Quarta tappa, entusiasmo alle stelle e una partecipazione che conferma quanto l’intelligenza artificiale sia ormai al centro della trasformazione digitale. Destination AI non è solo un evento, ma un progetto strategico che sta ridefinendo il modo in cui il canale affronta le sfide e le opportunità dell’AI.
Dopo i calorosi saluti di benvenuto fatti da Augusto Soveral, VP di TD SYNNEX Italy, ad aprire i lavori il 23 settembre sono stati José Dias, VP Endpoint Solutions e Vincenzo Bocchi, VP Advanced Solutions di TD SYNNEX Italy.
José Dias: “Un ecosistema che cresce insieme”
Secondo José Dias, il successo del progetto risiede nella capacità di coinvolgere attori diversi – produttori hardware, software e servizi – e di intercettare un’opportunità trasversale che tocca ogni ambito dell’IT, dagli edge devices alle infrastrutture.
Il mercato è curioso, pronto a sperimentare, e Destination AI è arrivato nel momento giusto.
Dias ha anche evidenziato come il ruolo del distributore sia cambiato profondamente. TD SYNNEX ha investito in infrastrutture tecnologiche e, soprattutto, in nuove competenze: “Oggi l’azienda conta figure professionali che dieci anni fa non esistevano, come tecnici, esperti di deployment, marketing e comunicazione”, ha sottolineato Dias. TD SYNNEX resta un distributore nei servizi tradizionali, ma si evolve verso un modello di social building, dove la collaborazione tra vendor, reseller e partner è essenziale per costruire soluzioni complete.
Vincenzo Bocchi: “Una griglia per orientarsi nel mondo AI”
Vincenzo Bocchi ha raccontato l’evoluzione del programma Destination AI, presentato agli investitori nel 2023 e oggi diventato un riferimento per tutto l’ecosistema. L’intelligenza artificiale ha ormai pervaso ogni livello della filiera tecnologica, e TD SYNNEX ha risposto strutturando una griglia che distingue tra:
- Soluzioni native AI, sviluppate su piattaforme AI con outcome specifici.
- Soluzioni AI-supported, dove l’AI ottimizza processi esistenti.
Il modello si basa su tre variabili:
- Complessità della realizzazione: da soluzioni pronte a progetti su misura.
- Complessità della vendita: da prodotti semplici a proposte consulenziali.
- Maturità del canale: competenze, certificazioni e capacità di ingaggio.
TD SYNNEX, ha concluso quindi Bocchi, mette a disposizione asset internazionali – modelli, percorsi formativi, certificazioni, piattaforme – per aiutare il canale a costruire competenze e soluzioni.
Espansione e valorizzazione dell’ecosistema locale
Il roadshow Destination AI ha anche il merito di essere motivo di attrazione per l’ecosistema locale, replicando il successo già ottenuto da TD SYNNEX nel mondo cloud. Sempre più nuovi player italiani si sono e si stanno avvicinando con soluzioni native, chiedendo supporto a TD SYNNEX per modelli di pricing, integrazione infrastrutturale e potenziamento tecnologico. Alcuni di loro, grazie alla collaborazione con TD SYNNEX, sono cresciuti fino a diventare vendor internazionali.
“Una sinergia tra eccellenza italiana e piattaforma globale che conferma il ruolo di TD SYNNEX come abilitatore di innovazione, crescita e trasformazione”, ha concluso quindi Bocchi.
ASUS: hardware evoluto per un’AI locale, sicura e performante
Durante la sessione dedicata alla componente hardware, Andrea Galli, Large Account Team Manager di ASUS, ha presentato la visione e l’offerta di ASUS Business, la divisione B2B dell’azienda focalizzata su prodotti e servizi professionali.
Galli ha sottolineato come l’AI non possa esistere senza “il ferro”, ovvero l’infrastruttura fisica che la sostiene. ASUS punta su tre pilastri fondamentali: innovazione, stabilità e sicurezza. L’azienda è stata tra le prime in Italia a lanciare i PC Copilot+ e a collaborare con NVIDIA per la distribuzione di un mini-supercomputer personale, capace di offrire potenza di calcolo locale pari a 1 petaflops, utile per applicazioni AI senza ricorrere al cloud.
Grande attenzione è stata posta sulla protezione del dato: tutti i dispositivi ASUS Business garantiscono aggiornamenti firmware per almeno cinque anni e includono software AI proprietario, come ExpertMeet, che sfrutta modelli linguistici installati in locale per trascrivere, riassumere e tradurre contenuti, anche offline, evitando la condivisione di informazioni sensibili su piattaforme esterne.
Galli ha illustrato tre casi d’uso concreti dell’hardware ASUS in ambito AI:
- Digital Twin: replica virtuale di macchinari o progetti, utile per simulazioni e correzioni prima della produzione fisica, con risparmio su tempi e costi.
- Monitoraggio della produzione: analisi automatica dei pezzi tramite telecamere ad alta velocità e AI locale, per ridurre scarti e ottimizzare l’efficienza.
- Diagnostica per immagini: supporto all’analisi medica tramite AI, che affianca il medico nell’individuazione di anomalie, riducendo il rischio di errore umano.
ASUS si propone come partner tecnologico per accompagnare le aziende nella trasformazione digitale, con soluzioni AI sicure, scalabili e pensate per operare in locale, nel pieno rispetto della privacy e delle esigenze operative.
Cisco: AI al servizio della customer experience
Sul palco di Destination AI, Emanuele Frisicaro, Customer Experience Specialist di Cisco, ha presentato l’approccio dell’azienda all’intelligenza artificiale, con un focus sulla customer experience, ambito strategico dove l’AI può fare la differenza tra successo e fallimento di un brand.
Cisco ha individuato tre pilastri fondamentali in cui l’AI contribuisce a migliorare la relazione con il cliente:
- Proattività e omnicanalità: anticipare i bisogni del cliente e comunicare attraverso il suo canale preferito.
- Automazione intelligente: grazie a Webex Agent, le aziende possono creare agenti virtuali capaci di gestire use case complessi, interagire con sistemi aziendali e svolgere azioni come prenotazioni o notifiche, senza bisogno di sviluppatori.
- Supporto all’operatore umano: Webex Assistant fornisce trascrizioni in tempo reale, riassunti delle interazioni, suggerimenti contestuali e sentiment analysis, migliorando l’efficacia del supporto e la qualità del servizio.
Frisicaro ha evidenziato come l’AI di Cisco non miri a sostituire l’interazione umana, ma a potenziarla, garantendo una transizione fluida tra agenti virtuali e operatori reali. L’obiettivo è offrire un servizio clienti attivo H24, personalizzato e sicuro.
A chiusura dell’intervento, è stato mostrato un caso d’uso nel retail, dove l’AI Cisco ha migliorato l’efficienza operativa e la soddisfazione del cliente, dimostrando come la tecnologia possa essere un alleato concreto nella trasformazione digitale.
HP: l’intelligenza artificiale al servizio della digital employee experience
Sul palco di Destination AI, Dario Ranieri, Commercial Development Manager di HP, ha presentato la visione dell’azienda sull’evoluzione del lavoro e il ruolo dell’intelligenza artificiale nel guidare la trasformazione digitale.
Secondo HP, il lavoro moderno è ibrido, mutevole e complesso, e le aziende devono affrontare questa realtà con strumenti adeguati. L’AI non è solo una componente tecnologica, ma un abilitatore strategico per gestire infrastrutture sempre più articolate, dove hardware e software devono funzionare in modo integrato e fluido.
Ranieri ha evidenziato come le aspettative sull’AI siano spesso disattese, generando frustrazione tra i dipendenti. Secondo uno studio Forrester, il 34% dei lavoratori affronta problemi IT che l’help desk non riesce a risolvere, con impatti negativi su produttività e soddisfazione.
Per affrontare questa sfida, HP propone un cambio di paradigma: dalla misurazione degli SLA tradizionali alla digital employee experience, ovvero la percezione che ogni dipendente ha dell’interazione quotidiana con gli strumenti aziendali.
In quest’ottica nasce HP Workforce Experience Platform (WXP), una soluzione che unifica dati oggettivi e percezioni soggettive per monitorare e ottimizzare l’esperienza digitale dei dipendenti. La piattaforma consente di automatizzare processi, prevenire malfunzionamenti e migliorare la gestione degli endpoint aziendali.
Ranieri ha utilizzato una metafora motorsport per spiegare il funzionamento di WXP: come un meccanico al box, la piattaforma raccoglie dati di telemetria e feedback del “pilota” (il dipendente), intervenendo in tempo reale per garantire performance ottimali.
L’obiettivo è restituire all’IT un ruolo strategico, non più come centro di costo, ma come driver di produttività e benessere aziendale, contribuendo a ridurre i tempi morti e migliorare la qualità del lavoro.
HPE: infrastrutture intelligenti e un ecosistema per accelerare l’adozione dell’AI
Sul palco di Destination AI, Davide De Cataldo, Channel Enablement Manager di HPE, ha presentato la nuova identità visiva dell’azienda, frutto di un rebranding che segna un’evoluzione strategica dopo dieci anni dalla separazione da HP.
HPE si conferma protagonista nel mondo delle infrastrutture IT – server, storage, networking e servizi – con un focus sempre più marcato sull’intelligenza artificiale. L’AI è integrata in modo nativo nelle soluzioni HPE per ottimizzare la gestione, automatizzare i processi e migliorare la produttività.
De Cataldo ha illustrato due ambiti principali in cui HPE sta investendo:
- AI Ops: modelli di machine learning integrati nei prodotti HPE per semplificare la gestione delle infrastrutture, liberando tempo e risorse per clienti e partner. Tra le novità, la piattaforma Grill Lake Intelligence, che consente di monitorare e gestire in modo centralizzato anche soluzioni di terze parti.
- AI Factory: soluzioni hardware e software pronte all’uso, sviluppate in collaborazione con NVIDIA, che facilitano l’adozione dell’AI in azienda. Dalle infrastrutture scalabili ai modelli personalizzabili, HPE offre strumenti concreti per implementare chatbot, analisi predittive e altri use case.
Un altro elemento distintivo è il progetto Fabbrica Italia, un ecosistema creato da HPE Italia che coinvolge vendor, startup, system integrator, università e centri di competenza. L’obiettivo è accelerare lo sviluppo dell’AI nel Paese, favorendo il confronto e la sperimentazione tra attori diversi.
Con questa visione, HPE si propone non solo come fornitore di tecnologia, ma come abilitatore di innovazione, capace di accompagnare le aziende italiane nel percorso verso un’intelligenza artificiale concreta, scalabile e sostenibile.
Dell Technologies: democratizzare l’AI con infrastrutture e servizi su misura
Sul palco di Destination AI, Daniele Ulivi, Business Development Manager AI & NVIDIA Solutions di Dell Technologies, ha condiviso la strategia dell’azienda per rendere l’intelligenza artificiale accessibile e concreta per tutte le imprese, dalle grandi organizzazioni alle PMI.
Olivi ha sottolineato come l’AI abbia trasformato radicalmente il modo in cui i vendor si presentano sul mercato: non più solo hardware, ma ecosistemi completi che integrano infrastrutture, servizi e competenze. Dell Technologies ha scelto un approccio aperto e collaborativo, coinvolgendo partner locali, software vendor e distributori per adattare le soluzioni alle esigenze specifiche dei diversi territori.
Attraverso il progetto AI Factory, Dell ascolta le necessità dei clienti e costruisce soluzioni su misura, anche per realtà con risorse limitate. L’obiettivo è accelerare la democratizzazione dell’AI, rendendola fruibile anche per le PMI, che costituiscono il cuore del tessuto economico italiano.
Dell ha già implementato internamente agenti AI per supportare vendite, prevendita, supply chain e sviluppo software, ottenendo maggiore efficienza e precisione. Queste soluzioni sono ora disponibili per il mercato, con un focus su semplicità, scalabilità e costi sostenibili.
Olivi ha ribadito che la collaborazione con l’ecosistema – reseller, distributori, partner tecnologici – è fondamentale per portare l’AI sul territorio. Dalle workstation alle infrastrutture GPU-based, Dell offre una gamma completa di soluzioni pronte all’uso, pensate per rispondere alle esigenze reali delle imprese.
Una strategia inclusiva e concreta, che punta a rendere l’intelligenza artificiale un’opportunità alla portata di tutti.
Lenovo e Memory.AI: soluzioni AI scalabili, collaborative e pronte per il mercato
Durante la sessione dedicata all’ecosistema TD SYNNEX, Orlando Sicilia, AI Business Development Manager di Lenovo, ha aperto l’intervento sottolineando come l’intelligenza artificiale sia ormai imprescindibile in ogni ambito tecnologico. Il vero game changer, secondo Sicilia, è stata la potenza computazionale abilitata dalle GPU NVIDIA, che ha reso possibile l’elaborazione just-in-time e l’interazione diretta con le macchine.
Lenovo ha scelto di non sviluppare software proprietario, ma di collaborare con i migliori software vendor sul mercato, offrendo infrastrutture ottimizzate e flessibili. L’approccio è consulenziale e orientato al canale, con supporto diretto ai partner attraverso demo hardware, test su GPU e accesso alla community Lenovo AI Innovator, dove i partner possono condividere e valorizzare le proprie soluzioni.
Tra i casi d’uso presentati, Sicilia ha citato VHIT, azienda che ha utilizzato server edge Lenovo con GPU NVIDIA per analizzare i guasti nelle pompe luce su linea di produzione, riducendo la difettosità e migliorando l’efficienza grazie all’elaborazione dei dati provenienti dai PLC.
A seguire, Nunzio Fiore, CEO di Memory.AI, ha raccontato la collaborazione con Lenovo, nata durante eventi formativi dedicati all’AI. Memory.AI ha sviluppato AIsuru, una piattaforma di orchestrazione multi-LLM che consente di gestire agenti AI sofisticati, anche con modelli locali.
Fiore ha evidenziato l’importanza di controllare costi e performance nell’adozione dell’AI, soprattutto in scenari aziendali complessi. Grazie ai test condotti con Lenovo, Memory.AI ha potuto validare l’efficacia di modelli linguistici locali, superando le limitazioni di soluzioni cloud e garantendo maggiore stabilità, scalabilità e sostenibilità economica.
La collaborazione ha già portato a progetti concreti con grandi aziende, università e gruppi industriali, dimostrando come l’AI possa essere accessibile, personalizzabile e governabile, anche in contesti dove il controllo sui dati e sui costi è cruciale.
IBM e Mauden: l’AI che semplifica, automatizza e democratizza l’accesso alle informazioni aziendali
Nel corso del loro intervento Bianca Maria Romano, responsabile del team tecnico IBM, e Paolo Buscone, Project Manager di Mauden, ha offerto uno spaccato concreto su come l’intelligenza artificiale possa diventare uno strumento operativo, scalabile e governabile all’interno delle aziende.
Gli speaker hanno presentato un progetto con Randstad, nato dalla necessità di affrontare una criticità comune a molte organizzazioni: la difficoltà nel reperire informazioni in modo rapido, intuitivo e centralizzato. Un problema che impatta non solo sull’efficienza operativa, ma anche sulla qualità del supporto interno e sulla soddisfazione degli utenti.
La risposta è arrivata sotto forma di Gaia, una piattaforma sviluppata per semplificare l’accesso alle informazioni e automatizzare la risoluzione delle richieste, grazie all’integrazione con le tecnologie IBM e all’expertise consulenziale di Mauden. La soluzione è stata progettata per essere scalabile e modulare, con tre casi d’uso verticali: supporto ICT, gestione delle policy aziendali e accesso agli strumenti operativi.
Uno degli elementi distintivi del progetto è la possibilità di creare virtual assistant in autonomia, senza dipendere da sviluppatori o fornitori esterni. Questo approccio ha permesso, ad esempio, di sviluppare un assistente HR capace di rendere consultabile l’intera base dati del personale in modo semplice e immediato.
Oggi Gaia è pienamente operativa, con oltre 6000 utenti attivi all’interno di Randstad. La piattaforma è deployata su IBM Cloud e sfrutta le potenzialità di Watson AI, dimostrando come la sinergia tra tecnologia e competenze possa generare soluzioni concrete e ad alto impatto.
Ma il progetto non si ferma qui. L’evoluzione di Gaia apre la strada a nuove applicazioni dell’AI, dalla customer care intelligente alla classificazione documentale automatizzata, fino alla generazione di contenuti aziendali personalizzati. In questo contesto, diventa fondamentale disporre di strumenti capaci di orchestrare e gestire agenti AI in modo flessibile e accessibile.
È qui che entra in gioco WatsonX Orchestrate, la piattaforma IBM pensata per abilitare una vera democratizzazione dell’AI: non solo per sviluppatori, ma anche per utenti business con competenze tecniche limitate, ma profonda conoscenza del proprio dominio operativo.
La collaborazione tra IBM e Mauden rappresenta un esempio virtuoso di come l’AI possa essere governabile, scalabile e sostenibile, anche in contesti complessi e ad alta specializzazione. Un modello replicabile, pronto per essere esteso ad altri settori e realtà aziendali.
Microsoft: agenti AI per trasformare il lavoro e guidare la transizione digitale
Sul palco di Destination AI, Cristina Sogni, Partner Solution Sales Manager di Microsoft, ha presentato la visione dell’azienda sull’intelligenza artificiale come leva strategica per la trasformazione del lavoro. Al centro dell’intervento, il concetto di “frontier firm”, introdotto dal CEO Satya Nadella: aziende che integrano l’AI in modo profondo, ridisegnando i processi e il modello di business.
Sogni ha condiviso i risultati di uno studio condotto con Ambrosetti e T Group, che evidenzia come il 72,4% degli investimenti globali in AI sia concentrato negli Stati Uniti, mentre l’Europa – e in particolare l’Italia – restano indietro. A questo si aggiunge un dato ISTAT: oggi in Italia ci sono più ottantenni che bambini di dieci anni, un segnale chiaro della necessità di accelerare la transizione digitale per compensare il calo della forza lavoro.
Microsoft propone un percorso evolutivo nell’adozione degli agenti AI:
- Assistente personale: delega delle attività a basso valore.
- Collega digitale: supporto operativo, ad esempio con strumenti come Agent Researcher.
- Team leader digitale: gestione autonoma di processi, sotto supervisione umana.
Al centro di questa trasformazione c’è Copilot, disponibile in versione chat e integrato in Microsoft 365. Ogni dipendente, secondo Microsoft, dovrebbe avere un Copilot, e ogni processo aziendale dovrebbe essere supportato da agenti AI.
Sogni ha sottolineato l’importanza della data governance: i dati restano nel tenant aziendale, non vengono usati per il training dei modelli, e sono protetti da sistemi di controllo e tutela del copyright.
A dimostrazione concreta, sono stati presentati due casi d’uso sviluppati dal partner Corini:
- Olimpia: agente AI integrato nel sito di un’agenzia viaggi, capace di raccogliere preferenze, analizzare offerte e prenotare appuntamenti tramite Microsoft Booking e CRM.
- Lydia: agente AI per il funnel di vendita, integrato in Copilot Chat, che analizza lo storico del cliente e ottimizza la gestione delle lead.
Due esempi che mostrano come l’AI possa potenziare l’efficienza, la personalizzazione e la produttività, rendendo la tecnologia un alleato concreto per aziende e clienti.
NVIDIA: infrastruttura e software per un’intelligenza artificiale ragionata e scalabile
Sul palco di Destination AI, Andrea Fumagalli, Partner Business Manager di NVIDIA, ha offerto una panoramica sul ruolo dell’azienda nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale, sottolineando come il mercato sia passato dalla corsa ai modelli linguistici (LLM) più potenti alla necessità di agenti AI capaci di ragionare, elaborare risposte complesse e confrontare fonti e dati.
Secondo Fumagalli, il vero salto di qualità dell’AI non riguarda più solo la velocità, ma la qualità del reasoning. Per ottenere risposte più “giuste”, servono infrastrutture hardware sempre più performanti e complete: non solo GPU, ma anche CPU, networking e sistemi ottimizzati per l’inferenza. NVIDIA sta investendo in soluzioni end-to-end, come le CPU Grace e collaborazioni strategiche con Intel, per rispondere alle nuove esigenze di calcolo.
Un altro tema centrale è la sovranità del dato: molte aziende si interrogano su dove risiedano i dati e come vengano utilizzati. In questo contesto, l’infrastruttura locale e controllata diventa un elemento chiave.
Fumagalli ha poi evidenziato un aspetto meno noto di NVIDIA: il ruolo di software vendor. Oltre due terzi del team R&D lavora su software, sviluppando framework e strumenti che abilitano l’adozione dell’AI in modo efficiente e scalabile. Questi strumenti, come nel caso della collaborazione con Memory.AI, permettono di ottimizzare processi e ottenere risultati migliori, anche con budget hardware contenuti.
Infine, Fumagalli ha sottolineato l’importanza del supporto enterprise: mentre il software open può bastare in fase di test, le aziende in produzione hanno bisogno di soluzioni supportate, affidabili e integrate. NVIDIA offre proprio questo: tecnologia, software e assistenza per portare l’AI in produzione, in modo sicuro e sostenibile.
Red Hat: AI open source, flessibile e pronta per ogni fase del percorso aziendale
Sul palco di Destination AI, Antonio Smiraglia, Partner Account Manager and Team Leader di Red Hat, ha presentato l’approccio dell’azienda all’intelligenza artificiale, fondato sui valori storici del brand: open source, cloud ibrido e flessibilità operativa.
Red Hat propone un modello che consente alle aziende di implementare soluzioni AI ovunque: nel proprio data center, in cloud o in ambienti gestiti da terzi. Questo approccio è particolarmente efficace per affrontare le sfide legate alla governance dei dati e alla sicurezza, temi centrali nell’adozione dell’AI.
Dal punto di vista tecnologico, Red Hat mette a disposizione due soluzioni principali:
- OpenShift AI: piattaforma containerizzata che consente ai team di sviluppo e data scientist di creare ambienti self-service per costruire, testare e perfezionare modelli AI, con piena governance e sicurezza.
- Enterprise Linux AI: sistema operativo con modelli preconfigurati e ottimizzati per diversi contesti di mercato, che possono essere personalizzati e integrati nei flussi aziendali. Questo sistema operativo include AI Inference Server, motore di inferenza compatibile con i principali modelli (LLaMA, DeepSpeed, Google, IBM, Microsoft, NVIDIA) e con qualsiasi infrastruttura hardware, rogettato per eseguire modelli di intelligenza artificiale generativa, in particolare LLM (Large Language Models), in ambienti cloud ibridi, on-premise e containerizzati.
Sbaglia ha condiviso tre casi di successo:
- Manifatturiero: monitoraggio predittivo delle macchine per pianificare interventi manutentivi, evitando fermi produzione.
- Farmaceutico: analisi di proteine cellulari per identificare molecole attive e ridurre i tempi di ricerca clinica da anni a settimane.
- Finanziario: ottimizzazione di modelli predittivi per analisi di mercato, riducendo i tempi di elaborazione da ore a pochi minuti.
Con un’offerta flessibile e scalabile, Red Hat si propone come partner tecnologico per ogni fase del percorso AI, dalla sperimentazione alla produzione, con soluzioni pensate per sviluppatori, data scientist e aziende di ogni settore.
Destination StartUp: l’AI come leva per innovare e crescere
Come previsto in tutte le tappe del roadshow Destination AI, un’attenzione particolare è stata dedicata alle startup, protagoniste della sessione Destination StartUp.
Sul palco, ASC27, CyLock e Loquis hanno condiviso le loro visioni su come l’intelligenza artificiale possa essere motore di innovazione, crescita e trasformazione.
ASC27, fondata da Nicola Grandis, è una startup romana specializzata in AI e cybersecurity. Ha sviluppato ReAvat, una tecnologia capace di generare avatar virtuali multilingua realistici, utilizzabili in ambiti come formazione, comunicazione aziendale e promozione turistica. ReAvat consente di creare video in diverse lingue con la voce originale del protagonista, mantenendo intonazione e accento corretti, e con rigorosi controlli anti-abuso. ASC27 è anche nota per Asimov, un co-bot AI che supporta redazioni giornalistiche nell’analisi e nella creazione di contenuti, premiato alla World Artificial Intelligence Conference di Shanghai.
CyLock, startup romana guidata da Diego Padovan, ha presentato EVA – Extended Vulnerability Assessment, una piattaforma brevettata che sfrutta AI e machine learning per simulare migliaia di attacchi informatici e identificare vulnerabilità reali, eliminando i falsi positivi. EVA è pensata per essere utilizzata anche da personale non tecnico, rendendo la cybersecurity accessibile a tutte le aziende. CyLock è stata riconosciuta tra le Top 5 startup italiane di cybersecurity agli Italian Security Awards 2025 e ha ricevuto investimenti da fondi come CDP Venture Capital e Scientifica VC.
Loquis, fondata da Bruno Pellegrini, è una piattaforma di travel podcast geolocalizzati che trasforma ogni luogo in una narrazione audio. Con oltre 1,3 milioni di contenuti in 7 lingue e 1,5 milioni di utenti, Loquis si propone come una “Wikipedia sonora” che racconta territori, imprese, tradizioni e storie locali. Grazie all’uso dell’AI, la piattaforma suggerisce contenuti in base alla posizione dell’utente e consente anche la creazione di itinerari personalizzati. Loquis collabora con enti locali e imprese per valorizzare il patrimonio culturale e aziendale italiano.
Connessioni e collaborazioni nell’area “Expo Lounge”
Al termine delle sessioni, i partecipanti si sono ritrovati nell’area Expo Lounge, uno spazio dedicato al networking e al confronto diretto con relatori, vendor e startup.
Un’occasione preziosa per approfondire i temi trattati, esplorare sinergie e dare forma a nuove collaborazioni.
In un contesto dove l’innovazione è sempre più concreta e condivisa, le idee si trasformano in progetti e le connessioni diventano opportunità reali per il futuro.
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