In principio BIM e Open Source erano mondi separati e all’apparenza abbastanza distanti. BIM è l’acronimo di Building Information Modeling e rappresenta la possibilità per i progettisti di creare un modello digitale che possa restituire in toto le informazioni sul progetto. L’Open Source invece identifica un software pensato per avere un’accessibilità pubblica e garantire un utilizzo flessibile, collaborativo ed economico.
Come si sono uniti oggi questi due pianeti così lontani? Quali sono i vantaggi che derivano da un utilizzo congiunto di BIM e Open Source? Proviamo a scoprirlo in questo articolo di Open Source Today.
Open Source: accenni di storia
L’Open Source appartiene al progetto di Internet fin dalla sua creazione e rappresenta l’idea di libertà nella gestione, distribuzione e modifica dei codici sorgenti. Le prime licenze libere risalgono ai primi anni ’80, con GNU che si palesò come l’alternativa libera del ben più conosciuto UNIX. Una rivoluzione che sfociò circa 10 anni dopo nella creazione di LINUX, un sistema operativo basato sul codice aperto ancora oggi molto utilizzato per amministrare reti e server. La filosofia Open Source in poco tempo è diventata dominante, sia per la sua economicità che per il suo ideale di libertà. Il concetto di Open Source si è poi amplificato abbracciando anche l’ambito conoscitivo. Si pensi a Wikipedia, forse la manifestazione più luminosa, un portale dove gli utenti caricano in libertà i contenuti, i quali, per garantire l’affidabilità, vengono regolarmente revisionati e verificati.
BIM e Open Source: il perché dell’unione
Storicamente i software BIM non sono mai stati caratterizzati dalla libertà per definizione, ma sono quasi sempre appartenuti a entità proprietarie. Con il tempo il Building Information Modeling ha preso sempre più la strada di una disciplina autonoma. Ne è scaturita l’esigenza di creare standard comuni che potessero garantire la condivisione dei progetti tra i software. Da quest’idea è nata l’IAI (International Alliance for Interoperability), un consorzio in grado di sviluppare un formato standard (IFC – Industry Foundation Class) e che ancora oggi opera a livello globale con il nome di buildingSMART.
Inizialmente, nonostante la presenza di nuovi formati standard liberi, utenti e software house hanno preferito continuare utilizzando soluzioni proprietarie, più facili da utilizzare per i primi e più redditizie per i secondi. Oggi però la situazione pare definitivamente cambiata. In primis grazie all’ISO 91650, un insieme di norme internazionali che garantisce sicurezza sotto i punti di vista operativo e tecnico.
OpenBIM: il presente del Building Information Modeling
Oggi l’approccio Open Source caratterizza gran parte dell’ecosistema BIM. Non sono solamente le opportunità create dal mercato a decretarne il successo, ma anche le revisioni normative che pian piano stanno virando verso l’idea di OpenBIM, ovvero di piattaforme aperte, interoperabili e neutrali.
A questo proposito è corretto fare un punto della situazione sui formati che vengono utilizzati nell’OpenBIM. Oltre all’IFC, il formato per eccellenza utilizzato nel mondo edile, si sottolinea l’utilizzo di IFCXML, XML, BCF, PDF/A, dfx, .e57, .xyz e molti altri. Alcuni di questi, tra cui spicca l’XML, sono stati ideati proprio per poter consentire la libera condivisione delle informazioni. Altri invece non sono stati ideati con questo obiettivo specifico, ma vengono accettati dalle piattaforme OpenBIM per la loro enorme diffusione.
I vantaggi dell’OpenBIM
I vantaggi dell’OpenBIM, la definitiva unione tra BIM e Open Source, sono considerevoli per gli addetti ai lavori. Analizziamoli nel dettaglio:
Maggior coordinamento
Spesso chi lavora ad un progetto deve comunicare e collaborare con soggetti appartenenti ad altre organizzazioni. Prima dell’avvento definitivo dell’OpenBIM il coordinamento consisteva nella sola condivisione dei progetti, con tutte le criticità del caso, vale a dire piattaforme differenti, perdita di informazioni, dati difficilmente integrabili, difficoltà nella modifica. Tutte problematiche che inevitabilmente si ripercuotevano sul risultato finale. Grazie all’OpenBIM ora il coordinamento è invece massimizzato. La collaborazione è possibile in tutte le fasi, dalla progettazione fino alla realizzazione.
Interoperabilità
Strettamente collegato al concetto di coordinamento vi è quello di interoperabilità. Cosa significa? In ambito informatico interoperabilità rappresenta la capacità di scambiare regolarmente e velocemente dati e informazioni con sistemi o programmi di diversa estrazione. In questo modo nel Building Information Modeling, grazie all’approccio open, i dati di un modello progettuale possono essere scambiati tra piattaforme, applicativi e software diversi senza incappare nella perdita di dati o di informazioni vitali per il progetto. Questa possibilità abbraccia qualsiasi fase del progetto: pianificazione, realizzazione, manutenzione e dismissione.
Accessibilità
Accessibilità significa la possibilità di garantire l’accesso alle informazioni del progetto a tutti coloro che ne sono coinvolti dal punto di visto operativo. Come abbiamo già anticipato questa eventualità è consentita dal formato IFC, uno standard internazionale utilizzato da tutti i software di progettazione. Sfruttare questo formato è fondamentale sia per il progettista, che può continuare ad operare con gli strumenti abituali, sia per tutte le altre professionalità coinvolte (come ad esempio coloro che appartengono agli ambiti realizzativi o gestionali), le quali possono fruire dei contenuti e delle informazioni anche utilizzando piattaforme di diversa natura.
BIM e Open Source: l’unione fa la forza
È innegabile che la fusione di BIM e Open Source, semplificata con il termine OpenBIM, possa portare enormi vantaggi al mondo industriale. Dalla possibilità di potenziare coordinamento e interoperabilità, fino a giungere alla maggiore accessibilità per tutte le professionalità coinvolte, da qualsiasi software. A questo vi è infine da aggiungere un ultimo beneficio legato all’Open Source: l’aggiornamento. Queste soluzioni infatti garantiscono modifiche e aggiornamenti in modo continuo, senza per nulla interrompere o impattare sull’intero flusso di lavoro.
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