Automotive Internet of Things è un concetto consolidato e che potrà solo trovare ulteriore sviluppo. Già oggi l’IoT nel settore automobilistico trova spazio nelle vetture sotto forma di svariati dispositivi: pensiamo a sensori, telecamere, localizzatori GPS, collegati al cloud e in grado di fornire dati in tempo reale che consentono di ottimizzare il processo di produzione delle automobili e di gestire in modo più efficiente i trasporti. Si sta andando nella direzione di guidare delle autentiche smart car.
Un domani sempre più prossimo sarà ancora più importante contare su tecnologia che possa rendere più connessa, autonoma e sicura l’auto. Soprattutto per due motivi: da qui ai prossimi anni il mercato auto è destinato a puntare sulla sostenibilità in maniera decisamente più significativa di oggi. A partire dal 2035, tutte le nuove auto in arrivo sul mercato devono essere a emissioni zero e non possono emettere CO2. “In questo modo si potrà garantire che entro il 2050 il settore dei trasporti possa diventare a emissioni zero”, sottolinea il Parlamento Europeo.
C’è poi un altro fattore altrettanto importante: già oggi un quarto della popolazione in UE è over 60 e nel 2050 la percentuale di ultra sessantenni raggiungerà il 35%. Pertanto, i cambiamenti nel sistema di trasporto devono tenere conto di utenti anziani con ridotte capacità di mobilità.
Infine c’è da considerare l’attenzione alla mobilità e alle modalità di spostamento dei più giovani. La generazione Z considera l’auto tra le opzioni di trasporto sempre più intermodale, inoltre l’auto deve essere sempre più connessa.
Che impatti avranno tutte queste considerazioni sul settore automobilistico globale, che costituisce uno dei comparti industriali più importanti al mondo. Contribuisce a circa il 3% della produzione totale del PIL mondiale, ogni anno produce 60 milioni di veicoli e dà lavoro in modo diretto a 4 milioni di persone e a un numero notevolmente più elevato indirettamente.
L’automotive Internet of Things cresce
Da qui si deve partire: dall’importanza dell’IoT nell’auto. Non è un caso che uno dei report previsionali più recenti, pubblicato da Data Bridge Market Research, metta in evidenza, sin dal titolo, il concetto di Automotive Internet of Things. Nell’analizzare che il mercato dell’Internet delle cose nel settore automobilistico, si mette in luce la crescita sensibile in termini di CAGR: il tasso di crescita annuale composto nel periodo previsionale 2022-2029 sarà del 27,32%. Il valore di mercato supererà i 672 miliardi di dollari entro il 2029.
Previsioni a parte, si comprende il fermento in atto anche attraverso gli accordi stilati, diretti a soddisfare una crescita di richiesta di soluzioni tecnologiche specifiche. Un esempio è l’accordo tra STMicroelectronics e GlobalFoundries, con il relativo annuncio di investimento da 5,7 miliardi di euro per lo sviluppo di una nuova iniziativa imprenditoriale strategica nella produzione di chip europei in Francia. Tali soluzioni saranno rese funzionali ai mercati dell’IoT e dell’automotive, oltre che ad altri settori industriali.
I temi forti su cui si concentra l’attenzione dell’industria auto sono due: la transizione dal motore endotermico a quello elettrico e la digitalizzazione. In quest’ultimo caso, è più indicato parlare di auto connesse. L’Internet of Things è una tecnologia disruptive e lo si è compreso anche nel settore auto. Una tendenza particolare della tecnologia IoT nell’automotive è la condivisione di dati digitali e la diagnostica remota per produrre rapporti sullo stato di salute del veicolo e fare previsioni per prevenire i guasti.
Ecco allora, che da qui al 2035, ci saranno dei mutamenti importanti nell’automobile. Come mette in luce il Politecnico di Milano nel documento Il futuro della mobilità urbana sostenibile:
“Il futuro della mobilità è fortemente influenzato dall’evoluzione delle scelte legate al settore energetico e dal conseguente rinnovamento e aggiornamento infrastrutturale. La sua attuazione potrebbe essere più lunga dell’orizzonte temporale considerato. Pertanto, nel 2035, è ragionevole ipotizzare di essere in una fase di transizione intermedia, con la coesistenza di diverse alternative tecnologiche sul tipo di vettore energetico per i mezzi di trasporto e la guida autonoma”.
Come saranno le auto del prossimo futuro
Uno studio di Capgemini del 2020 prevedeva le tendenze dell’industria automobilistica, mettendo in luce come si stesse muovendo costantemente verso l’automazione intelligente, con i sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS) sempre più integrati nelle auto di oggi grazie a funzioni come il cruise control adattivo, l’assistenza al parcheggio e l’avviso di collisione in avanti. E sottolineava:
“È chiaro che il futuro è autonomo: si prevede che il 15% delle auto vendute nel 2030 sarà completamente autonomo e che, entro il 2035, saranno vendute 95 milioni di auto autonome all’anno.”
Oggi è pensabile che tali tendenze saranno confermate? Intanto c’è da dire che il mercato globale della produzione automobilistica è atteso a una forte crescita. Come rileva Bloomberg, quello che prima della pandemia era un settore da circa mille miliardi di dollari, oggi è valutato quasi tremila miliardi di dollari.
Attualmente, l’industria automobilistica è al primo posto tra tutte le industrie manifatturiere a livello mondiale in termini di dimensioni del mercato.
Ma come si caratterizzerà l’auto del prossimo futuro? Sempre più sul modello Automotive Internet of Things. Innanzitutto l’auto sarà sempre più connessa. Già solo in Italia, l’anno scorso, il mercato delle auto connesse ha raggiunto quota 1,92 miliardi di euro di valore, con un aumento rispetto al 2020 dell’8%. In termini di auto, si parla di 18,4 milioni di veicoli a fine 2021, quasi la metà del parco circolante evidenzia l’Osservatorio “Connected Car & Mobility” della School of Management del Politecnico di Milano.
Man mano che le auto diventano sempre più connesse, si trasformano anche in piattaforme per la fornitura di servizi. Tale cambiamento è guidato dall’IoT, che consente ai produttori di incorporare ogni sorta di sensori e altri dispositivi nei loro veicoli. Questi dispositivi raccolgono dati che possono essere utilizzati per fornire vari servizi, come infotainment. Gli accordi a quest’ultimo proposito sono molteplici: il più recente ha visto Mercedes-Benz stringere una partnership con Universal Music Group e Apple Music; ricordiamo anche Intel e Warner Bros. Ma poi gli sviluppi, in termini di connessione, comprendono gli aspetti della navigazione e persino di manutenzione e riparazione. Prioritari per lo sviluppo saranno gli investimenti in tecnologie di comunicazione 5G. Come ricorda ancora l’ateneo milanese:
“per garantire la velocità e l’affidabilità nel trasferimento dei dati tra i veicoli connessi, riducendo al minimo la latenza. È necessaria anche una regolamentazione apposita per disciplinare le operazioni dei veicoli connessi e gli aspetti della privacy”.
IoT per la sicurezza
L’auto del futuro sarà ancora più sicura. È un modo in cui l’IoT viene utilizzato nella progettazione automobilistica è quello di migliorare le caratteristiche di sicurezza. Grazie a sensori e connettività, i veicoli possono ora comunicare tra loro e con le infrastrutture per evitare incidenti. Un esempio lo offre Toyota col concetto di Cabin Awareness, un sistema che utilizza un radar a onde millimetriche per rilevare il movimento e quindi la connettività per avvisare il proprietario in uno scenario in cui gli occupanti rimangono in auto.
Da ricordare anche la tecnologia Vehicle-to-X di Mercedes-Benz utilizza le Dedicated Short-Range Communications (DSRC) per scambiare informazioni sulle condizioni del traffico, permettendo ai conducenti di prendere decisioni informate sui loro percorsi e di evitare potenziali incidenti.
Infine, tornando alle previsioni di Capgemini, l’auto sarà sempre più autonoma. Già oggi lo sviluppo dei veicoli a guida autonoma sta andando bene, specialmente l’ambito dei sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS), un mercato che, secondo BNEF, potrebbe crescere fino a raggiungere i 220 miliardi di dollari l’anno a livello globale entro il 2030.
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