Gli edge data center si fanno spazio anche in Italia. Accanto ai grandi data center, centri di calcolo che ospitano cloud provider o hyperscaler, ci sono margini di crescita interessanti anche per i piccoli centri dati, decentralizzati e vicini all’utente finale per specifiche esigenze. A evidenziarlo è l’Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano, che ha voluto fare il punto su questo comparto ad ampio margine di crescita, in un contesto – quello dei dati center – che nel periodo 2021-2023 ha visto una crescita di +40%.

Le previsioni lusinghiere italiane confermano la tendenza su scala mondiale. Precedence Research prevede che il mercato mondiale degli edge data center, che ha raggiunto 11 miliardi di dollari nel 2023, supererà i 60 miliardi di dollari entro il 2033.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale

Negli ultimi anni, lo sviluppo dei data center è stato crescente, trainato dalla necessità di fornire strumenti di calcolo adeguati alle esigenze legate all’intelligenza artificiale. Già solo in Italia, il mercato dell’AI ha visto una crescita del 262% negli ultimi cinque anni, attestandosi nel 2023 a 760 milioni di euro (nel 2018 era di 210 milioni).

C’è grande necessità e richiesta di mercato dal punto di vista anche del calcolo accelerato – ha sottolineato Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Data Center –. Il tema della generative AI che si sta sviluppando in maniera significativa in questi ultimi mesi, dal punto di vista dell’adozione da parte del mondo business, ovviamente non fa che aumentare questa richiesta onerosa, non soltanto nella fase di training degli algoritmi, ma anche nella fase di inferenza. Quindi diventa necessario avere delle infrastrutture molto potenti di calcolo».

A questa necessità “macro” si aggiunge anche quella “micro”, legata alle esigenze più peculiari del comparto industriale e non solo e che può trovare risposta proprio grazie agli edge data center.

Cosa sono gli edge data center

Secondo Precedence Research, il mercato degli Edge Data Center offre strutture progettate per elaborare e archiviare i dati più vicino alla posizione in cui vengono generati, anziché affidarsi a un data center centralizzato. Il concetto di edge computing implica l’avvicinamento delle risorse di elaborazione al “margine” della rete, dove i dati vengono generati e utilizzati, per ridurre la latenza, migliorare le prestazioni e potenziare l’efficienza complessiva dell’elaborazione dei dati. Gli edge data center sono particolarmente adatti per applicazioni che richiedono elaborazione in tempo reale, come quelle riguardanti l’automazione industriale.

Lo stesso think tank milanese ha voluto fornire una definizione ancora più particolareggiata, anche per definire meglio il contesto nazionale, nel quale il concetto di edge data center è tutto sommato nuovo, come pure il mercato, che si sta sviluppando. «Comincia a esserci qualche player che sta disponendo un’offerta strutturata di Edge computing, però a oggi non c’è ancora un mercato ampio per quanto riguarda un’offerta», ha affermato Luca Dozio, direttore dell’Osservatorio Data Center. Insieme all’Osservatorio 5G, hanno voluto cercare di identificare essenza e potenzialità del concetto stesso di “edge”.

«Con edge computing intendiamo un’architettura di elaborazione dati distribuita, composta da una rete di edge data center posizionati strategicamente sul territorio per avvicinare la potenza elaborativa alla fonte dati e ridurre la latenza».

Per rete edge si intende un’architettura composta da endpoint (dispositivi IoT e personali connessi), data center di piccole dimensioni, ma anche data center centrali, finalizzata a bilanciare e ottimizzare il flusso dati tra le singole infrastrutture, permettendo quindi la latenza, ma capace anche di sfruttare servizi che richiedono capacità di calcolo importanti.

L’esempio è dato dall’intelligenza artificiale: il training dei servizi viene svolto su architetture più performanti, però per la parte di inferenza è possibile attuarla nella periferia della rete, dove si trovano proprio gli edge data center, infrastrutture all’interno di questa rete di edge, che svolgono il ruolo di singolo nodo che funge da collegamento tra l’endpoint,  e i data center di dimensioni più importanti che possono essere funzionali a immagazzinare grandi quantità di dati o a mettere a disposizione una capacità di calcolo molto maggiore, per offrire servizi più completi e più sviluppati, a scapito di una maggiore latenza.

Le caratteristiche degli edge data center

Quali sono i parametri considerati quando si parla di edge? Quali sono le caratteristiche che aiutano a definirlo? «Di sicuro una caratteristica riguarda la posizione, la vicinanza all’utente finale, un parametro che permette poi di distinguere tra diverse sfumature di edge», ha spiegato Dozio. Le dimensioni sono un’ulteriore caratteristica: «tendenzialmente si parla di data center molto compatti, sotto i 2 MW, anche se in realtà spesso si è intorno a un singolo megawatt o inferiori».

La latenza è un parametro altrettanto fondamentale: deve essere molto bassa, «non oltre i 20 millisecondi, proprio perché deve fornire buone prestazioni di calcolo».

Quali dati e servizi si vanno ad appoggiare in edge? Tendenzialmente, servizi time sensitive, dove lo scambio di dati, il tempo di risposta deve essere molto basso. Tutto questo si completa col fatto che l’edge data center sia all’interno di un ecosistema più ampio.

Per quanto riguarda le due tipologie di mercato principale, è bene parlare di due macro categorie: il mondo dei servizi, erogati direttamente al mondo degli end user e dove si trovano, come attori di riferiment,o cloud provider – che già offrono servizi di edge, ponendo in molti casi infrastrutture fino a casa del cliente – e technology provider, ma anche i titolari di infrastrutture critiche potrà entrare in questo mercato.

«L’altro grosso mercato è quello legato al mondo delle telecomunicazioni, dove possono giocare un ruolo anche all’interno del mercato di servizi». Di questo fanno parte, quali attori di riferimento, i Telco provider, le società delle torri, i fixed network wholesaler, mentre i possibili servizi offerti comprendono, per esempio, i servizi di virtualizzazione della rete.

LA SITUAZIONE in Italia

Alla crescita della richiesta di capacità computazionali, che si combina alla crescita anche di mercati emergenti rispetto ai grossi centri gravitazionali europei, si evidenzia il ruolo dell’Italia candidata «ad essere un nuovo mercato emergente dei data center», ha spiegato Marina Natalucci, direttrice dell’Osservatorio Data Center.

«Abbiamo assistito, tra il 2021 e il 2023, a una crescita pari + 40% della potenza energetica nominale, in due direzioni: da un lato grandi campus data center, quindi centri di calcolo che ospitano cloud provider o hyperscaler; dall’altro, piccoli edge data center decentralizzati e vicini all’utente finale per esigenze specifiche, tra cui la latenza».

Da un lato stanno ci sono i due poli strategici: Milano, quale polo primario e Roma, quale polo secondario, un po’ come avviene – per esempio – in Germania, con Francoforte e Berlino. A questi due poli si aggiunge la crescita di infrastrutture territoriali di più piccola dimensione su tutto il territorio nazionale e che vanno a rispondere a esigenze differenti degli utenti finali. Quindi si assiste a una sempre maggiore distribuzione della capacità di calcolo.

Si è detto dell’intelligenza artificiale, dove è nota la necessità di grandi capacità di calcolo e quindi di grandi centri computazionali, per effettuare lo storage dei dati o per il training degli algoritmi.

Ciò che si sta creando è un cloud distribuito, in cui accanto alla presenza dei grandi data center centrali, si stanno creando dei region cloud, con la nascita – in Italia – d’infrastrutture sia di grandi hyperscaler e cloud provider che stanno aprendo dall’estero, e anche di operatori italiani che stanno ampliando le proprie infrastrutture.

Centri dati di prossimità: gli scenari futuri

Accanto a questi si può contare sui data center di prossimità, di sempre più minute dimensioni e più prossime a produttori e consumatori di dati. «Più ci si avvicina alla periferia della rete, più la latenza è bassa e quindi abbiamo una capacità di rispondere in modo rapido a esigenze diversificate – ha spiegato Natalucci –. Essere in grado di utilizzare questa capacità distribuita può essere un vantaggio strategico, contando sul vantaggio che si possa rendere economicamente più sostenibile l’utilizzo di queste infrastrutture, di fatto, da parte degli utenti finali».

In conclusione, quali saranno gli impatti previsti per le infrastrutture data center di prossimità? «Si rende necessario un lavoro di riprogettazione delle infrastrutture edge data center, in modo da integrarle in reti di infrastrutture orchestrate da un data center per l’AI».

Le infrastrutture edge data center potranno essere impiegate per la componente di inferenza degli algoritmi di generative AI. Inoltre, l’hardware IT presente all’interno degli edge data center sta cambiando profondamente con il possibile inserimento di GPU al posto di server tradizionali.

Tutto questo avrà conseguenza: una riguarderà la nascita di possibili nuovi scenari di partnership nella filiera tra hardware provider, edge data center provider e hyperscaler, che a loro volta dischiuderanno nuovi scenari di utilizzo del cloud «che renderanno l’evoluzione del mercato molto interessante nel corso dei prossimi anni».

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