Tutto il mondo ne parla, ma solo quando potremo utilizzarla capiremo la reale portata di una tecnologia dai risultati straordinari
5G: di cosa parliamo?
In Italia, la copertura offerta dalla rete 4G ha ancora margini di miglioramento: nel 2016, secondo un rapporto OpenSignal, la media nazionale di segnale LTE per gli abbonati è stata del 58%.
Eppure, già si parla ampiamente di ciò che la sostituirà: la tecnologia 5G. Un tema embrionale, che a livello globale vede governi e grandi gruppi tecnologici discutere di principi di sviluppo.
Media nazionale di disponibilità del segnale LTE
A differenza delle reti 3G e 4G, create per rispondere a un bisogno di maggiore velocità dell’internet mobile da parte degli utenti, il 5G è alla base di un progetto diverso e più globale. Pensate un attimo al futuro che ci attende: smartphones, tablet, PC, oggetti connessi, domotica, automobili, visori per la realtà aumentata, intelligenza artificiale. Immaginare cosa sarà il mondo tra vent’anni è impossibile.
Da qui nasce la necessità, imprescindibile per i produttori, di adottare una visione del futuro compatibile con modelli di sviluppo sostenibili, per preparare gli utenti finali alle ripercussioni che queste tecnologie apporteranno inevitabilmente nel nostro quotidiano. La rete 5G permetterà così di connettere tutti le apparecchiature intelligenti e di farle comunicare tra loro.
La velocità supererà i 10Gbit/s e permetterà di ampliare come mai prima d’ora le possibili applicazioni. Come utenti, avremo diritto mediamente a 1Gbit/s in download e a 500 Mbit/s in upload. Il minimo garantito dalla rete 5G sarà una velocità di 50Mbit/s a una velocità compresa tra 0 e 120 km/h. Durante un viaggio in aereo, per esempio, il 5G offrirà comunque una copertura adeguata per connettersi ad una velocità pari a 10 Mbit/s. E questo, per il 95% del tempo e nel 95% dei luoghi.
I primi test sono già in corso. La rete 5G è sotto la lente di ingrandimento di centri di ricerca, università, laboratori ed è un argomento di studio trasversale che coinvolge diverse aree.
Una moltitudine di 5G per un mondo ultra-connesso
Da qui al 2020, 50 miliardi di oggetti connessi saranno funzionanti sul nostro pianeta, con un traffico di dati moltiplicato per 1000 in dieci anni. Domotica, intelligenza artificiale e altre tecnologie porteranno gli oggetti a comunicare tra di loro in modo permanente. In questo mondo ultra-connesso si renderà necessario applicare una metodologia per impostare delle priorità.
Le sfide tecniche sul tema sono decisive anche per un motivo: esisterà un gran numero di reti 5G. E non tutte le apparecchiature avranno necessariamente bisogno di utilizzare le risorse messe a disposizione dalla rete 5G.
Sarà insomma necessario adottare un principio di convergenza, anche perché Il 5G rappresenterà la fine della rete neutra.
Oggi – sia che ci connettiamo tramite uno smartphone, un tablet o uno smartwatch – le applicazioni vengono gestite nello stesso modo; domani, la rete 5G imporrà di stabilire un sistema di priorità in funzione dell’importanza e del reale consumo delle applicazioni. Ciascuna applicazione dovrà utilizzare frequenze e protocolli radio più adatti: per esempio, sarà inutile pensare di connettersi su frequenze più veloci per utilizzare un’applicazione dedicata ai servizi meteo.
Inoltre, oggi un crash della rete non provoca nulla di particolarmente grave; nel futuro, tuttavia, un’interruzione della rete 5G potrebbe causare ben più carichi di conseguenze. Le più colpite sarebbero le grandi città, con milioni di oggetti concentrati in una zona ristretta: le défaillance potrebbero manifestarsi molto velocemente. Per rispondere a questo serio rischio di blackout sono allo studio numerose soluzioni.
I possibili utilizzi del 5G
Gli analisti si sono spinti a paragonare l’innovazione legata a questa tecnologia a quella portata dal motore a scoppio o dall’elettricità. La quinta generazione G delineerà un contesto tecnologico adatto allo sfruttamento dei big data per applicazioni in diversi settori: realtà aumentata, salute, energia, gestione di ambienti complessi (le città, per esempio), interconnessione di laboratori scientifici o complessi industriali. E altro ancora. Ciò sta spingendo i produttori a muoversi con anticipo per non ripetere gli errori commessi con il 4G, penalizzato da uno sviluppo lento e ritardato.
Le ripercussioni che si presenteranno per l’utilizzatore finale sono appena immaginabili, anche se non c’è dubbio che si tratterà di un gigantesco passo in avanti. Giusto per fare un esempio semplice, continueremo certamente a guardare film in streaming, ma con una risoluzione che oggi è difficile anche a pensarsi.
E ancora, gli strumenti GPS saranno sempre più precisi e reattivi: la triangolazione 5G permette infatti permette di indicare una posizione precisa con un margine d’errore inferiore a un metro.
Non ultimo, c’è l’aspetto energetico: un altro obiettivo della tecnologia 5G è ridurre i consumi dei nostri dispositivi.
Gli smartphone potranno avere un’autonomia di 3 giorni, e per alcuni oggetti connessi si parla addirittura di 15 anni.
Ma quando arriverà il 5G?
I primi test sono già in corso in diversi Paesi, e per alcuni di essi si può considerare il 2020 come inizio della diffusione di questa tecnologia. La rete 5G è inevitabilmente sotto la lente di ingrandimento di centri di ricerca, università, laboratori: la sua trasversalità di applicazione coinvolge diverse aree di studio.
Quanto a produttori, l’attività è intensa. Soprattutto sul piano degli investimenti: Huawei ha messo sul piatto 600 milioni di dollari, Samsung ha previsto 1 miliardo di dollari. Anche le istituzioni sono della partita: la Commissione Europea metterà a disposizione 700 milioni di euro, la Corea del Sud – come Samsung – 1 miliardo di dollari.
In Italia le prime mosse sono a Torino, dove il Comune ha siglato un accordo con Tim per avviare il progetto Torino 5G, che consentirà di realizzare entro il 2018 la prima sperimentazione in ambito metropolitano della tecnologia. Secondo i piani, il capoluogo piemontese sarà la prima città d’Italia (e tra le prime in Europa) a dotarsi di una nuova rete mobile 5G.
Nello specifico, TIM potrà fornire alla città di Torino i servizi di nuova generazione legati alla Smart City: pubblica sicurezza, gestione delle flotte di mezzi pubblici ed erogazione di servizi informativi ad esse connessi, soluzioni di telesorveglianza in ampie zone del territorio cittadino.
E ancora: realtà virtuale a supporto del turismo e, attraverso l’introduzione di tecnologie 5G nei processi produttivi del manifatturiero, nuovi servizi per sviluppare l’industria 4.0 sul territorio torinese.
Milano, Prato, L’Aquila, Bari e Matera sono poi le città italiane che faranno da battistrada per la sperimentazione sul 5G, attraverso un bando ministeriale che valuterà i progetti provenienti da provider internet mobile, università, enti di ricerca, aziende locali, startup ed enti pubblici.
E tu, sei pronto per viaggiare a 5G?