Come vorrebbero i cittadini la loro città del futuro? Smart, di certo, ma anche sostenibile. L’anima digitale delle città, ancora in evoluzione, non basta già più a soddisfare le crescenti esigenze dei cittadini.
La smart city deve essere sostenibile
Secondo il report “Street Smart: Putting the citizen at the center of smart city initiatives”, pubblicato da Capgemini, sono sempre di più i cittadini che desidererebbero vivere in una città smart.
L’analisi ha interessato a livello globale oltre 10.000 persone, residenti in 58 città dislocate in 10 Paesi diversi. Alle interviste della ricerca hanno risposto anche 300 funzionari, che hanno saputo dare indicazioni sulle tendenze degli ultimi 2 anni.
Stando a quanto raccolto da Capgemini, la principale preoccupazione dei cittadini riguarda la sostenibilità. Ciò che potrebbe spingere le persone a cambiare luogo di residenza non è la mancanza di connessioni digitali, ma l’inquinamento e l’assenza di iniziative volte a migliorare sostenibilità ambientale.
La città smart, quindi, non basta già più. Le interviste svolte con i funzionari sono purtroppo in controtendenza: la situazione economica e sociale degli ultimi due anni ha ritardato tutte iniziative volte ad aumentare la sostenibilità cittadina. Anche a causa di una scarsa applicazione della tecnologia e del digitale, serviranno ancora 10 anni prima di vedere un netto cambiamento verso la sostenibilità.
La città del futuro non è quindi solo una smart city, è una smart city sostenibile.
L’esempio della città di Torino
Esistono alcune interessanti applicazioni in grado di simulare, partendo dai dati open source analizzabili, come potrebbero evolversi le città.
Questi studi sono test che evidenziano come l’applicazione di un investimento può aumentare la loro sostenibilità.
Un esempio interessante è lo studio condotto da Edison a Torino, in collaborazione con il Politecnico, su un’area di 11 km quadrati nel centro storico della città.
L’analisi dei dati ha permesso di ricreare la situazione attuale e di modificarla secondo determinati parametri.
Gli investimenti sono simulati anche considerando quelli recuperabili con l’attuale ecobonus.
Nel piano di riqualificazione più ambizioso, simulato con la ristrutturazione di 600 edifici nel territorio analizzato, è stata evidenziata una riduzione del 50% di emissioni di Co2 e inquinanti.
Queste simulazioni, realizzate con l’utilizzo del tool City Platform di Edison, vogliono essere di supporto alle amministrazioni comunali nella scelta e nella proposta di piani ambiziosi volti a realizzare la smart city sostenibile del futuro.
In questo modo gli obiettivi da raggiungere con le nuove misure volte ad agevolare le ristrutturazioni possono essere misurabili prima dell’adozione della misura stessa.
La nuova sfida va oltre il digitale
Fino a poco tempo fa, la sfida delle amministrazioni comunali riguardava la garanzia di interconnessioni della città.
Secondo gli osservatori nazionali, alcune città possono già dirsi smart city, ma molte, soprattutto nelle regioni del sud, sono lontane dalla digitalizzazione.
Mentre la corsa verso le nuove tecnologie continua, l’asticella di arrivo di sposta e include la sostenibilità. Il digitale quindi non solo a garanzia dell’interconnessione, ma al servizio di iniziative green, riduzione dell’inquinamento, attività di recupero edilizio virtuose.
Servono investimenti sostenibili ed efficaci, utilizzo corretto delle risorse, tecnologie a supporto dello sviluppo, tutto in ottica green.
Per essere competitive e attrattive, le città del futuro devono essere smart city sostenibili.
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