato per fare efficienza energetica
Dove può offrire un aiuto significativo l’IoT per la smart home è per risparmiare energia. Oggi c’è ancora da fare per riuscire a collegare l’impiego di soluzioni tecnologiche digitali all’efficienza energetica. Nonostante incentivi e bonus, a oggi il connubio tra risparmio energetico e smart home non è ancora così forte tra i consumatori come ci si attenderebbe.
Dall’analisi dell’Osservatorio Internet of Things risultano ancora pochi gli utenti che sfruttano le potenzialità degli oggetti smart, come spiega lo stesso think tank:
“per il monitoraggio dei consumi in tempo reale (17%), la gestione del riscaldamento/raffrescamento tramite scenari (11%), la gestione di sistemi di accumulo e autoproduzione tramite fonti rinnovabili (4%) e la fruizione di servizi per ottimizzare i consumi (2%).”
Nonostante questo, le soluzioni più affini al tema dell’efficienza energetica sono quelle che trainano le vendite di prodotti smart home nel 2022: caldaie, termostati, condizionatori connessi e valvole termostatiche fanno parte di questo comparto che ha raggiunto i 155 milioni di euro, conquistando il 20% del mercato.
È l’area che cresce di più (+41%), favorita dall’offerta di prodotti avvantaggiati dagli effetti del Superbonus ed ecobonus.
Le altre soluzioni più richieste, il ruolo dell’installatore, limiti e prospettive
Tra le soluzioni IoT per la smart home più gettonate troviamo, al secondo posto, quelle per la sicurezza: con 150 milioni di euro, hanno una quota di mercato del 19%. Anche in questo caso la crescita rispetto al 2021 è significativa (+20%). Sul podio ci sono anche gli elettrodomestici smart (140milioni di euro di vendite e 18% di quota di mercato).
Al quarto posto si posizionano gli smart speaker, con 137 milioni di euro (e identica quota di mercato: 18%).
Dopo la vendita, chi si occupa dell’installazione? Gli utenti si affidano sempre di più a professionisti, anche per configurare l’app da associare ai dispositivi.
In conclusione, come si caratterizza l’esperienza della smart home in Italia? Per lo più la gestione “rimane ancora un’esperienza abbastanza frammentata per l’utente finale”. Tuttavia, i miglioramenti ci sono.
“Guardando alle aspettative dei consumatori per il futuro, la maggior parte vorrebbe una completa integrazione e comunicazione tra i dispositivi smart installati, in grado di attivarsi e impostare scenari in autonomia (36% dei rispondenti).”
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